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Irrigazione di Precisione: Aspetti generali

Irrigazione
di Precisione

Aspetti Generali

Nelle colture agrarie, per raggiungere il successo Agronomico
(preludio di quello Economico), la gestione dell’ acqua ed i metodi di
irrigazione sono di fondamentale importanza.

Nell’immaginario collettivo solitamente si pensa che l’acqua,
per il mondo vegetale, abbia la sola funzione di trasporto dei Sali,
solubilizzati poi assorbiti, dalle radici verso le foglie. Trascurando
così le altre fondamentali e non meno importanti funzioni:

  • Termoregolazione

  • Nutrizione

Possiamo
paragonare i vegetali a pompe osmotiche a concentrazione poiché con la
Traspirazione (evaporazione dell’acqua attraverso gli appositi organi)
le sostanze, assorbite dalle radici assieme all’acqua, si concentrano e
si depositano in attesa di essere assimilate e trasformate in prodotti
organici costituenti la base della vita del mondo animale.

La Termoregolazione nei
vegetali avviene destinando una parte dell’acqua assorbita dalle radici
all’evaporazione (tramite gli stomi delle foglie e le lenticelle della
corteccia di fusti e rami).

Il quantitativo evaporato è
variabile perché la pianta deve adattarsi all’ambiente circostante in
funzione dell’ Umidità Relativa dell’aria, della temperatura, del vento,
della fase fenologica e della luminosità.

Il principale compito della
Termoregolazione è di mantenere la pianta vitale anche in condizioni
climatiche considerate estreme per le sue normali funzioni.

A questo punto è d’obbligo
ricordare che per la Fotosintesi clorofilliana le condizioni di
Minima Vitalità
sono diverse da specie a specie (e anche per varietà
all’interno della stessa specie).

Invece le condizioni di
Massima Vitalità
sono molto simili anche tra organismi differenti
per varietà e specie.

Ad es. a 32-33 °C le piante non
riescono a convertire più nulla e ciò accade, in particolare, se questa
temperatura è concomitante a una bassa Umidità Relativa e a vento. La maggior parte delle piante
coltivate raggiunge l’optimum di conversione intorno ai 28°C e % di
Umidità Relativa superiore al 75%.

Operando in ambiente protetto,
con impianti dedicati, è abbastanza facile risolvere il problema
tropicalizzando artificialmente il clima innalzando la % di UR in
proporzione alla temperatura.

Nel caso di colture in campo
aperto si possono predisporre sistemi di distribuzione che hanno
comunque effetto di calmierare le condizioni climatiche nei momenti di
difficoltà.

Come sopra detto, oltre alla
funzione di Termoregolazione, c’è anche la funzione di Trasporto. Questa però si esaurisce
con il trasferimento delle sostanze nei vari organi dedicati
all’immagazzinamento o alla trasformazione
, con la successiva
espulsione dei rifiuti del metabolismo attraverso le radici.

Abbiamo accennato che anche la
Luminosità influenza le esigenze idriche dei vegetali e la maggior
richiesta è legata alla fotosintesi che trasforma in zuccheri l’acqua
proveniente dalle radici e l’anidride carbonica assorbita dall’aria. Quando le condizioni di luce e
ambiente sono ottimali, la richiesta di acqua a scopi nutrizionali
cresce in modo esponenziale.

L’acqua, con i suoi componenti
Idrogeno e Ossigeno, assieme al Carbonio sono i maggiori costituenti
dei tessuti vegetali, delle loro riserve e dei prodotti che ne derivano.

Non dimentichiamo poi che
l’Azoto assieme a tanti altri elementi chimici, necessari alla
formazione di tutte le sostanze alla base della Catena Alimentare (che
sostiene la Vita tutta e compresa la nostra), sono presenti in misura
molto inferiore rispetto ai tre elementi citati.

Per questi motivi, ed altri
non qui espressi per brevità, dobbiamo affrontare questa grande
rivoluzione concettuale che consiste nel considerare l’Acqua come il
primo, indispensabile ed insostituibile nutriente per i vegetali e che
quindi deve essere usata e dosata con la massima precisione.

