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La rivendicazione sionista della terra di Israele si basa sui testi dell’Antico Testamento, secondo il quale gli ebrei che anticamente popolavano quelle terre sono il popolo eletto a cui Dio ha concesso la Terra Promessa. Al di là del fondamento di tale rivendicazione quello che vogliamo adesso far osservare è ben altro:
La quasi totalità della popolazione ebraica mondiale non ha alcun legame storico, geografico o genetico con la terra di Israele. La rivendicazione è basata su un castello di sabbia asciutta frutto di una lunga manipolazione di massa.
Golda Meir, un Primo Ministro Israeliano, disse al Le Monde nel 1971 : “Questo paese esiste in quanto mantenimento di una promessa fatta da Dio stesso. Sarebbe ridicolo porsi domande in merito alla sua legittimità ”.
Di seguito:
La condanna che non è preceduta dall’indagine è la massima forma di ignoranza
Albert Einstein.
Punto I: Origine geografica degli Ebrei (askenazi).
Ad affermare che la gran parte degli ebrei non ha alcun legame genetico con l’Israele biblico ed in generale con i semiti sono diversi intellettuali antropologi (Arthur Koestler in The Ththirteenth Tribe: The Kazar Empire and Its Heritage, Sandor Nagy, The forgotten Cradle of the Ungarian Culture; S. W. Baron A Socila and Religious History of the Jews), tra cui persino alcuni ebrei, che nelle loro diverse opere hanno confermato la discendenza ebraica dal popolo dei Khazari (un popolo importantissimo quanto poco conosciuto che era distribuito sulle attuali terre della Russia meridionale fino alle montagne del Caucaso).
Alfred M. Lilienthal, ex funzionario del Dipartimento di stato statunitense, ha definito questi fatti il “tallone di Achille di Israele” perché dimostrano che le rivendicazioni sioniste non hanno aclun fondamento.
Chi erano i Khazari e le prove del loro legame con gli abrei.
Secondo gli storici i Chazari discenderebbero dalla tribù dei Tukik nota con il nome di Unni. Lo loro vasta collocazione vedeva occupare i luoghi dall’Asia centrale, Europa centrale, Siberia, Cina
ed India settentrionale. La popolazione risultava un insieme di diverse tribù frutto dell’incrocio di molti popoli orientali come i Cinesi ed i Sumeri.
Nel 740 d.C. circa, il re khazaro Bulan si convertì alla religione giudaica e tutto il suo popolo fece lo stesso. Leggenda vuole che il re fu spinto a compiere questo passo da alcune visioni, ma si trattò chiaramente di una mossa politica per evitare di essere assorbito dal mondo cristiano da una parte, e quello islamico dall’altra.
Ciò che oggi è certo è che i Khazari, antenati di almeno il 90% di quelli che oggi definiamo “ebrei” (ebrei ashkenazi) non avevano nulla a che spartire con Israele.
Punto II: il legame dei Khazari con i Sumeri. Origini non semite.
Il legame dei Khazari con i Sumeri è fondamentale per comprendere i fatti di oggi.
Di questo particolare punto ci serviremo delle parole di David Icke (tra parentesi le nostre osservazioni):
Una frazione del popolo Khazaro, nota come i Magiari, discendono dal popolo Sumero. Pare che i Magiari fossero un popolo nomade di origine settentrionale che parlava una lingua di origine ugro-finnica. Ma secondo quanto scrive Sandor Nagy, in The Forgotten Cradle of the ungairan Cukture , il popolo che divenne noto con il nome di Magiari era in realtĂ costituito da Sumeri che erano stati cacciati dalla fertile terra che oggi coprrisponde all’Iraq. Nagy cita molti esempi per mostrare le somiglianze tra la lingua sumera, il magiaro antico e l’attuale lingua magiara (ungherese).
(Notate che lo studio delle origini delle lingue è uno strumento potentissimo per comprendere l’evoluzione storico-geografico di un popolo)
“Gli archeologi e i linguisti inglesi, francesi, e tedeschi hanno concluso che la lingua delle antiche iscrizioni sumere non era nè indoeuropea, nè semitica, ma una lingua che presentava parecchie affinitĂ con il gruppo linguistico allora noto come turanico e che comprendeva l’ungherese, il turco, il mongolo, e il finnico ( e che in seguito venne designato ural-altaico).
Alcuni studi hanno dimostrato che la lingua sumera e quella ungherese hanno piĂą di mille radici etimologiche comuni e una struttura grammaticale molto simile.
