No Banner to display

Article Marketing

article marketing & press release

Il Renato Sellani trio chiude la tredicesima edizione di “Jazz in Provincia”

Il Fano Jazz Network consegna il premio Furlo Award al pianista senigalliese


di Emanuela Sabbatini


ACQUALAGNA (PU) – Si è chiusa ieri sera al Teatro Conti di Acqualagna, con una premiazione di tutto riguardo, la tredicesima edizione della rassegna “Jazz in Provincia” che anche quest’anno ha portato grandi musicisti della scena contemporanea nei teatri del territorio di Pesaro Urbino. Il “Furlo Jazz Award”, premio con il quale si riconoscono i meriti ottenuti dai musicisti di terra marchigiana che con la loro genialità si sono contraddistinti a livello nazionale e internazionale, questa volta va ad un big del jazz italiano. Si tratta di Renato Sellani. Pianista senigalliese, classe 1926, il “Leopardi del jazz”, parafrasando Jannacci, che fino a pochi anni fa non possedeva nemmeno un pianoforte.
Ironico e istrionico, un po’ uomo di palco, avvezzo allo show di parola e un po’ intimista, introspettivo e malinconico, Sellani cattura il pubblico per due ore buone proponendo un percorso a colori vari nel suo mondo musicale. Ad accompagnarlo il suo trio: Amin Zarrinchang al contrabbasso e mister Massimo Manzi alla batteria.
Una compenetrazione perfetta tra elementi ritmici e melodici e una naturalezza espositiva che mai scade nel già detto. Il trio viaggia sulla stessa lunghezza d’onda, e l’improvvisazione giunge con così tanta precisione e saggezza da divenire spazio espressivo connaturato alla melodia. Il maestro Sellani offre uno stage diving di emozioni. Amante di situazioni intimiste e liriche, apre il concerto con un piano solo di George Gershwin. L’atmosfera si fa subito pacata, giocando, però, di rotture e disarmonie tenui in cui la sospensione è spazio necessario ad interrompere banali sentimentalismi. La batteria e il contrabbasso si aggiungono successivamente, accompagnano e dialogano. Sellani suggerisce sviluppi, variazioni sul tema melodico e poi lascia che a seguirli siano le improvvisazioni ritmiche di Manzi e le corse veloci delle dita sulle corde di Zarrinchang. Ama la melodia Sellani, e deve amarla davvero molto per riuscire a giocarci così tanto da perderla, ritrovarla, e trasmutarla in un guizzo dell’anima. È con Manzi poi che si realizza forse il gioco migliore: i due si doppiano e si rispondono, si fanno il verso e ammiccano. A sorridere non è solo il trio ma anche il pubblico in sala. Sellani poi sceglie la strada pericolosa dell’omaggio per ricordare Lucio Dalla, amico e stimato collega. Il rischio è quello solito, trascendere nello stucchevole esercizio di sentimenti patinati e retorici. Ma Sellani è un artista intelligente e offre un medley tra “Torna a Surriento” e “Caruso”. La malinconia e lo struggimento esistono, è inevitabile, ma il maestro fa molto di più. Le oltrepassa, offrendo insieme poesia e disperazione, il chiarore della dolcezza nella più cupa tristezza. E terminata l’esecuzione ci ritroviamo con un lieve sorriso sulle labbra, come a dire che in quell’omaggio, abbiamo carezzato il ricordo senza mai trascendere nella banalità cui ci hanno abituati i coccodrilli televisivi.

Con “Corcovado” torna l’energia e il ritmo si fa bossanova. Poi i pezzi di Irio De Paula sino alla prima chiusura, quella con “Estate” e poi l’effettiva con l’omaggio a Bindi.
Conclusa la rassegna “Jazz in Provincia”, ora il Fano Jazz Network si prepara per il festival estivo. Martedì prossimo infatti, si presenta il programma della ventesima edizione del “Fano Jazz by the sea”, che, con partenza venerdì 20 luglio, si propone di allietare le calde serate estive.

Leave A Comment

Your email address will not be published.

Article Marketing