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Biblia Pauperum, l’arte sacra è nelle Marche

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La Biblia pauperum, nella sua concezione più ampia, è propriamente un’espressione latina usata da Papa Gregorio VII per indicare la finalità “didattica” delle raffigurazioni nelle Chiese.
I dipinti, le formelle, gli affreschi stavano a rappresentare attraverso la figura quella che era la “Bibbia dei poveri”, una raccolta di immagini medievali che rappresentano scene della vita di Gesù: l’allestimento iconografico di una Chiesa, dipinti e affreschi, potevano dare la possibilità anche a chi non sapeva leggere la possibilità di conoscere la storia della salvezza.

Nelle Marche la Biblia Pauperum è una rassegna pionieristica che fin dal 1996 è riuscita a mostrare la Bibbia attraverso l’arte trattando diversi temi, come “L’esodo” nel 1996, “L’Apocalisse” nel 1999, “Giobbe, l’Uomo” nel 2002 ed il “Cantico dei Cantici” nell’edizione 2007-2008.

Quest’anno il tema prende spunto dal capitolo VI del “Vangelo secondo Giovanni”, dove si racconta la moltiplicazione di pani e pesci e, a seguire, la richiesta della gente di incoronare Gesù come re. «Egli prima fugge -spiega Don Vittorio Magnanelli, uno dei curatori della Rassegna assieme al critico Armando Ginesi -, poi risponde con un lungo discorso in cui si auto-rivela come “vero pane di vita”; giunge quindi alla esplicita dimensione “eucaristico-sacramentale” con l’affermazione: “La mia carne è vero cibo, il mio sangue è vera bevanda”. Di fronte agli uditori che rifiutano un discorso così “duro”, Gesù non deflette. Rivolto agli apostoli dice: “Volete andarvene anche voi?”. Al che Pietro dichiara: “Signore, da chi andremo? tu solo hai parole di vita eterna!” (6,68). Questa “professione di fede” del capo degli apostoli è stata presa come “slogan” del Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona (4-11 settembre 2011) nel cui contesto si svolge la nostra Biblia pauperum».
«Quest’anno – continua Don Vittorio Magnanelli – si è cercato di tornare alla sorgente dell’arte la Bibbia. Ogni edizione di Biblia Pauperum ha riproposto un libro della Bibbia. L’ambizione è quella di far in modo che gli artisti lavorino per l’arte della liturgia, per le nostre chiese. Ricordo, a questo proposito, il discorso di Paolo VI° agli artisti nella Cappella Sistina nel 1964, in cui parlava di un’alleanza tra la chiesa e gli artisti, di un’amicizia che bisognava ristabilire».

«Quest’anno – afferma il Direttore del Museo Diocesano Randolfo Frattesi – la manifestazione assume una rilevanza nazionale, perché è inserita nell’ambito delle iniziative del Congresso Eucaristico Italiano, che si svolge dal 3 all’11 settembre 2011 nella Metropolia di Ancona. Con la sicurezza che la mostra porti i frutti del “grano caduto nella terra fertile” colgo l’occasione per ringraziare Mons. Vescovo S. E. Gerardo Rocconi e i suoi stretti collaboratori che hanno creduto a tale iniziativa, il Prof. Armando Ginesi, Renato Barchiesi, Don Vittorio Mgnanelli, i miei collaboratori: Sergio Galeazzi, Katia Buratti e Caterina Marzioni, , tutti gli Artisti che con la loro partecipazione hanno dato grande lustro all’evento».

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