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Gite fuori porta Milano: scopri Padova con Mi Guidi

Per una pausa dalla città, Mi Guidi vi accompagna in una gita fuori porta a Padova, tra gli affreschi di Giotto, le specialità gastronomiche e gli storici caffè.

Spesso non è necessario spingersi molto lontano per riuscire a concedersi una giornata di relax e svago, siamo sicuri che basterà una gita fuori porta Milano per sentirsi già meglio e ricaricarsi un pò! Mi Guidi, affermata realtà nel panorama culturale milanese che negli anni ha saputo distinguersi perché in grado di offrire all’utente la possibilità di conoscere Milano da punti di vista differenti, non propone esclusivamente mostre e visite guidate, ma anche gite al di fuori della città. E come spesso succede, per trovare posti splendidi è sufficiente spostarsi di pochi chilometri.

Uno delle gite fuori porta a Milano più interessanti proposte da Mi Guidi è quella a Padova.
Per il grande desiderio che avevo di vedere la bella Padova, culla delle arti sono arrivato (…) e a Padova sono venuto, come chi lascia uno stagno per tuffarsi nel mare, e a sazietà cerca di placare la sua sete»: così declama Shakespeare nel La bisbetica domata. Siamo intorno al 1590, momento d’oro per la città veneta, che poteva a pieno titolo essere annoverata fra le capitali culturali d’Europa insieme a Firenze e Venezia. Questo grazie al prestigio della sua Università, fondata nel 1222, e alla folla di artisti e pensatori che qui vissero o lavorarono: da Giotto, che affrescò la meravigliosa Cappella degli Scrovegni, a Filippo Lippi, Mantegna, Paolo Uccello, Donatello, Leon Battista Alberti. Nella sua università Galileo insegnò per un decennio, la stessa dove si è laureata la prima donna della storia, quella dove ancora oggi c’è, omaggio alla scienza e al desiderio di conoscenza, il più antico teatro anatomico in legno, perfettamente conservato!

Insomma, l’atmosfera patavina era animata da una grande vitalità: sia scientifica, tanto che qui nacque anche il primo orto botanico pubblico d’Europa; sia religiosa, come dimostra la devozione per Sant’Antonio, cui fu dedicata una maestosa basilica; sia politica, con le animate discussioni risorgimentali del Caffè Pedrocchi che portarono alla rivolta contro gli austriaci nel 1848.

Per vedere scorrere una dopo l’altra tutte le epoche precedenti di Padova basta prendere un espresso al Caffè Pedrocchi: di eleganza neoclassica al piano inferiore – in netto contrasto con le guglie neogotiche del fratello Pedrocchino – al superiore in ogni stanza gioca con uno stile diverso, spaziando dall’etrusco al barocco. Il Pedrocchi era detto «il caffè senza porte» perché non chiudeva mai, nemmeno la notte.

È il primo dei «senza» per cui è famosa la città: senza porte il caffè, senza nome Il Santo. Sì, perché qui non è necessario chiamarlo, e in effetti non lo si chiama, nemmeno nella via a lui dedicata: tutti sanno che si tratta di Antonio, le cui onoratissime spoglie riposano nella monumentale basilica costruita a cavallo del 1300, che con le sue cupole orientaleggianti evoca San Marco. Nelle pasticcerie cittadine, ad esempio Lilium, a pochi passi da Palazzo Zabarella, si trovano diversi tipi di dolci dedicati al Santo, in genere a base di mandorle e amaretti. Talmente buoni che le guardie del corpo che un tempo servivano a proteggere Antonio dagli slanci della folla sarebbero ora utili per difenderci dalle tentazioni.

Durante la vostra gita fuori porta a Padova vi accorgerete che è una città che ti accoglie chioccia sotto i suoi portici, tanti, lunghi, ininterrotti, che ti conducono da una parte all’altra e non te ne accorgi, preso come sei a guardarti intorno: una piazza, i Signori, un’altra, le Erbe, un cantone, al Gallo, un caffè, il Pedrocchi. E poi il ghetto, la basilica del Santo, che protegge e veglia su tutti, il Prato della Valle, che di erba non ne ha!

Ma Padova è per gli amanti dell’arte, soprattutto, Giotto. Padova è gli Scrovegni, è quella rivoluzione dell’arte che si opera, come un miracolo, all’inizio del Trecento. E non lo lascia più. Il battistero, l’oratorio di San Giorgio, il palazzo della Ragione: il viaggio proposto da Mi Guidi sarà come un’immersione dentro quella nuova lingua, parlata per la prima volta dopo l’antichità in modo così semplice e chiaro, così comprensibile a tutti.

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