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Gli orefici della Fabbrica del Gioiello

…..E il progetto continua
Riprendo e cito pari pari l’intestazione del nostro gruppo su Facebook:"La Fabbrica del Gioiello si propone di continuare e proiettare nel futuro l’immensa tradizione artigiana della gioielleria valenzana.Questo progetto si concretizza soprattutto quando, interpretando i desideri dei nostri clienti, realizziamo stupendi oggetti unici. Selezioniamo noi stessi i diamanti e le gemme che useremo per avere sempre il meglio da proporre.
Crediamo che nell’anima di tutti alberghi una scintilla di creatività.
La nostra missione è interpretarla nel linguaggio dei gioielli".
La storia antica di Valenza, travagliata quanto basta, non credo che in questa sede troverebbe la rilevanza che merita. E’ però fuori di dubbio che,se vogliamo trovare il perchè della presenza di così tante ditte orafe dobbiamo per forza fare un passo indietro. Sappiamo che l’attività orafa in Valenza nacque dall’iniziativa del sig. Vincenzo Morosetti che impiantò un laboratorio nella cittadina di allora. Immagino che i discepoli del maestro Morosetti abbiano fondato loro volta altri laboratori e così via fino ad arrivare ai giorni nostri in cui non si può più scindere la realtà valenzana dalla produzione di preziosi.
Mio padre, classe ’35, ha sempre fatto l’orefice riuscendo ad aprire un laboratorio suo abbastanza in fretta. Io, si può dire, sono cresciuto sentendo il rumore dei trapani che girano, il sibilo delle fiamme ossiacetileniche, guardando le abilissime ceriste e pulitrici lavorare assieme a mia madre. Mio padre mi portava con sè in altre fabbriche e ne ricordo bene alcune somiglianti a grotte: muri neri, scatole, polveri, le”tolle” di stagno, i seggiolini di legno, le centrifughe e i cilindri per fondere l’oro.
Il tutto in uno spazio estremamente esiguo con solo una finestrella per far uscire il fumo.
Da questi posti uscivano oggetti bellissimi, intrisi di abilità manuale, fantasia e una quantità significativa di impegno e sudore.
D’altronde è vera la massima di Edison secondo cui il genio è 10% ispirazione e 90% traspirazione. Ed è in questo genio che risiede la fortuna di Valenza.
Nel preciso, estenuante a volta alienante a volta esaltante lavoro manuale di gioielleria.
Ci sono altri modi di produrre preziosi, vedi ad esempio qualsiasi altra realtà orafa italiana. Vi sono macchine che sfornano automaticamente chilometri di catename. E non le fanno neanche male, anzi. Macchine che saldano, piegano, che assemblano pezzi creando gioielli. E’ inutile dire che anche Valenza si è inquinata della tecnologia. Non poteva non succedere e se fosse andata diversamente sarebbe stato molto romantico ma assolutamente sconveniente.
Le fabbriche, grazie agli interventi legislativi, sono tutte belle, arieggiate, ordinate con impianti a norma.
Ma se qualcuno vuole un anello molto particolare, una spilla con i brillanti della fedina della nonna o ha un disegno che vorrebbe vedere realizzato mi dispiace ragazzi, ma è qui a valenza che deve venire. La Fabbrica del Gioiello fa parte di questa tradizione e questo ci motiva e ci spinge avanti. Immaginateci, per favore, a lavorare in una specie di grotta. Immaginateci artigiani burberi, con la barba lunga e un pò induriti dal contatto quotidiano con il metallo. Spiegateci cosa cercate oppure cercatelo nelle nostre proposte. Contattateci e soddisferemo la vostre richieste.Ci trovate su http://www.lafabbricadelgioiello.com o allo 0131/928330.Info anche su [email protected]

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