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Un’altra Sardegna, da riscoprire a cavallo

L’Epifania che tutte le Feste si porta via è appena passata, ma perchè non organizzare almeno mentalmente la prossima vacanza estiva? Le mete turistiche talvolta rischiano di essere inflazionate e con esse le abitudini degli italiani, che spesso preferiscono l’estero, con la scusa che l’estero è decisamente meglio ed è più esotico e più alla moda. Così non è difficile rinvenire intere greggi di nostri connazionali in località che sono diventate delle periferie un po’ più lontane delle nostre città: Formentera, Pukhet, Sharm El Sheik, Ibiza, Amsterdam, Praga e Budapest. Più che mete turistiche sembrano essere diventate dei raduni religiosi tricolori.

La riscoperta del nostro paese invece merita attenzione per ovvii motivi, uno dei quali è che abbiamo le migliori attrazioni del mondo. La Sardegna, per esempio, viene presentata nei media in modo abbastanza distorto, che non sappiamo quanto bene faccia all’immagine generale dell’isola, una specie di grande atollo tropicale conficcato nel Mediterraneo.

La patinata copertina offerta dalle più svariate cronache mondane dell’estate è solo la buccia, che ricopre l’albume. Il tuorlo è ancora meglio ed è rappresentato da quella Sardegna nascosta che non viene mai fuori nei rotocalchi scandalistici o nei servizi di Studio Aperto (e meno male!). Insistiamo su questo punto perchè pensiamo che si debba rendere giustizia a una terra che fortunatamente non è solo "mare e billionaire". La particolarità della grande isola è quella di unificare in uno spazio grande, ma non infinito diverse caratteristiche che ben si adattano a delle novità turistiche. Oltre le spiagge c’è la montagna e ci sono alcune zone, soprattutto nel Nuorese, nelle quali il connubio tra mare e monti è così spettacolare che vi sembrerà di trovarvi di fronte a una cartolina.

Le lunghe falesie della zona – costoni di roccia granitica che affondano su un mare verde cristallino – suggeriscono più di una volta l’idea di risalire da valle per vedere dove nascono i ruscelli che di tanto in tanto si vedono affogare tra una caletta e l’altra. Se c’è un mezzo di trasporto adatto a esplorare la Barbagia questi è il cavallo, antico aiutante dell’uomo in queste terre ibride, un po’ selvagge e un po’ moderne, con quel gusto rustico che ti fa capire di essere arrivato in una landa vergine, straniera, misteriosa.

I percorsi per una vacanza a cavallo in Sardegna sono davvero interessanti e offrono uno spunto per una sensazione diversa, vissuta all’insegna dell’avventura, a stretto contatto con le bellezze naturalistiche dei luoghi, mai banali, comuni o scontati.
Il fatto interessante è che la Sardegna fu percorsa a cavallo dai cosiddetti viaggiatori dell’ottocento, cioè degli stranieri, più o meno noti, che girarono l’isola in lungo e in largo, attraversando contrade e sentieri, tra mari e montagne e scrivendo dei diari più o meno attendibili. Il grande scrittore sardo Sergio Atzeni smitizzò questa figura un po’ mitica e un po’ miope, che contribuì non poco ad incentivare dei bizzarri stereotipi sui Sardi, visti come popolo incolto e dedito alla Vendetta.

Di buono, per tutti i turisti a venire, cioè noi e i viaggiatori stranieri, c’è che lasciarono delle vere e proprie guide di viaggio, che oggi è veramente stuzzicante ripercorrere, non solo con la memoria, ma proprio cavalcando: le cosiddette ippovie. I centri equestri di Gavoi e della Barbagia sono rinomati e offrono questa incredibile opportunità, grazie all’interessamento dell’ente provinciale e di appassionati, che organizzano eventi a cavallo legati spesso a motivi culturali.

Un’occasione, insomma, per poter ammirare un’altra Sardegna, sfruttando l’animale che meglio l’ha rappresentata nei secoli: il cavallo.

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