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PIER LUIGI CERISOLA, L’estetica di Giovanni Pascoli, pp. 79-108.
A giudizio dell’A., il pensiero estetico del Pascoli è più originale, robusto ed organico di quanto solitamente si conceda, imponendosi il Nostro, anche in questo aspetto minore ma non marginale della sua attività, oltreché in quello primario di poeta, quale figura di protagonista mediatore-innovatore nell’età cruciale fra positivismo e idealismo, fra materialismo e spiritualismo, tra classicismo carducciano e gli “ismi” nascenti del nuovo secolo.

4) BORTOLO MARTINELLI, Il “colle” dell’ “Infinito”. Saggio di analisi semiologico-filosofica dell’idillio leopardiano, pp. 109-165.
Incentrato preliminarmente sulla definizione del valore e della funzione dell’archetipo “colle”, a cui si riconnette l’archetipo “siepe”, il saggio intende mettere in luce i presupposti speculativi – verificati sulla scorta della filosofia settecentesca – che stanno alla base dell’impianto teoretico-esperienziale dell’idillio. Alla medesima esigenza speculativa che regola la redazione della lirica, obbediscono anche le diverse correzioni al testo apportate in varie riprese dal poeta.

NOTE:

5) OLGA-MARIA BROUWER, Trivialliteratur?, pp. 167-173.

6) GIOVANNA BARLUSCONI, L’universo del “romance” e la dialettica dell’immaginario in N. Frye, pp. 175-185.

7) BORTOLO MARTINELLI, Una nuova silloge antologica delle epistole del Petrarca, pp. 187-194.

8) ENZO NOÈ GIRARDI, Foscoliana, pp. 195-197.

RECENSIONI:

9) JACQUES MARITAIN, Arte e Scolastica, Morcelliana, Brescia 1980 (E.N. Girardi), pp. 198-200.

10) RUGGIERO STEFANELLI, Boccaccio e la poesia, Loffredo, Napoli 1978 (E. Landoni), pp. 200-202.

11) PIETRO GIBELLINI, Il coltello e la corona. La poesia del Belli tra filologia e critica, Bulzoni, Roma 1979 (L. Granatella), pp. 202-205.

12) ALFIO VECCHIO, Arturo Onofri negli scritti critico-estetici inediti, Minerva Italica, Bergamo 1978 (P. L. Cerisola), pp. 205-209.
ARTICOLI:

25) ENZO NOÈ GIRARDI, Che cosa è la critica letteraria?, pp. 4-21.
Movendo dall’esame dell’uso linguistico e lessicografico del termine, l’A. rileva l’ambiguità del concetto di “critica”, che vale come conoscenza “rigorosa” quando viene usato assolutamente o in sede storica o filosofica (critica storica, criticismo), mentre scade a pratica empirica quando si applica alla letteratura, salvo nel caso che non mutui dignità dall’estetica o da particolari metodologie. Secondo l’A. invece la critica letteraria si costituisce come scienza e metodo della storia letteraria, unicamente sulla base del confronto tra quelle opere di scrittura che la vox communis assegna alla categoria dell’arte. Infine l’A. propone uno schema dei rapporti e delle reciproche influenze tra critica (letteraria), scienze e filosofia.

26) GIOVANNA BARLUSCONI, Il testo poetico come metafora epistemologica poetica. Poetica ed ermeneutica in Paul Ricoeur (II), pp. 22-57.
In questa seconda parte, il saggio entra nel merito della teoria ricoeuriana della metafora, esplorando la sua concezione tensionale ed interattiva dell’enunciato metaforico, nel quale l’innovazione semantica emergente si accampa come l’esito di una relazione dinamica che crea una nuova pertinenza, operando lo svelamento imprevisto di una “ressemblance” fra due aree semantiche apparentemente contraddittorie. Diventa allora possibile escludere l’impiego della analisi componenziale, adottata dalla Rhétorique générale del Gruppo m nella esplorazione del funzionamento metaforico, analisi che ricorre a valori lessicali codificati, per attestare invece l’intrinseca connessione della significazione emergente con la funzione immaginativa del linguaggio, superando nel contempo l’opposizione: denotazione vs connotazione, per restituire al messaggio poetico la sua portata referenziale. L’intera riflessione ricoeuriana svela cosi il proprio presupposto ontologico, la cui fondazione comporta espliciti riecheggiamenti del secondo Heidegger.

27) G. SINGH, Il credo critico di Pound, pp. 58-76.
L’A. ricostruisce le idee critiche di Pound quali si ricavano soprattutto dai suoi saggi Come bisogna leggere, l’ABC del leggere e Guida alla Kultur. Ne deriva l’immagine di una critica intesa come promozione della poesia, fondata sulla capacità di distinguerne intuitivamente il valore e di precisarne l’essenza con un linguaggio aderente e preciso; avversa allo storicismo, al filologismo, alle metodologie ed ai sistemi estetici, colpevoli di astrattezza e di nascondere le opere vive sotto cumuli di materia morta nella proporzione di “un barile di segatura contro ogni mezzo grappolo d’uva”.

28) P. FRARE, La retta e il cerchio. O notte e il Sentimento del Tempo, pp. 77-89.
Il saggio rintraccia le ragioni dello spostamento di O notte dall’Allegria al Sentimento del Tempo e della sua inserzione in limine alla seconda raccolta ungarettiana, in una serie di caratteristiche formali (mancanza di punteggiatura, ritorno delle misure tradizionali, prevalenza della serie aggettivo-sostantivo) e, soprattutto, nell’isomorfismo strutturale tra il testo iniziale e l’intera raccolta: entrambi propongono, infatti, la conversione di un itinerario diacronico rettilineo in uno circolare e atemporale.

NOTE:

29) ELENA LANDONI, Letteratura e religione (A proposito di un convegno e di un questionario), pp. 90-97.

30) LUCIANA CASTELNUOVO, Sul sonetto, pp. 98-100.

31) GIORGIO CAVALLINI, Manzoniana. Chiaroveggenza di Adelchi, pp. 101-108.

32) VINCENZO PALADINO, Tra Bartoli e Manzoni: “Quel ramo del lago di Como”, pp.109-110.

33) ENZO NOÈ GIRARDI, Tutto Montale, pp. 111-114.

34) ENZO NOÈ GIRARDI, I poeti “stupidi”, pp. 115-116.

RECENSIONI:

35) DANTE ALIGHIERI, La Divina Commedia, a cura di UMBERTO BOSCO e GIOVANNI REGGIO, Le Monnier, Firenze 1979 (P. L. Cerisola), pp. 117-119.

36) GIORGIO CAVALLINI, La decima giornata del Decameron, Bulzoni, Roma 1980 (N. De Vecchi Pellati), pp.119-120.

37) STELIO CRO, Tommaso Campanella e i prodromi della civiltà moderna, The Symposium Press, Hamilton 1979 (V. Paladino), pp.120-122.

38) ADA RUSCHIONI, Tommaso Campanella filosofo-poeta, Otto/Novecento, Brunello 1980 (P.L. Cerisola), pp. 123-126.

39) P. PIERI, Il saltimbanco da giovane, Palazzeschi 1905-1914, Pàtron, Bologna 1980 (N. De Vecchi Pellati), p. 126.

40) JÜRGEN SCHRAMKE, Teoria del romanzo contemporaneo, Liguori, Napoli 1980 (O.-M. Brouwer), pp. 127-130.

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