Quando si parla di medicina olistica bisogna rifarsi all’origine greaca della parola che deriva “olos” che significa: intero, globale. Quindi si usa per intendere un insieme alla rgato di discipline tra le quali possiamo annoverare la medicina cinese, quella tibetana, quella ayurvedica ed altre. Tutte sono accumunate da uno stesso approccio alla salute. Secondo queste discipline ogni essere vivente, che sia umano o animale, o anche addirittura, vegetale viene inquadrato come un organismo complesso costituito dalla interazione tra corpo e mente. L’eesere vivente, viene, così ad essere considerato nella sua globalità e non solo dal punto di vista fisico come, invece, approccia la Medicina Classica (MC). Questo è il primo fattore che differenzia la medicina olisitica da quella classica; il II fattore importantissimo è rappresentato dal fatto che la MC considera la parte fisica, quella meta-fisica e poi considera l’interazione dell’essere vivente col mondo esterno e quindi non lo considera come un elemento a sè stante ma come, quello che in fisica si definisce un sistema aperto, ovvero un sistema che interagisce con l’eterno. Bisogna porre particolare attenzione, quindi, all’equilibrio Soma/Psiche (soma dal greco “corpo, materia” e Psiche “mente, intelletto”). E’ su questo equilibrio che si fonda tutta la MO (medicina Olistica); quando si interagisce con un paziente che manifesta dei sintomi che sono rilavabili a livello fisico bisognerà indagare anche al livello mentale e verificare che i due elementi siano in equilibrio. Nonostante questa visione sia fortemente osteggiata negli ambienti più strettamente accademici si sta facendo strada nelle Neuroscienza, nella Biocibernetica e nella PNEI.