No Banner to display
Le periferie romane, ovvero una realtà fatta di emarginazione, degrado, isolamento e povertà: non si tratta di un’esasperazione dialettica, ma è la triste verità. Non sempre si parla di quanto accade nelle periferie romane perché si tratta spesso di questioni scomode. Tra le periferie più degradate di Roma vi è senza dubbio Corviale: noto come il Serpentone, sorge sulla Portuense e rappresenta un eco mostro, un esempio di come non dovrebbe essere l’architettura moderna delle case, pur se popolari. Vi è poi Bastogi, quartiere dimenticato da tutti: tra i quartieri di Roma con la fama peggiore, spesso anche eccessivamente romanzata, Bastogi è divenuto tristemente noto sulle pagine di cronaca nera per vecchie storie di violenza e criminalità. Il Quartaccio, quartiere nel quale non si capita casualmentee dall’ aria non propriamente familiare. Via Andersen è la strada principale della zona, costeggiata da ambo i lati da una fila di edifici bassi, grigi e rossi: il tipico colore delle case popolari. La Borgata Fidene sorge a nord est di Roma: nata negli anni ’60 come conseguenza al fenomeno di edilizia intensiva esploso in quel periodo e che ha portato alla crescita di quartieri come Conca d’Oro, Val Melaina, Nuovo Salario e Serpentara. Il Bronx di Torrevecchia, nome colorito e coreografico: situato nella zona nord-ovest di Roma e soprannominato così dai suoi stessi abitanti per via dell’aspetto architettonico degli edifici che lo compongono. Il Bronx è un enorme agglomerato di cemento senza colore che sembra quasi inghiottire le numerose famiglie che ospita al suo interno. Il disagio maggiormente visibile del quartiere riguarda la pulizia: anche qui cartacce e rifiuti sono infatti uno sfondo costante del panorama e gli spazi verdi che si alternano tra un palazzo e l’altro ne sono l’emblema. La scarsa pulizia delle strade trova poi un’eco nella sporadica raccolta dei rifiuti: i cassonetti posti in fondo al Bronx non sono sufficienti in rapporto al numero elevato degli abitanti e i rifiuti si ammucchiano sulla strada emanando odori sgradevoli che con il caldo vengono amplificati ed entrano perfino nelle case. Il Laurentino 38, noto per i suoi ponti: doveva inizialmente essere una microcittà autosufficiente e perfettamente attrezzata secondo la stessa ispirazione architettonica che ha dato vita anche al Corviale. Un sogno che purtroppo non si è mai realizzato. Laurentino 38 nasce negli anni ’70 per ospitare i baraccati delle campagne che lavoravano nella città. Si è ritrovato nel tempo avvolto dal degrado e incapace di rispondere qualitativamente alle esigenze dei suoi abitanti. Primavalle, periferia a nord di Roma: un tempo una borgata rossa che ha vissuto da dentro i grandi movimenti degli anni ‘60 e ’70, nel cuore del tumulto politico. Lo sviluppo di Primavalle è frutto del lavoro autogestito degli abitanti: Via di Forte Braschi, collegamento cruciale con via della Pineta Sacchetti, è nata pezzo dopo pezzo negli anni ’70 strappando terreno alla campagna incolta. E’ quel passato di lotta armata e spacciatori gambizzati che ha condannato a lungo il quartiere, ancora alle prese con una brutta reputazione pure se le cose sono cambiate.
Tags: periferie, periferie di roma, periferie romane
Covid, analisi francese su The Lancet lancia dure accuse a…
“I tuoi dati sono un tesoro”, il Garante lancia…
Grazie ai trust è possibile salvaguardare un patrimonio o una…
Your email address will not be published.
Δ