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L’Ance: riforma fiscale subito per far ripartire l’Edilizia

Accorpare le detrazioni del 55% e del 36% ed estendere la cedolare secca alle imprese. Con questi due rilievi l’Associazione punta sul rilancio del comparto delle costruzioni.
Nell’Audizione davanti alla Commissione Finanze del Senato l’Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili) ha avanzato alcune proposte in merito all’indagine conoscitiva sul sistema tributario nella prospettiva di una riforma.
La forte crisi che attanaglia il settore delle costruzioni (in costante flessione dal 2004 ad oggi) dove si denotano perdite di volumi d’investimento compresi tra il 22,2% dell’edilizia non residenziale ed il 38,9% del comparto immobili residenziali, può essere contenuta solo con un intervento rapido ed immediato in grado di generare effetti sulla produzione. E’ quanto sostengono il presidente di Ance, Paolo Buzzetti ed il vicepresidente del settore economico-tributario il sig.Giuliano Campana.
Anche nei lavori pubblici la crisi si fa sentire, nell’ultimo quinquennio la mole di investimenti delle Pubbliche Amministrazioni si è contratta di quasi il 40%.
Cosa occorre fare dunque? Secondo Ance, gli sgravi fiscali non bastano. La ventilata ipotesi di defiscalizzare le imprese che investono il proprio capitale nella realizzazione di infrastrutture ed opere pubbliche viene giudicata positivamente, ma, sempre secondo Ance, questa misura va accompagnata da un contributo pubblico. Tale riforma inoltre non dovrebbe riguardare solo determinate opere (scelte da un calendario di interventi strutturali) ma dovrebbe essere estesa al totale di opere pubbliche ed infrastrutture nel Paese.
Il gettito per sostenere questo contributo potrebbe arrivare da un aumento delle aliquote d’Imposta di Registro parificandolo a quello delle operazioni immobiliari e da una maggiore attenzione all’evasione fiscale che già nel corso del 2010 ha portato quasi 25 miliardi in più rispetto all’anno precedente.

Il Presidente Buzzetti ha anche sottolineato come sarebbe strettamente necessario rivedere la fiscalità a carico delle imprese durante le attività di costruzione. L’Ance ha proposto di introdurre un principio di “Neutralità Fiscale” che consenta alle imprese di poter portare a conclusione i lavori anche quando si generino situazioni di forte invenduto. Altra situazione da valutare con cura riguarda appunto, il perdurare di una grossa fetta di invenduto all’interno dell’intervento immobiliare. L’Ance sostiene che qualche misura tesa a tutelare le imprese che si trovino in questa situazione dovrebbe essere studiata.

Accorpare le detrazioni fiscali attualmente in vigore del 55% e 36% in una aliquota unica ad esclusivo beneficio dei privati mantenendo sempre il recupero in dichiarazione dei redditi nell’arco di 10 anni. Questa misura, secondo Ance, andrebbe mantenuta senza se e senza ma anche per i prossimi anni.
L’Ance propone anche di estendere la cedolare secca, ora riservata ai privati che danno un proprio immobile in affitto, Anche alle imprese che decidessero di dare in locazione i propri fabbricati. Immaginiamo ad esempio un intervento con un forte tasso di invenduto. Una strada potrebbe essere quella di dare in affitto gli alloggi, magari ad un canone controllato, ma ricevendone come contropartita uno sgravio fiscale importante. In conclusione l’Ance ha lanciato un forte messaggio alle Istituzioni in merito alle misure introdotte dalla recente riforma sul Fisco Federale. Si rischia di creare forti sperequazioni tra aree diverse del Paese e di deprimere ancora di più un settore che invece ha bisogno di rilanciarsi.

MUTUI CASA, alcune regole da seguire.
Durante la ricerca della casa sarebbe opportuno portare avanti, per coloro che ne avessero bisogno, anche una pre-analisi delle condizioni e possibilità di mutuo casa da sottoscrivere. Troppo spesso capita infatti di trovarsi nella situazione di aver individuato l’immobile giusto e poi scoprire che mancano le condizioni economiche di finanziabilità del soggetto.