L’obiettivo di ottenere la
massima qualità ed i più alti livelli di quantità, permessa dalla
fisiologia della pianta che andremo a coltivare, si può attuare solo col
mantenimento delle condizioni idriche ottimali del terreno e
dell’ambiente.

Il danno provocato
dall’eccessiva presenza di liquido nel terreno è paragonabile solo a
quello dato dalla sua assenza.

Nel primo caso si ha la
parziale o totale uscita dal terreno dei gas, anidride carbonica e
ossigeno in primis
, utili alla respirazione ed al metabolismo delle
radici e dei microrganismi.

Se questo stato di asfissia si
prolunga, vengono avviati processi di denitrificazione (retrogradazione
degli azotati assimilabili), riduzione chimica in forme stabili e
inutilizzabili dei microelementi (in particolare Ferro e Manganese) e
torbificazione della sostanza organica.

Associati agli eccessi idrici
anche fenomeni, non secondari, quali la percolazione e/o stratificazione
di soluti in profondità con perdita di fertilità generale ed
inquinamento delle falde acquifere.

Nel secondo caso, l’assenza
di acqua, si ha l’innalzamento della salinità per concentrazione dei
Sali Solubili che provoca un’ulteriore difficoltà alla pianta
nell’assorbire acqua e nutrienti
, l’accelerazione dei processi di
ossidazione e mineralizzazione della sostanza organica con dormienza o
distruzione della microflora. In parole povere, la
desertificazione.

Senza acqua non possono
esistere i vegetali, senza vegetali non esiterebbe alcuna forma di vita
sul Pianeta.

Come abbiamo affermato, tre
sono le funzioni principali che l’acqua svolge nei vegetali,
interconnesse e complementari, per cui nella scelta del metodo di
distribuzione e di gestione si deve tener conto che possono diventare
concorrenti nella richiesta e sfruttamento della risorsa idrica.

Per quanto ben sviluppato ed
efficiente, l’apparato radicale ha dei limiti fisiologici
nell’assorbimento dei liquidi per cui può verificarsi il caso che non ne
vengano assorbiti a sufficienza per compensare tutte le richieste del
momento.

Come si verifica in condizioni
estreme di temperatura allorquando l’esigenza di sopravvivere concentra
verso la Termoregolazione la maggior parte della risorsa a scapito della
Nutrizione.

E condizioni ancora più
limitanti possono costringere la pianta alla scelta di abbandonare a se
stessi parte dei propri organi o tessuti, cessandone l’alimentazione e
lasciandoli seccare.

Ecco dunque il verificarsi di
cascola di fiori, di frutti anche già allegati ed in fase di
accrescimento, disseccamento di parte o di intere foglie oltre che di
germogli.

E se le condizioni estreme
perdurano, si avranno produzioni di qualità inferiore essendo
penalizzata la capacità di assorbimento, assimilazione e accumulo, di
zuccheri, amidi e tutte le sostanze che contribuiscono a costituire le
caratteristiche organolettiche e qualitative dei raccolti.

Sui frutti, prossimi alla
raccolta, di specie sensibili possono comparire macchie decolorate sulla
buccia o si possono formare danni da Colpo di Sole con vere e proprie
zone disidratate con tessuti inflacciditi, sensibili a patologie, che
rendono il prodotto inutilizzabile per il mercato.

Con gli attuali materiali,
sistemi e metodi di irrigazione è possibile gestire nel modo migliore
questa indispensabile risorsa.

Per colture di pregio o di alto
valore economico, coltivate in zone con condizioni climatiche che
possono oltrepassare i limiti fisiologici, si può prendere in
considerazione anche l’ipotesi di dotarsi di doppio impianto di
irrigazione (es. Goccia ed Aspersione a basso volume).

Il primo con funzione
principale di controllo delle condizioni idriche del terreno e della
fertirrigazione, il secondo dedicato alla climatizzazione, sotto o
sovrachioma, con possibilità di funzione antibrina.

Per la corretta gestione è
fondamentale conoscere la reale capacità del terreno di contenere e
scambiare acqua senza provocare eccessi o carenze.

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