No Banner to display

Article Marketing

article marketing & press release

Come aprire un negozio di sigarette elettroniche

Aprire un negozio di sigarette elettroniche da un po’ di tempo a questa parte sembra essere il desiderio più grande di chi si appresti a cercare lavoro, o comunque intenda avviare un’attività in proprio. Del resto, gli operatori del settore, a cominciare dal franchising, contribuiscono non poco ad avvalorare la tesi secondo cui, stante i milioni di fumatori esistenti, il mercato non possa che subire un trend esponenziale di cui ad oggi si intuiscono solo i segnali di partenza. Sigarette elettroniche, franchising o attività tradizionale che sia, potrebbero davvero essere un bel business, qualora il Paese ove viviamo avesse una seria politica di sviluppo imprenditoriale, e fosse davvero disposto a instaurare i presupposti normativi affinché un imprenditore potesse fare delle serie previsioni di rientro economico, almeno tali da poter assemblare uno straccio di conto economico per un arco temporale di almeno due anni. Ma in Italia le cose non stanno affatto in questi termini. Come aprire un negozio di sigarette elettroniche, ma più in generale una qualsiasi attività commerciale, se dall’oggi al domani un cambio di normativa può abbattere un settore che fino al giorno prima appariva in crescita? E di casi simili, in un recente passato, se ne sono visti. Si pensi a chi ha investito tre o quattro anni fa nelle energie rinnovabili. Doveva essere il futuro del pianeta, e lo è stato ovunque tranne che in Italia. Da noi, una volta ogni sei mesi cambiava la normativa sugli incentivi, per cui se uno aveva venduto un impianto fotovoltaico a un cliente doveva suonare nuovamente alla sua porta, e a testa bassa, recitare una frase del tipo: “mi scusi, non è colpa nostra, ma nella notte il governo ha abbassato gli incentivi del GSE, quindi lei perderà circa 3000 Euro sul suo investimento”. Nulla come l’improvvisazione, la mancanza di certezze, dati certi su cui poter calcolare e pianificare un investimento, sono deleteri per il commercio. La stessa cosa vale per le sigarette elettroniche. I franchising sigarette elettroniche sono spuntati come funghi, in maniera analoga a quanto successo con i “compro oro” qualche anno fa. I monopoli di Stato cominciano a denunciare forti perdite, e i tabaccai con loro. Oltre ai tabaccai anche i farmacisti hanno fiutato il business, e puntano ad avere l’esclusiva di vendita puntando sul fatto che la presenza di nicotina (laddove ci sia) ricondurrebbe il dispositivo alla stregua di dispositivi medicali. A ciò si aggiunga che le major internazionali del tabacco, anche loro con vendite in flessione per via delle sigarette elettroniche, stanno cominciando a produrle e a vederle direttamente negli stessi canali di vendita usati da sempre (leggi “tabaccherie”). E che dire della tassazione? Basta un pesante balzello e addio business. E vogliamo parlare dei rapporti medici di questo o quell’organismo internazionale, un giorno a favore e l’altro contro le sigarette elettroniche? Pensate a cosa accadrebbe sul mercato su una rivista autorevole come Science se ne uscisse con un articolo che dichiara che le ecig fanno male alla salute! Insomma, troppe perplessità, troppi dubbi, troppe incognite per poter pensare di investire quattrini per aprire un negozio di sigarette elettroniche. Se proprio avete la smania per questo settore, aprite un corner in un negozio esistente. Eventuali brutte sorprese almeno non saranno letali. Aprire un negozio di sigarette elettroniche? No grazie. Almeno finché non ci sia una normativa certa e su cui poter contare per almeno un paio di anni.

Leave A Comment

Your email address will not be published.

Article Marketing