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Dalle foglie di palma al tetrapak: tutti i gusti degli imballaggi


Avete mai fatto un trasloco? Se sì saprete di certo di cosa si tratta. Ma anche se avete sempre vissuto a casa con i vostri genitori,che non si sono mai mossi di lì, saprete di cosa sto parlando. Infatti, a meno che non viviate in qualche remotissima isola deserta, che in quanto tale non vi può ospitare, avrete messo almeno una volta il naso e le mani dentro un supermercato. Tutto, o quasi, ha bisogno di essere imballato. A proposito di isola deserta, basterebbero anche un po’ di foglie di palma.L’imballaggio è veramente dappertutto. Nelle forme e nei design più svariati. Materie prime (come le foglie di palme con le quali nei paesi tropicali si confeziona il cibo tradizionale) o materiali prodotti a seguito di una progettazione industriale.

Più o meno un grande fratello che invece di scrutare protegge e conserva i nostri cibi, vestiti, libri, elettrodomestici e tecnologie varie durante il loro viaggio verso il luogo di vendita. Pensate all’imballaggio alimentare: non riguarda solamente i cibi industriali, ma anche, per esempio i prodotti ortofrutticoli. Quando facciamo la spesa nei supermercati possiamo scegliere tra il munirci di guanti e sacchettino e selezionare la frutta e la verdura che desideriamo e l’acquistare i pacchetti preconfezionati. Glialimentari confezionati sono un po’ come il charter dell’ortofrutticolo, insomma.

Dal punto di vista ecologico è importante che gli imballaggi siano costituiti da materiali facilmente riciclabili o smaltibili. Nella lingua tedesca esiste persino una parola per indicare il sovrautilizzo degli imballaggi rispetto all’effettiva necessità. Si chiama Verpackungsflut: l’eccesso di imballaggio dei prodotti commerciali. Se qualcuno si è preso la briga di inventare un termine significa che il fenomeno non solo esiste ma ha preso decisamente piede. Lavorazioni meccaniche di precisione permettono di produrre i prodotti tecnologici così come li conosciamo, ma talvolta anche l’imballaggio richiede una buona dose di impegno in fase di progettazione e lavorazione.

Per molte merci, infatti, l’imballaggio è indispensabile. Alcune tipologie di imballaggi, per ottemperare alle loro funzioni, devono essere prodotte a seguito di una attenta progettazione industriale. Per esempio, i materiali da cui sono costituiti gli imballaggi alimentari devono essere a norma di legge e garantire la conservazione del prodotto fino alla data di scadenza indicata sulla confezione.

Ma quanto vasta è la categoria di imballaggio?Esistono tre tipologie di packaging, a prescindere dal materiale utilizzato. L’imballaggio primario serve a vendere il prodotto singolarmente. Pensiamo, per esempio, ai contenitori dello yogurt, alle bottiglie di acqua o di vetro che ci permettono di contenere e trasportare l’acqua dovunque andiamo.

L’imballaggio secondario è invece quella confezione che permette la vendita collettiva di un certo numero di unità. Una volta rimosso, resta il prodotto con il suo imballaggio primario. La tripletta di yogurt, per intenderci. L’imballaggio terziario, infine, è quello destinato al trasporto e pertanto nella maggior parte dei casi non arriva mai all’utilizzatore finale.L’imballaggio insomma ha tutta una sua storia che non ripercorreremo qui, ma come fare a non nominare nemmeno le celeberrime bollicine di plastica? Quelli degli anni Ottanta sanno bene che una buona porzione della loro felicità infantile è derivata dallo scoppiarle allegramente fino a rendere l’imballaggio inutilizzabile!Comunque un vero imballaggio, almeno dal punto di vista etimologico dovrebbe essere rotondo infatti imballare significa proprio avvolgere e tenere assieme a mò di palla un gruppo di cose. Insomma, contiene e protegge, un po’ come l’utero materno.

Infine, i cambiamenti della società si riflettono anche sulle caratteristiche dell’imballaggio. L’imballaggio primario di unità molto piccole si sta infatti diffondendo con il crescere della cosiddetta spesa dei single. La produzione e l’imballaggio di unità alimentari destinate a una singola persona piuttosto che a un’intera famiglia permette di diminuire gli sprechi di cibo altrimenti quasi inevitabili.

L’imballaggio, tra le varie cose, è anche il primo strumento di marketing, qui ovviamente ci riferiamo all’imballaggio primario. Infatti, l’imballaggio è la prima cosa che vediamo di un prodotto. Pensiamo alle confezioni dei biscotti o dei cereali che soggiornano a lungo sul nostro tavolo mentre noi facciamo colazione.Insomma, l’imballaggio protegge e conserva le cose e, al contempo le abbellisce e le pubblicizza; alla fine è un po’ quello che fanno i vestiti che indossiamo…

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