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Tag Emanuela Sabbatini

Rassegna Perugini: pioggia di applausi per La Mandragola di Machiavelli

La storia è quello di un inganno. Consumato un po’ per amore e un po’ per desiderio. Quando il sipario si schiude ci troviamo in una piazzetta della Firenze del 1504, sulla quale centralmente si affaccia la chiesa di Frate Timoteo. A cingerla, e ad essere via d’accesso per altrettanti vicoli, due archi dai quali si dipartono le mura protese in direzione della platea. Stupisce la grande cura prospettica della scenografia, che ben rende lo studio della prospettiva tipico degli anni a cavallo tra ‘400 e ‘500. Ad introdurci alla storia, proprio come nella migliore commedia plautina, il cantore, un davvero eccellente Claudio Pesaresi, attore e regista della messa in scena.

Sasha Waltz, Travelogue: diario di viaggio quotidiano

A diciannove anni di distanza, Sasha Waltz torna on stage, danzando con un corpo di ballo misto, fatto di coloro che quel Twenty to eight lo misero in scena per la prima volta e nuovi performer; un impasto di vecchio e nuovo che ben rende qualcosa che ieri come oggi parla ancora di noi. E la prima sensazione è che in quella cucina in technicolor sbiadito, stretta tra due pareti oblique quel tanto che basta a ricordare un po’ di Caligari e portarci nella sua Germania, Sasha Waltz ci sia rimasta.

Glory Holes, stati di piacevole passaggio

Giulio Stasi, drammaturgo, regista e attore teatrale ci ha chiesto di rientrare in quell’incavo di passaggio tra dentro e fuori, tra due stati fatti di posizioni diametralmente opposte: parola e silenzio, entrata e uscita, buio e luce, incanto e disincanto, orgasmico piacere e temibile disgusto.

Glory Holes, performance di 11 minuti andata in “scena”, (mai come in questo caso le parole sono un impedimento), per la rassegna romana Short Theatre, ci chiede proprio di farci piccoli, di tornare in uno stato quasi fetale e di perderci nell’ombra del Macro Testaccio per poi ritrovarci rannicchiati in cilindri rassicuranti ed inquietanti al tempo stesso. In silenziosa attesa di qualcosa, qualcuno, guardando oltre, confortati solo dalla luce flebile di una candela collocata all’estremità opposta a quella dove ci è chiesto di sederci.

A Popsophia, la Rocksophia di Eugenio Finardi

In circa tremila ieri sera si sono mossi per ascoltare musica e parole di uno dei più grandi cantautori italiani dei nostri tempi. Bluesman, rocker, attivista della musica di protesta, Eugenio Finardi ieri è approdato a Popsophia raccogliendo gli applausi e i consensi di un pubblico che è sconfinato ben oltre gli spazi di Lido Cluana e si è riversato in strada. Due i mega schermi istallati per consentire la visione dello spettacolo al vasto pubblico accorso.
Il padrone di casa, Evio Hermas Ercoli, per l’occasione ha ceduto il microfono alla responsabile culturale del Tg1 Maria Rosaria Gianni, che ha accompagnato lo svolgimento della serata dialogando con l’artista milanese.

POPSOPHIA CHIUDE CON MUSICULTURA

Popsophia si è chiusa così ieri sera, con Eugenio Finardi seduto in prima fila, i coriandoli a colorare il cielo e poi il palco, un bagno di folla accorso in Piazza XX Settembre e le ultime note cantate all’unisono di “Ciao ciao bambina” di Modugno. Per dirla con poche parole Popsophia si è chiusa con lo spettacolo “Viaggiar cantando canzoni e canzonette” della Compagnia di Musicultura.
Un gran finale che sancisce una collaborazione tra due delle più importanti realtà culturali nazionali che condividono la stessa terra natale, le Marche.

Quando l’arte manda segnali. Intervista a Clet Abraham

L’abbiamo conosciuto per strada, mentre distratti passeggiavamo tra le vie delle nostre città. Ci ha strappato un sorriso tra uno sbuffo e l’altro immersi nel traffico cittadino. L’abbiamo incontrato anche a Roma, al Teatro Valle Occupato. Possiamo ignorarne il nome eppure in lui ci siamo imbattuti quasi certamente…o meglio, in una delle sue opere.
Stiamo parlando di Clet Abraham, sticker urban artist, nato in Francia, ma ormai di casa qui nel Bel Paese, con uno studio personale nella città di Firenze.
Il suo regno è la strada dove trasforma, senza mai escluderne la leggibilità, i noiosi segnali stradali in opere d’arte. Come? Con ironia e intelligenza…e con qualche sticker removibile.
È illegale direte. Sì, lo è ma è proprio questo labile confine tra opposti a delineare la sua filosofia. Noi abbiamo scambiato qualche battuta con questo simpatico personaggio.

Musicultura XXIII edizione, buona la seconda!

Altri quattro finalisti, grandi ospiti e il consueto show Frizzi style, per un’arena gremita di gente.Tra gli ospiti Pino Daniele, Fabio Concato, Pacifico, Mark Strand. In finale NaElia, L’Orage, premiati anche, rispettivamente per il miglior progetto discografico e per la musica.

Musicultura Festival, la prima serata è nel segno di De Gregori

La XXIII edizione del Musicultura Festival giunge alle sue battute finali ed è tempo di decretare chi degli otto vincitori debba aggiudicarsi il premio/borsa di studio di ventimila euro. Accedono alla finale i Lettera 22 e Tommaso Di Giulio& Bal Musette Motel. Tra gli ospiti Maram Al-Masri, Francesco De Gregori, Enzo Avitabile, Alessandro Benvenuti

Il Renato Sellani trio chiude la tredicesima edizione di “Jazz in Provincia”

Si è chiusa ieri sera al Teatro Conti di Acqualagna, con una premiazione di tutto riguardo, la tredicesima edizione della rassegna “Jazz in Provincia” che anche quest’anno ha portato grandi musicisti della scena contemporanea nei teatri del territorio di Pesaro Urbino. Il “Furlo Jazz Award”, premio con il quale si riconoscono i meriti ottenuti dai musicisti di terra marchigiana che con la loro genialità si sono contraddistinti a livello nazionale e internazionale, questa volta va ad un big del jazz italiano. Si tratta di Renato Sellani.

Nella Capitale giungono i “Segni” di tre giovani artisti marchigiani

Se quindi ci ritroviamo a girovagare per le strade del quartiere San Lorenzo a Roma, alla ricerca della Galleria “Come se” dove si tiene la mostra d’arte contemporanea “Segni” è, in primo luogo per indagare il senso primo della traccia, per capire se c’è fondamento nell’affermazione di Apollinaire “Si può dire che la geometria è per le arti plastiche ciò che la grammatica è per l’arte dello scrittore”. In secondo luogo perché Gloria Cervigni (scultrice), Hernàn Chavar (pittore) e Marco Cingolani (scultore) sono tre artisti marchigiani approdati nel cuore della capitale.

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