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Lavoro, tra colleghi l’unione fa la forza

Cresce nella percezione dei lavoratori di tutto il mondo, italiani compresi, il valore della cooperazione professionale. Secondo gli ultimi dati del Randstad Workmonitor, in Italia il 67% dei dipendenti ritiene di passare oggi più tempo di quanto non facesse cinque anni fa collaborando con i colleghi. E proficuamente: dai dati raccolti da Randstad, che ha sondato nel terzo trimestre 2014 l’atteggiamento dei lavoratori nei confronti della cooperazione sul posto di lavoro, emerge infatti con evidenza come la maggior parte degli italiani sia convinta di rendere meglio operando in team.
«In Italia si denota una crescente attenzione verso il lavoro di gruppo, di cui sia lavoratori che aziende riconoscono la capacità di migliorare le performance – evidenza Marco Ceresa, amministratore delegato di Randstad Italia-. Merito della maggiore disponibilità dimostrata dai dipendenti a imparare le buone pratiche della cooperazione tra i colleghi. E delle aziende che oggi incoraggiano la collaborazione, anche se ai datori di lavoro viene chiesto un ulteriore investimento per la formazione del team, sia in termini di risorse che di tempo dedicato». Aiutati da tablet, smartphone e da tuti quegli strumenti tecnologici che favoriscono la collaborazione permettendo di comunicare facilmente anche a distanza, i datori di lavoro si stanno dunque attrezzando per incentivare il lavoro in team, benché con esiti non pienamente soddisfacenti. Almeno stando al giudizio dei dipendenti italiani, secondo i quali le aziende adottano sì pratiche e processi che sostengono la collaborazione, ma non a sufficienza. In particolare, sono 8 su 10 gli italiani convinti che il proprio datore di lavoro potrebbe e doverebbe investire più tempo nell’incentivare la collaborazione. Prima sfera di miglioramento individuata dagli intervistati è proprio quello tecnologica. Nonostante prediligano la collaborazione a stretto contatto e il lavoro faccia a faccia, preferito a quello da remoto, gli italiani lamentano infatti un non adeguato supporto alla formazione di team virtuali. Solo il 55% del campione riconosce effettivamente alla propria azienda il merito di garantire tutti gli strumenti necessari a rendere possibile ed efficace il lavoro di gruppo e a distanza.

Altro possibile ambito di perfezionamento riguarda poi la composizione della varie squadre di lavoro, ritenute più funzionali quando varie e diversificate. È infatti ormai ampiamente riconosciuto che integrare elementi diversi nel gruppo sia un valore aggiunto per ottenere migliori risultati: avere in squadra persone differenti per esperienze di lavoro, competenze e capacità, ma anche per età, sesso e background culturale, migliorerebbe sensibilmente la resa della cooperazione professionale.
Anche sotto questo punto di vista, quindi, alle aziende è richiesto di fare meglio: solo per il 59% dei dipendenti intervistati, sono effettivamente forniti tutti i mezzi utili a facilitare il lavoro in diverse squadre.

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