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INNOVARE A TUTTO CAMPO PER BATTERE LA CRISI

Ci sono segnali macroeconomici di
superamento del punto di minima della crisi. Li leggiamo tutti i
giorni sui giornali economici e non. Infatti gli indici sugli
ordinativi e sulla fiducia dei consumatori hanno invertito la rotta.
Lo vediamo anche noi del temporary management e anche i colleghi
dell’executive search: già nei
mesi di luglio e di settembre 2009 sono cresciute sensibilmente il
numero delle richieste di manager da inserire stabilmente o
temporaneamente nelle imprese italiane e multinazionali
.
Sono segnali che fanno ben sperare. Certo è che la crisi si sente
ancora a livello di consumi. Il tasso di disoccupazione è tutt’ora
in crescita e il ricorso alla cassa integrazione o alla mobilità,
anche se ha rallentato la sua crescita, è ancora molto alto. Ne
consegue che la crisi a livello di famiglie e di imprese soprattutto
di piccole dimensioni si sente e non accennerà a diminuire nei
prossimi mesi.

Quindi, in questa situazione di
potenziale ripresa nei prossimi sei otto mesi cosa dobbiamo fare?

Semplice, anche se in pratica
non lo è, dobbiamo guardare a quelle aziende, che sono calate, in
termini di fatturato, meno degli altri, o che sono addirittura
cresciute.

Dobbiamo guardare alle
imprese illuminate che hanno messo a punto una formula a prova di
crisi.

Vediamo cosa hanno fatto e
cerchiamo di imparare da loro:

  • PRODOTTO:
    in primo luogo hanno puntato sul prodotto/servizio. Hanno messo al
    centro della loro strategia il prodotto, offrendo al mercato quello
    che veniva richiesto. Lapalissiano, ma spesso dimenticato.

  • MERCATO:
    hanno internazionalizzato, uscendo dai confini nazionali e da quelli
    europei, puntando sui mercati emergenti (Bric) o storici quali
    Giappone e Stati Uniti (anche se in crisi). L’internazionalizzazione
    è avvenuta, non per sporadica ricerca di un nuovo mercato per far
    fronte al calo di quello tradizionale, ma per scelta. Di diventare
    un’azienda globale in grado di offrire lo stesso prodotto sui
    principali mercati del mondo è il loro obiettivo.

  • MARCHIO:
    le aziende vincenti hanno saputo creare un’immagine consolidata
    che ben rappresenta l’azienda sui mercati, un’immagine che si
    raccorda con quella del prodotto e dalla quale trae energie per
    rinnovarsi e per qualificarsi continuamente.

  • PRODUZIONE.
    flessibile ed efficiente, in grado di adattarsi alle necessità del
    mercato e alle manovre della concorrenza: delocalizzata,
    terziarizzata, o concentrata in Italia in funzione delle
    caratteristiche del business. Una produzione che sa seguire le
    evoluzioni competitive.

  • FORNITORI:
    acquisti di materie prime e di servizi nei luoghi e dai fornitori in
    grado di garantire contemporaneamente: consegne puntuali e veloci,
    qualità e prezzi competitivi. Creando vere e proprie reti di
    partnership coi fornitori “core”.

  • MANAGEMENT:
    squadra di vertice coesa, ristretta, flessibile e veloce. Che punta
    al concreto, ma con visione strategica, competente e che sa
    eliminare le risorse che non pedalano nella direzione intrapresa.
    Management internazionale.

  • PROPRIETA’:
    leadership imprenditoriale visionaria, chiara, decisa, senza
    conflitti tra membri della Proprietà e senza il problema del
    passaggio generazionale. Uno solo al vertice. Il padre lascia al
    figlio capace, oppure il padre lascia la direzione al manager
    capace.

  • FINANZA:
    forte dotazione di mezzi propri e intatta capacità di
    indebitamento, con una grande attenzione ai costi e ai margini.

Imparare da queste aziende
virtuose si può. Basta osservarle senza gli occhiali scuri,
cogliendo ciò che è applicabile alla propria azienda e facendo
piazza pulita dei vincoli e dei freni che rallentano il rinnovamento
aziendale.

Oggi la velocità decisionale
e realizzativa è fondamentale.

Mai come oggi bisogna
sbagliare poco e in fretta.

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