KĂ lman Gosztony, professore di filologia sumera alla Sorbona, ha dimostrato in Sumerian Etymological Dictionary and Comparative Grammar (Dizionario etimologico di sumero e grammatica comparativa) che la lingua ungherese è quella piĂą simile a quella sumera, Delle 53 caratteristiche tipiche della grammatica sumera, 51 si ritrovano in quella ungherese, a fronte delle 29 che si ritrovano nelle lingue turche, 24 in quelle caucasiche, 21 in quelle uraliche, 5 nelle lingue semitiche e 4 in quelle indoeuropee . Le somiglianze tra il sumero, l’ungherese, e altre lingue sono confermate da prove archeologiche e antropologiche.
L’impero khazaro cadde dopo una serie di guerre e invasioni che culminarono con la calata dell’Orda d’Oro dei Mongoli, ricordata soprattutto per il suo capo Gengis Khan. Man mano che veniva meno il loro potere e la loro influenza, i popoli khazari cominciarono a emigrare in varie direzioni. Ecco cosa dice S. W. Baron della terra dei Khazari in A Social and Religious History of the Jews:
“La sua popolazione venne per lo piĂą assorbita dall’Orda d’Oro, che fece del territorio dei khazari il centro del suo impero. Ma prima e dopo dell’invasione mongola, i khazari si diffusero nelle terre slave non ancora conquistate, contribuendo così a creare i grandi centri ebrei dell’Europa orientale” corrispondenti alle attuali Polonia e Lituania. Gli "Ebrei" (i khazari emigrati) rivestono un ruolo fondamentale nelle leggende polacche che parlano della fondazione della nazione…Scrive Arthur Koestler:
”Sia fonti ungheresi che polacche riportano che gli Ebrei ricoprirono il ruolo di direttori della zecca, amministratori delle imposte del regno, controllori del monopolio del sale, esattori delle tasse e "prestatori" di danaro" cioè banchieri. Questo parallelismo fa pensare ad un’origine comune delle comunitĂ di immigranti; e, poichĂ© possiamo far risalire l’origine della maggior parte degli Ebrei ungheresi al ceppo magiaro-khazaro, la conclusione appare scontata”.
….
Secondo David Icke, ciò che accadde in quel periodo fu che il popolo conosciuto da secoli come khazaro divenne noto come popolo ebreo, e la loro vera origine andò perduta.
Tutto questo è per chiarire che numerose fonti documentano che quello che definiamo il popolo “ebreo” in origine derivò da Sumer, (“la culla della civiltà ”) e i sumeri non erano semiti (ceppo linguistico appartenente ai popoli arabi, giordani e nord africani).
Perciò è del tutto inesatto parlare di “antisemitismo” riguardo al popolo ebraico. Gli stessi ebrei, viste le lunghe persecuzioni, sono le prime grandi vittime di questa manipolazione di massa attuata da alcune potenti persone che si definiscono ebrei (come i Rothschild) ma che poi si sono dimostrati essere attivamente impegnati a portare avanti queste atrocità (finanziando Hitler, incentivando l’atroce olocausto e promuovendo infine l’instaurazione violenta di uno stato ebraico in Palestina)
Koestler scrisse che la storia delle origni degli Ebrei “inizia ad apparire come il più crudele imbroglio che la storia abbia mai preparato”.
Così continua Artur Koestler:
“la grande marcia verso occidente venne ripresa….e continuò senza interruzioni per quasi tre secoli fino alla seconda guerra mondiale, divenendo lo strumento principale per la formazione delle attuali comunità ebraiche dell’Europa, degli Stati Uniti e di Isralele”.
e ancora:
“geneticamente essi [gli ebrei] sono più vicini agli Unni, Uiguri e ai Magiari che alla progenie di Abramo, Isacco e Giacobbe. In questo caso, il termine “antisemitismo” perderebbe ogni significato, essendo basato su un equivoco di fondo condiviso sia carnefici che dalle vittime.”
Punto III. Il Sionismo è un movimento politico estremista seguito da una minoranza molto potente
ll termine sionismo deriva dal monte Sion, il primitivo nucleo della città di Gerusalemme. "Gerusalemme" deriverebbe dalle radici ur, cioè altura, montagna, e shlm, pace: quindi monte (poi città ) della pace. Il movimento sionista fu fondato alla fine dell’Ottocento, con lo scopo di creare uno stato ebraico in cui potessero trovare una patria tutti gli Ebrei sparsi nel mondo e spesso perseguitati. Il sionismo acquistò nuova forza a seguito dell’Olocausto,o Shoah, cioè dello sterminio degli Ebrei ad opera dei nazisti. Theodor Herlz è il fondatore dell’organizzazione del movimento sionista
Gli Ebrei si suddividono in due grandi gruppi, gli Ashkenazi e i Sefarditi, che una volta erano situati in Spagna e Portogallo. Daniel Elazar, al Centro di Gerusalemme per gli Affari Pubblici, scrisse che “alla fine dell’undicesimo secolo, il 97 (novantasette) per cento degli Ebrei era Sefardita, ma la percentuale cambiò drammaticamente nel corso dei secoli e nel 1931 gli Ebrei Ashkenazi erano oramai il 92 per cento del Mondo Ebraico”.
