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“In Onda” Estate – La7 sceglie la maleducazione

Durante questa torrida estate, che confonde le idee, ci si chiede perché La7 abbia sostituito i due conduttori della seguita trasmissione “In Onda”… ogni sera alle ore 20.30, con due ruvidi esemplari di quello si credeva non fosse più di moda, ossia “l’aggressivo–maleducato”.
Intorno agli anni ’70 si ricorda uno dei maggiori esempi del genere, il memorabile Paolo Villaggio, che diede vita al tedesco Professor Kranz. Si trattava di un tipo molto cattivo che maltrattava il pubblico, scendendo le scale a perdifiato e richiedendo assurde prestazioni. Molti rimasero scioccati dal coraggio che aveva nel mostrarsi così sgradevole e non fu facile comprenderlo, per poi iniziare a sorridere delle sue malefatte.
Più tardi il trash, fatto di urla, provocazioni e schiaffi, prese piede pian piano fino a raggiungere il culmine negli anni ’90, ma da qualche tempo le televisioni hanno fatto marcia indietro, riproponendo un modello più consono alle norme del vivere civile. Non è prerogativa de La7 presentare trasmissioni che causano fastidio allo spettatore, pur allineandosi ad una corrente politica, ma non succede lo stesso nel caso preso, qui, in esame.
La gentile signora di In Onda, sprovveduta e di parte, spesso strizza i begli occhi come a volersi sottrarre a quello scomodo ruolo (chi glielo ha fatto fare?), evidentemente troppo timida e insicura per affrontare personaggi pubblici che, davanti alle telecamere, se le cavano egregiamente.
L’intervistatore, giornalista più conosciuto dal grande pubblico ed apprezzato per lo spirito caustico con cui commenta gli eventi, nonostante i chiari sforzi per essere all’altezza del compito, non riesce a celare il disprezzo e l’insofferenza che lo distinguono, due caratteristiche non sempre condannabili, ma fortemente in contrasto con il ruolo d’intervistatore televisivo.
E’ del tutto inaccettabile, inoltre, che entrambi rimarchino la loro posizione senza impegnarsi in un dialogo, che pretendano risposte solo di un certo tono, che non si esimano dall’espressione del giudizio, dal biasimare la vita e le opere dei malcapitati ospiti. Ne consegue che questi ultimi, ormai consapevoli del rischio cui vanno incontro, si presentino già in atteggiamento difensivo, esibendo veemenza e sarcasmo per evitare di essere trattati come marionette, il che accade puntualmente e in ogni caso.
Sarebbe meglio sostituire all’istante i sostituti con giornalisti che sanno quel che fanno, corredati di una giusta vivacità ma, di certo, non sgarbati e saccenti come le due comparse che disdegnano l’autocritica. Probabilmente La7, conscia dell’impatto che l’antipatia ha sul pubblico, pronto a sbirciare la bruttezza per dare maggior significato alla propria vita, continua imperterrita: in fondo una commedia indecente ha più seguito di un prodotto ben fatto e, a volte, pure un tantino noioso.
A questo punto non resta che sorbirsi un tale pittoresco spettacolo o rinunciare all’informazione fino a settembre e, soprattutto, augurarsi di non sperimentare la stessa pena per dimostrare quel che non si è né, tanto meno, si diventerà.

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