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Eucaristia, santa cena e presenza reale di Gesù studio biblico

Eucaristia
Voglio ricordarvi come fu stipulata la Vecchia Alleanza sottolineandone le precise e non casuali modalità.
In Esodo 24,9 leggiamo: Allora Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza, che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».
Mosè quindi prese il sangue dei giovenchi e con esso asperse il popolo.
Notiamo qui che il sangue era fisicamente presente, la Vecchia Alleanza fu fatta con il sangue del sacrificio, non solo a parole.
“Uno stesso sangue fu asperso da Mosè sul popolo e sulle pietre dell’altare che rappresentava Dio.
Vi è una relazione un po’ misteriosa nel libro del Levitico (capitolo 17) riguardo al sangue. E’ scritto con insistenza che “il sangue espia in quanto è vita” e ancora che “la vita di ogni essere vivente è il suo sangue, in quanto sua vita”. Dunque una stessa vita doveva tenere unito il popolo ebreo al suo Dio. Questo il significato profondo del rito compiuto da Mosè. Quasi tredici secoli dopo questo evento, Dio farà un ‘ Nuovo patto ’ non più con un solo popolo ma con tutto il genere umano. Vi sarà ancora una vittima, vi sarà ancora del sangue. La vittima sarà il Figlio di Dio, Gesù il Cristo. Egli verserà il suo sangue negli spaventosi supplizi della sua passione fino alla morte di croce.” (cfr Anna Maria Cenci, Il Timone n.50)
Non bisogna dimenticare il gesto di Melkisedek, figura del sacerdozio che non tramonta, figura di Cristo, che non offrì l’immolazione di animali ma pane e vino come sacrificio di lode al Dio Altissimo (Gn 14,18). Questo gesto così misterioso, diverso, insolito per la mentalità sacrificale dell’epoca sarà svelato da Cristo nel Nuovo Testamento. I sacrifici cruenti lasceranno il posto a quello incruento, unico sacrificio di Cristo, che s’immola come agnello di Dio, col Suo corpo glorioso, ormai libero dalle leggi fisiche umane, ogni giorno sugli altari di tutte le Chiese, per essere gloriosamente presente in mezzo a loro, in maniera nettamente diversa rispetto alla sola presenza spirituale, ottenibile con la preghiera. Il Pane del Cielo si dona per essere mangiato dai fedeli, e diventare un tutt’uno con essi.
Se analizziamo bene le parole e i gesti che Gesù fece nell’ultima cena, tenendo presente la modalità con la quale è avvenuto il Vecchio Patto, non possiamo fare a meno di notare che il punto fondamentale per i due patti è la presenza fisica del sangue.
Nel primo vi fu la presenza fisica e reale del sangue, ne consegue che nel secondo vi doveva per forza essere la stessa presenza di sangue. Oltre al sangue sparso sulla croce, Cristo rinnova ogni giorno il suo sacrificio in maniera gloriosa. Ecco che le parole di Gesù “questo è il mio corpo che è dato per voi” e “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi” ci indicano la presenza del suo sangue, in quel preciso momento, notiamo che Gesù durante l’ultima cena non parla al futuro, ma al presente. Infatti, non dice: “questo sarà il mio corpo, e questo sarà il mio sangue, che verserò per voi.” Se analizziamo la frase, risulta palese che è tutta al presente, cioè il suo corpo e il suo sangue li ha dati da mangiare agli apostoli in quel preciso momento della santa cena. Del resto se voleva stipulare il Nuovo Patto sulla croce, nel momento in cui tutti poterono vedere il suo sangue scorrere, poteva farlo benissimo, pronunciando quelle parole dall’alto della croce, magari facendo discendere un torpore simile a quello che colpì Abramo per la Vecchia Alleanza. Non ci fu nessun torpore, ma piuttosto il cielo si oscurò e le tenebre avvolsero quel luogo, nessuno, infatti, capiva veramente ciò che stava accadendo. In quel momento non capivano che il mistero della salvezza si stava adempiendo davanti i loro occhi avvolti dalle tenebre. Ci volle la discesa dello Spirito Santo per la Pentecoste, per squarciare quelle tenebre, con una luce radiosa e purificante. Gesù vuole la fede prima di ogni altra cosa, è facile credere dopo aver visto, ma negli insegnamenti del Maestro è sempre presente il mistero, vi sono sempre elementi chiaramente spiegabili con la ragione umana, e altri che per crederli è necessaria la fede. Se gli insegnamenti e le azioni di Gesù fossero tutti umanamente ben provabili e scientificamente spiegabili, la fede non sarebbe più necessaria, basterebbero la fisica e la matematica per credere in Lui. Invece il chiaro-scuro in cui è avvolto tutto il suo insegnamento dà spazio a chi vuole credere come anche a chi non vuole. Dio non obbliga nessuno a credere, ecco perché troviamo misteri nel suo insegnamento, chi crede merita la salvezza, perché si fida della Sua Parola. Il Padre vuole la fiducia dei figli, se la riceve, li premia con la vita eterna. La fiducia è qualcosa che va oltre la ragione umana, qualcosa che ci viene data dall’alto.
Probabilmente se Cristo avesse pronunciato le parole della nuova alleanza dalla croce e poi magari ne fosse sceso, tutti i presenti avrebbero creduto, forse, ma la fiducia avrebbe lasciato il posto alla matematica, facendo leva sull’equivalenza “io credo perché ho visto e toccato”, matematico. Di questo passo il cristianesimo non sarebbe durato a lungo, perché tutte le genti che non assistettero al sacrificio sulla croce non avendo visto e toccato non avrebbero creduto. Figuriamoci poi tutte le generazioni future, ecco l’importanza della fiducia.
Del resto anche gli scribi e farisei chiesero più volte a Gesù di dimostrare in maniera inequivocabile la Sua potenza, in modo che essi potessero finalmente credere. Gesù scelse di non farlo, forse per un profondo atto di misericordia nei loro confronti, in modo da non renderli inescusabili, qual’ora anche assistendo ad un portentoso prodigio avessero trovato degli ulteriori cavilli per non credere.
Resta il fatto che Gesù fece il Nuovo patto il giorno prima del suo sacrificio sulla croce, e che il Patto, come da prassi biblica esigeva la presenza reale del sangue.
Colui che aveva cambiato a Cana l’acqua in vino, colui che aveva creato tutto, compreso il sangue umano, poteva forse aver difficoltà a rendere presente il suo sangue in quel preciso momento?
Sicuramente no, ma il chiaro-scuro fa parte del mistero della salvezza, agli apostoli era stato preannunciato quell’evento, ed erano rimasti sbigottiti e frastornati nell’udire ciò che per loro era impossibile da realizzarsi, cioè mangiare la carne del proprio maestro e berne il sangue.
Che valore avrebbe la nostra fede, se vedessimo veramente il corpo e il sangue di Cristo nell’Eucaristia? Non si tratterebbe più di credere in fede, ma semplicemente di costatare visivamente e poi magari anche scientificamente.
Certo se nell’ultima Cena avrebbero visto materializzarsi il corpo e il sangue di Gesù nel pane e nel vino, avrebbero creduto senza difficoltà, ma la fiducia nel loro maestro sarebbe scomparsa.
Gli apostoli credettero per fiducia, e ancora oggi la Chiesa crede che ogni volta che si celebra la Santa Messa si rinnova il nuovo patto tra Cristo è l’umanità credente.

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