Per fare questo potete rivolgervi ai vari Istituti di Credito che propongono i loro prodotti oppure rivolgersi ad un consulente indipendente (detto anche broker finanziario) in grado di confrontare le proposte del momento, valutare prodotti in convenzione ed agevolazioni varie. Il consulente sarà in grado di:

1. valutare nel panorama dei prodotti Mutui Casa quelli che hanno lo Spread Migliore. Lo Spread è il costo che ogni banca richiede ai clienti per la concessione del mutuo. In generale, più basso sarà lo spread e meno interessi passivi si dovranno versare alla banca. Attenzione! Allo spread applicato dovrà essere aggiunto il tasso dell’indice di riferimento scelto. Se si parla di Mutuo a Tasso Variabile dovrete sommare lo Spread all’Euribor (a 3 mesi). Nel caso di Tasso Fisso lo Spread andrà sommato all’Eurirs. Questa importante precisazione serve ad evidenziare che gli aumenti sugli importi delle rate del mutuo a tasso fisso non dipendano dallo Spread (che rimane costante per tutta la durata del mutuo) ma dalle variazioni dell’Euribor, cioè, del costo del denaro.

2- valutare il costo reale del mutuo attraverso il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale). Infatti oltre allo Spread all’interno del contratto di mutuo si trovano spese accessorie, spese di perizia, spese di incasso rata. Il Taeg, se vogliamo, fornisce un parametro più completo di analisi sulla convenienza dei mutui. Spesso si possono trovare mutui con Spread molto convenienti ma che se visti attraverso l’indice TAEG risultano meno competitivi. 3- da qualche tempo, una voce sempre più richiesta dalle banche, prevede la sottoscrizione di una copertura assicurativa oltre quella obbligatoria di legge. Tale copertura che tende a tutelare gli istituti di credito nel caso in cui il contraente del mutuo abbia difficoltà nel sostenere le rate mensili spesso arriva a pesare per il 10% dell’ erogato. L’opera del consulente finanziario consente di calibrare al meglio le condizioni d’assicurazione in modo da equilibrare le tutele ormai necessarie con un costo sostenibile e proporzionato rispetto all’investimento.

4- Esistono sul mercato anche prodotti definiti misti dove cioè vengono introdotte opportunità per il contraente di calmierare l’eventuale aumento dell’importo delle rate. Principalmente le possibilità sono due: un mutuo a tasso variabile con un tetto massimo d’aumento (detto CAP) oppure la possibilità di passare all’interno del periodo di durata del mutuo da un tasso variabile ad uno fisso e viceversa. Bisogna considerare che questo tipo di servizi hanno un loro costo che spesso si traduce in uno spread più alto. Cioè significa pagare più interessi alla banca. In questo caso il ruolo di un consulente specializzato è fondamentale per orientare la propria scelta nella giusta direzione e per capire se un mutuo misto può essere la scelta più adatta alle proprie esigenze.

5 – La detrazione Irpef è un altro parametro da considerare per chi accende un Mutuo. Nel caso si tratti di Prima Casa è prevista la possibilità, per legge, di portare in detrazione le somme versate a titolo di interessi passivi all’interno della dichiarazione dei redditi del contraente. Lo sgravio fiscale è del 19% e può essere calcolato su un importo massimo di 4000 Euro (su base annuale).

6- Fai attenzione ai debiti già contratti e per i quali stai pagando una rata. Tali importi vengono considerati dalla Banca e possono quindi risultare determinanti per accedere o meno ad un determinato importo di erogazione. Il linea di massima ormai, quasi tutti gli Istituti, si pongono come tetto massimo di capacità debitoria del contraente il livello del 35% sul reddito mensile percepito. Sono quindi sconsigliati debiti rateizzati contratti per l’acquisto di beni di consumo quali elettrodomestici, automobili e mobilio.

Fonte: www.bologna-case.it

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