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Gesù e due grandi drammaturghi contro l’art. della Costituzione Italiana

Gesù
e due grandi drammaturghi contro l’art. 1 della Costituzione
Italiana!!


 Georg
Buechner e William
Shakespeare li conosciamo tutti.

Pochi di noi sanno quanto entrambi individuassero nel lavoro e nella sua
celebrata mistica, l’origine di molti,  se non tutti,  mali della
società umana.

In "Leonce e Lena" commedia
in tre atti,  Buechner fa dire ad uno dei suoi personaggi: "E io
divento primo ministro e farò emanare un decreto per cui, chi si fa
crescere calli alle mani, venga fustigato; chi si ammazza da lavoro
sia perseguito come criminale e, chiunque si vanti di guadagnare l
proprio pane col sudore della fronte, sia dichiarato pazzo pericoloso
per la società umana
; e noi, infine, ci mettiamo all’ombra e
preghiamo Dio che ci conceda maccheroni, meloni e fichi e ugole
musicali, corpi classici e una comoda religione
". Ma Buechner forse aveva mutuato questa
visione del lavoro dal grande Shakespeare, il quale ne "La Tempesta",
atto secondo, fa dire a Gonzalo: "Nel mio stato governerei ogni cosa
all’incontrario. Non ammetterei alcun genere di commercio, nessun
titolo di magistrato
; le lettere sarebbero sconosciute, ricchezza,
povertà, servitù, svanite; contratti, successioni, limiti, confini di
terra, coltivazioni, vigne, niente. Nessun uso di metalli, grano, vino.
olio. Nessun lavoro, tutti gli uomini in ozio, tutti, e così le donne,
ma innocenti e pure. Nessuna sovranità…
."

Certo, si potrebbe obiettare che si
tratta di eleganti iperboli provocatorie. perchè in realtà i due artisti
erano dei gran lavoratori dal punto di vista creativo ed artistico..
forse è così, ma è pur vero che a due sensibilità geniali quali quelle
di Buechner e Shakespeare non poteva sfuggire come la celebrazione del
lavoro celasse l’incapacità di arrestarsi e contemplare, la tragedia di
consegnarsi schiavi alle logiche della produttività, dell’arrivismo,
della competizione e dello sfruttamento, ottusi e sordi alle bellezze
della vita e dell’universo. 
Ancora prima di loro Gesù
esortava : "Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né
mietono, né ammassano nei granai
; eppure il Padre vostro celeste li
nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si
dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? E perché vi
affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo:
non lavorano e non filano.
Eppure io vi dico che neanche Salomone,
con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.
" (Matteo
6,24,34)
Il grande Maestro ci vuole
rendere liberi attraverso la capacità di pregare, di osservare e di
guardare, emancipandoci dalle catene dell’efficientismo o dell’apatia, i
due poli della opulenta società occidentale.
Riguardo alla nostra
Costituzione, poi,  la parola "lavoro" è assolutamente generica: quale
lavoro? Quello delle case farmaceutiche che producono veleni? Quello
delle fabbriche di armi che producono morte? Quello  dei giornalisti che
producono gossip e false notizie? Potrei continuare ancora per molto,
tanto la lista dei lavori "sporchi" è lunga. Detto questo dunque non
sarebbe più giusto che il primo articolo della Costituzione italiana
venisse modificato in: "L’Italia è una Repubblica democratica fondata
sull’Amore"?
Sofia Angeli www.consaggezza.com

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