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LA TRADIZIONE ARTIGIANALE E ARTISTICA DELL’ALABASTRO A VOLTERRA

La parola alabastro ha origini egiziane; veniva utilizzata come sinonimo di “vaso”; sembra addirittura che esistesse una città chiamata Alabastron, famosa per la fabbricazione di vasetti e anfore destinate a conservare i profumi.
Dal punto di vista chimico, l’alabastro è un semplice sale, per l’esattezza un solfato di calcio idrato, composizione che conferisce a tale minerale il tipico color bianco che lo contraddistingue dalle altre varietà.
Dal punto di vista mineralogico ne esistono due diverse tipologie: l’alabastro calcareo, chiamato anche alabastro orientale, e l’alabastro gessoso, caratteristico del territorio volterrano.
L’alabastro di Volterra è considerato il più pregiato d’Europa, proprio per le sue caratteristiche di compattezza, trasparenza, venatura e durezza, uniche al mondo. E’ una varietà microcristallina di gesso la cui peculiarità fondamentale è la malleabilità, qualità che lo rende un materiale facilmente lavorabile per realizzare produzioni artistiche e artigianali.
Dal punto di vista fisico, l’alabastro ha un aspetto molto simile al marmo e si presta facilmente a ricevere colorazioni artificiali.
Dobbiamo agli etruschi, insediati a Volterra, la scoperta di questo pregiato materiale. Durante il periodo etrusco e quello romano vennero sviluppate tecniche molto raffinate per la lavorazione dell’alabastro, ma è soltanto nel III secolo a.c., e forse per merito di artigiani greci, che questo materiale fu sfruttato per la realizzazione di oggetti di grandi dimensioni. Poi arrivò un periodo nero: le cave vennero abbandonate e nessuno lo lavorava più. Solo nel corso del XVIII secolo questo materiale venne riscoperto e rivalorizzato.
Le molte testimonianze sulla lavorazione dell’alabastro a Volterra possiamo ammirarle nel Museo Guarnacci e nell’area archeologica di Vallebuona.
A Volterra l’alabastro ha però uno spazio proprio, creato appositamente per mettere in risalto le sue peculiarità e la sua storia: l’Ecomuseo dell’alabastro, nato da un progetto della Provincia e volto a potenziare una lunga tradizione artigianale e artistica.
Il percorso, all’interno del museo, ha inizio dalla cava sotterranea, luogo di estrazione e lavorazione, per poi proseguire nelle sedi di Castellina Marittima e Santa Luce, fino ad arrivare a Volterra, punto museale centrale.
L’alabastro è il materiale caratteristico della cultura volterrana, tradizione nata dalla necessità di sfruttare le risorse ambientali e trasformatasi nel tempo in un sistema culturale, simbolico, sociale che caratterizza univocamente la città.
Proprio nel centro storico di Volterra troviamo veri e propri laboratori artigianali dove si possono comprare oggetti in alabastro di svariate dimensioni, forme e tipologie, sicuramente vere e proprie opere d’arte.
Tra queste aziende troviamo Alabastri Vanzi, specializzati nella lavorazione dell’alabastro e nella realizzazione di blocchi, lastre, cilindri, parallelepipedi, mattonelle e rivestimenti.
Per maggiori informazioni consultare il sito: www.alabastrivanzi.it

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