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Gioielleria a Firenze nel ‘900

La Gioielleria a Firenze nel 900

La gioielleria italiana del 900 coinvilta dalla volontà di promuovere prodotti regionali provò a rilanciare la propria tradizionale inclinazione all’artigianato la cui qualità trovava la massima espressione a Firenze città da sempre culla dell’arte, dove però l’innovazione nel campo della gioielleria era imbrigliata dalla tradizionale propensione al lavoro su committenza che Firenze ereditava dal suo straordinario passato rinascimentale. Spesso infatti gli oggetti e i gioielli più innovativi venivano realizzati in materiali meno nobili dell’oro e dell’argento per l’incertezza che le proposte più originali fossero scarsamente apprezzate. La gioielleria argentiera fiorentina anche nel secondo dopoguerra a parte qualche tendenza continuò a proporre produzioni che non si allontanavano troppo dallo stile ecclettico richiesto dal mercato, discorso a parte meritano i gioielli dove la produzione della gioielleria Firenze si adeguò velocemente alle novità stilistiche innovative, rivolte ad una clientela che dopo le ristrettezze della guerraera desiderosa di aprirsi al mondo e alla moda. Alcuni gioiellieri si fecero inerpreti di queste tendenze dando vita a gioielli corposi, volumetrici, incastonati con pietre policrome, alcuni orafi si trovarono in ampia sintonia con queste nuove tendenze e accostando il colore delle pietre a quello delle diverse qualità dell’oro dettero vita a gioielli con risultati di un intenso pittoricismo. Negli anni quaranta la scarsa disponibilità di metalli preziosi e di pietre di grandi dimensioni limitarono pesantemente la qualità dei gioielli questa mancanza diede vita ad una tendenza innovativa che cerco di riscattarsi attraverso l’originalità dell’innovazione grazie anche a disegnatori specializzati che si occupavano talvolta anche della realizzazione dei gioielli tradizione che era già stata sperimentata nell’ottocento. Un salto di qualità sostanziale a livello di immagine fu dato dalla nascita della moda fiorentina grazie all’allestimento di sfilate nella Sala Bianca di Palazzo Pitti che divenne luogo d’incontro dei maggiori stilisti italiani del momento andando così a mettersi in contrapposizione agli eventi parigini e permettendo a Firenze di uscire dalla propria nicchia provinciale nella quale era stata relegata da motivazioni storiche e stilistiche ridando così a tutta la città una dimensione internazionale che potesse reggere il confronto con la gloriosa tradizione del passato. L’oreficeria fiorentina del tempo si divise in due tendenze, una seguiva le grandi firme italiane e straniere che si stavano affermando, l’altra tendenza seguiva una produzione più propriamente orientata alla vocazione turistica di Firenze fra i prodotti spiccavano quelli in stile fiorentino che erano caratterizzati da disegni realizzato attraverso precisi trafori sui gioielli. Nel secondo dopoguerra furono lanciate iniziative come un premio per gli orafi fiorentini durante la manifestazione del Fiorino d’Oro per promuovere la qualità dei prodotti orafi di Firenze. In alcuni casi la gioielleria Firenze emerse per la capacità di saper affascinare una clientela capace di apprezzare le novità.

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