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Il commerciale è la persona più importante al mondo

Con questa storia della crisi siamo ormai abituati ad ogni tipo di ricetta per rilanciare l’economia, dall’uscita dall’euro fino al taglio della spesa pubblica. Tutte ricette praticabili come la pasticceria subacquea. L’unico, vero motore dell’economia è e rimarrà sempre il consumo, piaccia o non piaccia. Se la gente consuma, le fabbriche producono e se le fabbriche producono allora pagano anche gli stipendi della gente che consuma.
Semplice, un po’ banale, prevedibile e sempre uguale, sono fatti un po’ così, gli uomini e i mercati. Quindi i consumi vanno rilanciati, per lo meno dove questo è ancora possibile. E qui entra in gioco la figura del Commerciale al quale spetta il compito, arduo se non impossibile , di togliere la propria clientela dalla trincea in cui si è arroccata negli ultimi anni. Ovviamente mi riferisco a quella clientela che ha ancora sangue nelle vene, che esiste, ma vedendo la mal parata ha seppellito il portafoglio in attesa di tempi migliori. Ecco perché il commerciale è la persona più importante del mondo. quindi il nostro eroe, il commerciale, si trova davanti al peggiore degli scenari: recessione, paura di spendere, competitors che svendono il prodotto per sopravvivere almeno un altro mese. La cosa piu’ semplice da fare, per chiunque, sarebbe quella di starsene seduti ad aspettare che passi la nuttata.
Per tutti ma non per il commerciale, che per una legge del mercato sacrosanta, vive di fatturato, non di cartellini timbrati, quindi o fattura o è a far le pratiche all’ufficio di collocamento.
E’ una legge forse crudele, ma dura lex sed lex , ergo la ragione ce l’ha il tizio più antipatico della storia del cinema. Dopo aver visto questa scena si possono fare mille considerazioni, all’italiana: sono americanate, facile fare il figo quando hai già una clientela storica, bla bla bla. La verità, allo stesso tempo terribile e salvifica, è che quello stronzo ha perfettamente ragione, se fai il commerciale non conta un cazzo la presenza, il sorriso, se sei un buon cattolico o se aiuti i randagi del quartiere. Conta solo la firma sulla linea tratteggiata, tutto il resto è poesia. Fare il commerciale ti da l’opportunità di raccontare a te stesso mille bellissime favole sul perchè la tua partita i.v.a. rende meno di uno stipendio medio da impiegato: la crisi, la concorrenza sleale, il prodotto scadente etc. etc. Prendere coscienza del fatto che queste siano enormi, soffici e comodissime balle è la porta per accedere al vero campo di battaglia del commerciale, ovvero la zona di comfort. I risultati arrivano quando combatti la tua zona di comfort, quando visiti il cliente che ti stà sulle palle, quando vai al corso di aggiornamento che eviti da anni, quando fai (anche) quello che non ti piace fare. In pratica la lotta, quotidiana e sanguinosa, è contro te stesso, contro la tua pigrizia, contro la tua inerzia, contro il bar, contro facebook e tutto quello che ti distrae da quella linea tratteggiata. E non esiste avversario piu’ tosto. Ecco perché il commerciale è il lavoro piu’ difficile del mondo
Angelo Roversi

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