Esiste infine una esigua minoranza nota come Ebrei Mizrahi, che discendono dalla comunitĂ ebree stanziali del Medio Oriente, gli unici veri ebrei semiti completamente ed armoniosamente integrati con la cultura araba da secoli.
Oggi gli Ashkenazi dominano completamente la società israeliana sia nel numero che in termini di controllo. Organizzazioni ebree come la Anti Defamation League (ADL. Lega antidiffamazione) prendono di mira costantemente chiunque osi criticare il movimento politico Sionista etichettandolo come razzista quando la stessa Israele è una stretta e fiera società gerarchica basata sul principio della razza.
Jack Bernstein, un ashkenazo americano trasferitosi in Israele scrive a tal proposito in un articolo ( the life of an American Jew in Racist-Marxist Israel) la gerarchia vigente nel paese da lui stesso definito Razzista-Marxista.
“Gli Ashkenazi sono in cima alla società , chiaramente, seguiti dai Sefarditi e dopo, ironicamente, arrivano gli Ebrei Mizrahi, che discendono dalla comunità ebree stanziali del Medio Oriente. Al fondo della botte ci sono i neri Ebrei Etiopici che si sono a lungo lamentati del razzismo a cui sono sottoposti dai loro fratelli superiori. Sotto a tutti questi stanno ovviamente gli Arabi Palestinesi”.
Non sono né gli ebrei né gli arabi a rappresentare l’origine dei problemi in Palestina, ma quel movimento ideologico moderno che risponde al nome di sionismo.
La propaganda dei media internazionali ha, nel tempo, associato il sionismo all’ebraismo, usando i due termini quali sinonimi; in tal modo, chiunque si mostrasse critico nei confronti del movimento sionista veniva immediatamente giudicato, di conseguenza, anche anti-semita, con tutto quello che questa infame accusa comporta.
In realtà il sionismo è un movimento di ispirazione laica, nato nel XIX secolo ed inizialmente osteggiato dalla maggioranza degli ebrei, in quanto il suo presupposto risulta blasfemo all’interno della dottrina ebraica.
Come ebbe a dire il Rabbino Aharon Cohen, dell’associazione Neturei karta:
“l’Ebraismo e il Sionismo sono due concezioni totalmente e diametralmente opposte. L’Ebraismo è un antico modo, che risale a migliaia di anni fa, di vivere secondo la volontĂ di Dio, pieno di contenuto morale, etico e religioso. Il Sionismo è relativamente giovane – poco piĂą di cent’anni – ed ha una concezione secolare e nazionalista, completamente priva di etica e di morale. Tuttavia, bisogna dire che ci sono gruppi religiosi, tra il Popolo Ebraico, che sono stati influenzati ed infettati dalla filosofia nazionalista sionista ed hanno, scorrettamente e falsamente, “attaccato” il Sionismo addosso all’Ebraismo, andando contro gli insegnamenti dell’Ebraismo come è stato tramandato da generazioni.[…]
[Dalla diaspora] fino ai giorni nostri il Popolo Ebraico è, per decreto divino, in esilio, nel quale noi dobbiamo essere leali cittadini delle nazioni in cui ci troviamo e ci è proibito sotto giuramento di tentare di uscire dall’esilio con le nostre forze. Ci è proibito sotto giuramento di tentare di formare un nostro Stato in Palestina. Trasgredire questi divieti costituirebbe una ribellione contro i voleri del Dio onnipotente e siamo a conoscenza delle gravissime conseguenze di un tale tentativo. […]"
Conclusioni
La rivendicazione della terra di Israele non ha alcun fondamento storico così come non ha alcun fondamento storico definire il popolo ebreo “semita”. Dobbiamo stare attenti all’uso improprio che viene volutamente fatto di certi termini per confondere noi e le carte in tavola.
Il controllo sionista della maggior parte dei media permette l’esistenza di un network che non darà mai agli Arabi una benché minima possibilità di giustizia o di comprensione dei fatti reali. Idem per il pubblico generale: la possibilità di sentirsi dire la verità .
Troppo spesso infine, quando l’uomo ascolta una notizia del genere, è talmente assuefatto da simili scandali che non gli da quasi più peso. E’ così che lo status quo si perpetua.
Tags: censure, incoerenze, manipolazione di massa, sionismo
Dai rom che non pagherebbero il biglietto dell'autobus ai soldi…
Avete giĂ sentito parlare della sigaretta elettronica Ego 900 ma…
Si è sentito parlare in mille modi della sigaretta elettronica…
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