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Stacanovista batte Stakhanov 170 a 102, nelle miniere ucraine.

Sembra di essere ripiombati negli anni Trenta, quando la sfida tra l’URSS di Stalin e gli Stati Uniti di Roosevelt si batteva anche a colpi di notizia, specie sul mondo del lavoro. Allora, nacque il mito di Stakhanov e dello stacanovismo: 102 tonnellate di carbone estratte in poco più di 5 ore e mezza, con un nuovo sistema che aveva messo a punto lui stesso con la squadra. Era il 1935 e nacque così lo stacanovismo, il mito del lavoratore instancabile, sempre votato a migliorare la produttività e, soprattutto, disinteressato ai propri diritti al riposo, alla sicurezza sul lavoro e agli aumenti salariali.
Persino i carrieristi si definiscono stacanovisti quando lavorano 15 ore per avanzare di grado e di stipendio, tanto quanto un’insegnante stacanovista corregge i compiti di notte: insomma Stakhanov ha aiutato a definire e uniformare tante categorie nel mondo del lavoro. Eppure, sembra che il record del mitico Aleksandr sia stato battuto, surclassato da Sergej Scemuk un minatore proveniente dall’Ucraina che in una giornata ha estratto 170 tonnellate di carbone come nulla fosse, lavorando una sola notte! Altro che Stakhanov, altro che valutazione rischio stress lavoro correlato, soprattutto in tempi come questi, dove il lavoro in miniera sarà più sicuro di un tempo, il suo martello pneumatico è più leggero ma le condizioni ambientali sono sempre difficili, la prevenzione e la sicurezza dagli infortuni è sempre trascurata e il compenso non sembra mai abbastanza.

I colleghi gli rimproverano che così dovranno lavorare di più, che il suo successo è ottimo ma che le questioni sono altre, eppure, questo lavoratore ha dato un po’ di lustro alla categoria e una sferzata positiva all’Ucraina di Yanukovich, presidente filorusso sempre al centro di polemiche e ribaltoni. Dopotutto, però, furono proprio loro a decidere la sua vittoria.

Le conseguenze mediatiche, quindi, saranno solo positive. Le conseguenze personali, anche, visto che Scemuk ha ottenuto un giorno di permesso per guardare la sua squadra in tv (è la squadra di calcio dei minatori) e metà stipendio in più. Le conseguenze sulle condizioni di lavoro, invece, non saranno così confortanti visto che la sicurezza scarseggia e i salari della regione sono bassi. Nel 2007 morirono 88 lavoratori e altri ne rimasero feriti o dispersi nella miniera di carbone a Donetsk, nel 2009 in 272 rimasero intrappolati nella vicina Makiivka a causa di un temporale. Carbone e zolfo sono le risorse della zona orientale dell’Ucraina e la vita nel distretto non è stata mai semplice.
L’epopea di Stakhanov sembrava dare lustro ad un URSS produttiva, collettivista e votata al lavoro. Nell’Ucraina di Yanukovich le difficili situazioni sono quantomeno diverse e già la rivoluzione arancione si era scagliata contro la corruzione e il lassismo. Forse la notizia di Scemuk lavoratore-perfetto agli occhi dell’establishment sarà un modo per rilanciare la vecchia immagine della regione come cuore produttivo filorusso.

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