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Panoramica sul Rendering Fotorealistico

Il “Rendeing” è un termine inglese molto utilizzato nell’ambito della computer grafica; esso stabilisce il processo di “resa” ovvero di elaborazione e quindi generazione di un’immagine o più in generale di un progetto grafico basato su una descrizione matematica dello stesso, che tramite l’utilizzo di algoritmi appropriati e della descrizione, definisce il colore, la geometria, le luci, il punto di vista, le caratteristiche dei materiali in ogni punto dell’immagine o del progetto.
Con il continuo perfezionamento della grafica computerizzata, dagli anni 70 in avanti il rendering è diventato oggetto di studio sempre più rilevante. Oggi viene utilizzato principalmente per realizzare montaggi video, simulatori, giochi per console e computer, progetti ed effetti cinematografici. In commercio sono disponibili oggigiorno tantissimi motori di render, alcuni integrati negli applicativi più famosi per la progettazione tridimensionale, alcuni indipendenti, altri ancora diffusi come progetti open source. Il rendering fotorealistico in particolare attribuisce agli ogetti 3D un aspetto particolarmente fotorealistico, quindi che si avvicina molto alla realtà. In questo tipo di rendering gli oggetti sottoposti all’elaborazione devono essere:
– tridimensionali
– devono possedere viste assonometriche o prospettiche
– è necessario attribuire i materiali ai vari oggetti
– è fondamentale assegnare sorgenti di luce che illuminano gli oggetti.
Il rendering può principalmente essere suddiviso in tre categorie principali:
– Rendering Normale: non produce risultati fotorealistici, non genera ombre e non è in grado di visualizzare i materiali assegnati ai vari oggetti; verifica però l’applicazione complessiva delle luci.
– Rendering Fotografico: permette la visualizzazione dei materiali assegnati agli oggetti, genera ombre anche complesse, ma non produce riflessioni né rifrazioni tra gli oggetti.
– Rendering Fotografico Raytrace: permette la generazione di riflessioni, rifrazioni ed ombre molto complesse; permette inoltre la visualizzazione dei materiali con i relativi indici di rifrazione; utilizza il metodo di tracciamento dei raggi luminosi producendo quindi immagini molto realistiche.
Nonostante il rendering fotorealistico faciliti la progettazione, quest’ultimo non risulta essere autosufficiente, infatti il risultato finale dipenderà molto anche dalle capacità personali del grafico e quindi dall’abilità di saper scegliere le migliori angolature e prospettive.
In generale, ma soprattutto per il rendering fotorealistico il processo di elaborazione è un processo lento che richiede un altissimo numero di computazioni da parte della CPU dei computer; in alternativa ultimamente sono state sviluppate tecniche che prevedono l’utilizzo delle schede grafiche che assistono la renderizzazione e velocizzano il processo. Nonostante questo per progetti complessi l’elaborazione richiede comunque diverse ore per esser portata a termine. Vi è da dire che con l’aumento esponenziale della potenza di calcolo delle CPU o delle GPU, il tempo necessario per la renderizzazione diminuirà ma sarà comunque un po’ controbilanciato dall’aumento della definizione e della complessità che assicureranno i motori di rendering sempre in via di miglioramento.
In aggiunta negli ultimi anni si sono sviluppate quelle che vengono chiamate “Render Farms”, che attraverso la connessione in rete di tantissimi computer, riescono a fornire una potenza computazionale di elaborazione molto superiore a quella sperimentabile da un solo computer anche di ultima generazione e quindi riescono a velocizzare ancor di più il processo di renderizzazione.

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