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Il turismo in Italia: trend del 2012, tra cultura e tradizione.

Siamo ormai nel pieno dell’autunno e con il tardivo arrivo dei primi freddi, gli italiani traggono definitivamente le conclusioni riguardo l’andamento della passata stagione estiva. Tale particolare attenzione ai dati economici è dovuta all’ormai endemica crisi che ha sconvolto tutto l’indotto del turismo che, storicamente, rappresenta una punto saldo nel panorama economico italiano.
Nonostante tutto però, secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale del Turismo di Unioncamere-Isnart, il Bel Paese rimane una delle mete preferite dei viaggiatori italiani e stranieri, che attribuiscono ai servizi offerti al turismo punteggi molto elevati, come ad esempio 8,3 per la qualità dell’enogastronomia e 8,2 per la pulizia degli alloggi e la cortesia delle persone.
L’attuale situazione economica del Paese però porta sempre di più gli italiani a passare le ferie a casa (il 14% secondo Unioncamere) e chi si concede un’uscita (in media 1 italiano su 3), tende generalmente a ridurre la durata della propria vacanza a non più di 3/4 giorni. Gli operatori turistici si rivolgono quindi sempre più verso la domanda estera e valorizzando le singole – e anche meno conosciute – qualità del proprio territorio.
Cambiano dunque i turisti, ma cambia soprattutto il modo di far turismo: mentre infatti si conferma l’interesse degli stranieri verso il Bel Paese, sempre più italiani cominciano a preferire il turismo culturale. In soli 2 anni si è registrata una crescita del 20% del turismo culturale interno (dati Osservatorio CartOrange). Negli ultimi 10 anni, infatti il turismo culturale è cresciuto più di tutte le altre tipologie: le presenze di italiani sono cresciute del 17%, quelle di stranieri del 54% .
Gli italiani cercano sempre di più nuove mete, un modo alternativo di visitare il Paese, andando a scoprire quei gioielli nascosti di cui l’Italia è ricca, ma anche ritrovando il patrimonio artistico più noto andando a conoscerne in maniera davvero profonda il significato e la storia.
E parlando di luoghi poco noti, ma soprattutto estranei al turismo di massa, è possibile citare a titolo di esempio il territorio della bassa Campania ricco di meravigliose attrattive in grado di sposare il binomio mare e montagna, assolutamente competitive rispetto alle mete turistiche più gettonate, come la costiera cilentana o, ancor più, quella amalfitana. Cresce sempre di più il desiderio di un turismo green ed innovativo che la Campania può soddisfare andando incontro alle esigenze più disparate in termini di gusti e di portafoglio.
Salerno, in particolare, sembra godere di un presente turistico piuttosto florido, confermato dagli ingenti investimenti delle amministrazioni locali, come ad esempio il nuovo scalo turistico Marina d’Arechi che, con i suoi 1000 posti barca, si propone come uno dei maggiori porti del Mediterraneo. Investimenti destinati non solo ad una crescita del turismo, ma anche dei posti di lavoro stabili con un evidente ritorno sull’economia dell’intera regione. Come sempre, sull’iniziale investimento pubblico si attivano poi gli indotti di in-coming e dunque di reinvestimento da parte dell’ intero settore, dal resort a 5 stelle fino ai B&B.
Soprattutto le piccole strutture ricettive sono e – per snellezza – possono essere particolarmente attente ad investire sul territorio e su un turismo destinato alla scoperta di nuove località e di nuove esperienze -ambientali, economiche, artistiche, culturali, gastronomiche. “Sono convinto che il turismo può essere inteso come valorizzazione delle risorse ambientali. Un turismo che miri a conservare e non a consumare” – afferma Daniele Abbondanza, responsabile di salernoantica.com , un bed&breakfast situato nel cuore di Salerno e di recente apertura – “Il turista deve integrarsi nella realtà del nostro territorio e diventare elemento di sviluppo e di recupero della nostra tradizione. Il mio compito come albergatore è sempre più quello di guidare l’ospite nella conoscenza delle ricchezze della nostra terra, anche attraverso sapori e tradizioni di una volta, perseguendo l’obiettivo di promuovere una serie di itinerari non noti, ma di grande interesse, dove si stanno recuperando tradizioni locali, artigianali, gastronomiche, musicali.”
Si conferma anche a Salerno dunque il successo di un turismo sempre più culturale, volto alla riscoperta delle tradizioni e della cultura dei luoghi ospitanti: negli ultimi due anni, infatti, il salernitano ha guadagnato – secondo l’Osservatorio Nazionale – ben 100mila turisti, che hanno tra le loro mete non solo le famose costiere, ma anche i templi di Paestum e altre località emergenti.
“Oltre alla celebre costiera amalfitana e all’opposta costa cilentana,” prosegue Daniele Abbondanza di Salerno Antica, “la nostra provincia presenta località altrettanto preziose, quali ad esempio Pertosa, con le sue grotte, Teggiano con i suoi monumenti medievali e rinascimentali, la certosa di Padula, Contursi-Terme con i suoi centri termali, il parco archeologico di Buccino che rappresenta un unicum, una serie di altri siti archeologici non noti, ma di grande interesse e che partono dalle grotte abitate nel neolitico, a siti romani, a luoghi medievali. I collegamenti stradali sono ovunque abbastanza facili e le zone distano a meno di un’ora dalla città. Così come risulta oramai ottimo il collegamento via mare, senza dimenticare l’approdo della Msc-Crociere.”
L’attuale situazione economica nazionale, può essere dunque un’ottima “scusa” per prendere in considerazione una vacanza tutta Made in Italy alla scoperta delle bellezze nascoste di questo Paese, consentendo all’Italia di ripartire dalla sua cultura e delle sue tradizioni, storicamente invidiate da tutto il mondo.

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