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Sigarette elettroniche dal 1° gennaio cambia l’ accisa

Detta anche e-cigarette o e-cig, la sigaretta elettronica nasce con l’obiettivo di fornire un alternativa al consumo di tabacchi lavorati come, sigarette, sigari e pipe.
Il primo brevetto risale al 1963, ma solo nel 2003 viene commercializzata per la prima volta in Cina, mentre in Italia arriverà solo nel 2011. Da pochi giorni, in tema di sigarette elettroniche, è stato approvato dalla commissione Finanze della camera dei deputati il nuovo “Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di tassazione dei tabacchi lavorati, dei loro succedanei, nonché dei fiammiferi”.
Tale provvedimento è stato varato dal governo per due motivi: per via delle accise troppo basse in Italia sui tabacchi lavorati, rispetto al resto dei Paesi europei e per dare disposizioni ufficiali in materia di prodotti da tabacco senza combustione.
Citando una parte del testo, esso prevede che le sigarette elettroniche e tutti i suoi prodotti derivati vengano “assoggettati ad imposta di consumo in misura pari al 60% dell’accisa gravante sull’equivalente quantitativo di sigarette calcolata con riferimento al prezzo medio ponderato di un chilogrammo convenzionale rilevato per l’anno 2013”. Ma, è da precisare che, nel decreto si ricorda che la vertenza giudiziaria sulla tassazione deve essere ancora conclusa, con la previsione dell’imposta di consumo al 58,5 %, come le classiche bionde, che è stata ripresentata al Tar, che a sua volta, per una questione di legittimità, ha chiesto l’intervento della Consulta.
Infatti, nel provvedimento che faceva aumentare l’accisa non venivano elencati sottoposti al regime di tale imposizione, influenzando così il diritto di libera iniziativa economica di chi si occupa di tale settore. Con l’attuale provvedimento, appunto, l’accisa non varrà per “i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio” e l’imposta potrà essere alzata massimo fino al 5% in più. Il decreto, inoltre, specifica che tale manovra porterà un gettito nelle casse statali pari a 132 milioni di euro, molto di più rispetto agli 84 previsti sulle sigarette classiche.
Le disposizioni contenute nel decreto entreranno comunque in vigore dal primo gennaio 2015.

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