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Bullstar by Mastercycles: come trasformare una Yamaha Dragstar 1100 Classic in un bel chopper

E così la Mastercycles mette a segno l’ennesimo colpo. Questa volta è toccato alla moto di Alex, lo stilista del gruppo, una Yamaha Dragstar 1100 Classic: ora tutto fuor che questo aggettivo.
Il team Mastercycles non si fa remore di una povera moto come mamma l’ha fatta, e prende in mano ben più che volentieri i ferri del mestiere per far nascere un altro gioiellino su due ruote.
Il flessibile si anima, la saldatrice non vuole essere da meno, e tra le mani dei nostri ragazzi si formano i pezzi unici che andranno a trovare sulla Dragstar il loro posto preciso, come tessere di un puzzle mosse da mano abile.
Alex e Simone, amanti del minimalismo, non aspettano altro per levare tutti i fronzoli inutili dalla moto.
Iniziano a prender forma i primi pezzi: il parafango anteriore, corto e a filo ruota; il parafango posteriore non vuole di certo essere tanto più grande, ed allora ecco un nuovo elemento, corto e pulito, con quel minimo d’aria dalla ruota, per mantenere una piccola escursione all’ammortizzatore del forcellone, giusto per i viaggi da affrontare in due.
Proprio nel leveraggio del retrotreno, intervengono Luca e Alessandro, donando alla linea della moto un nuovo profilo molto più low.
Sempre al tornio si formano altri pezzi unici per scarichi, fari, e altre parti più o meno visibili.
Gli scarichi provengono da una coppia di terminali in disuso, accorciati, forniti di nuova flangia finale e ricromati; ora calzano a pennello per questo progetto.
Dal lato opposto sbuca il nuovo portatarga Mastercycles, ancorato al forcellone tramite una staffa studiata appositamente per rendere il tutto il più possibile mascherato dalle linee già esistenti, senza crearne di ulteriori.
A questo fa capolino un fanalino di coda piccolo e senza tanti fronzoli, semplice e pulito come piace al nostro team.
Due piccole frecce bullet, una sella home-made su misura con cuciture rosse, e il posteriore della moto è finito.
L’avantreno non può rimanere di certo come mamma Yamaha l’ha fatto, giammai!
Ecco allora spuntare, oltre al nuovo parafango già citato, un manubrio fatto in casa, basso senza alcun rialzo, accompagnato da nuove manopole e uno specchietto un po’ alla “Marlboro Man”.
E poi il tocco che dona quell’aspetto duro e incazzato, il faro di un Night Rod viene incastonato tra le forcelle; due piccole frecce a led ai suoi lati completano il tutto.
Pedane rivisitate e altre piccole chicche disseminate qua e là regalano solamente ulteriori punti a questo progetto.
Al nostro quinto uomo, Andrea, spetta adesso la messa a punto del motore dopo la sostituzione degli scarichi e dell’aspirazione con un elemento filtrante K&N.
Tra le sue mani passa anche l’impianto elettrico.
La moto ora è pronta per le pistole di Paolo Teso, fido amico e verniciatore ufficiale dei ragazzi della Mastercycles; grazie a lui, ora tutto viene definito con svariate mani di nero profondo a specchio.
Solo i cerchi, per creare un po’ di contrasto, diventano neri opachi.
Quasi finita, manca ancora qualcosa però; entra in gioco quindi Luca Baccari, assieme a Paolo il verniciatore, l’altra spalla dei nostri ragazzi.
Aerografie e pinstriping sono il suo pane quotidiano, e proprio con dei pinstriping rossi e bianchi impreziosisce i parafanghi e il serbatoio.
Al parafango posteriore non fa mancare nemmeno il logo Mastercycles realizzato in foglia argento.
La moto è pronta per farsi ammirare, ecco a voi BULLSTAR della Mastercycles!

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