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Salvare le banche è costato caro.

Tremila e
duecento miliardi di euro. È questa la maxi somma che i Governi di
Europa e Stati Uniti hanno tirato fuori dalle ta­sche dei contribuenti
per evita­re il collasso delle banche nel corso degli ultimi due anni:
1.800 miliardi di euro sono stati stan­ziati Oltreoceano per aiutare
839 istituti e 1.400 miliardi nel Vec­chio Continente sono finiti
nel­le casse di 64 banche. E Royal Bank of Scotland si è aggiudica la
palma di banca più sussidia­ta con 420 miliardi di euro.
Sono cifre
«monstre» – elabora­te dalla società di Mediobanca, R&S – che al
momento sono sta­te soltanto in parte restituite dai protagonisti della
debacle finan­ziaria più importante degli ulti­mi 80 anni. Negli Stati
Uniti in­fatti sono rientrati nelle casse dell’amministrazione Obama
soltanto 431 miliardi di euro, co­sì come in Europa (circa 400
mi­liardi di euro). Ma se guardiamo in casa nostra possiamo tentare
di tirare un sospiro di sollievo: gli aiuti sono stati per 4 miliardi
(Tremonti Bond), vale a dire lo 0,4 per cento dell’ammontare stanziato
a livello europeo.
E così per scoprire chi ha registra­to vere e
proprie voragini nei con­ti bisogna andare nel Regno Uni­to dove
troviamo RBS e Lloyds che dal Governo anglosassone hanno ricevuto,
rispettivamente, 420 (restituiti 49,5 miliardi) e 328 miliardi (299
restituiti), vale a di­re il 68 per cento delle erogazioni del 2009
nell’Unione europea. Al terzo e al quarto posto invece due giganti a
stelle e strisce: Citigroup (251 miliardi di euro, 229 miliar­di
restituiti) e Bank of America (116 miliardi di euro, 115 miliar­di
restituiti).
Oltre agli interventi per RBS e Lloyds, va ricordato il
salvatag­gio, attraverso la nazionalizza­zione, di Hypo Real Estate in
Germania che ha assorbito risor­se per 166 miliardi tra
ricapita­lizzazioni, garanzie e Offerte
pubbliche di acquisto (OPA). Ad oggi l’esposizione del Governo tedesco,
al secondo posto in Eu­ropa per aiuti di Stato, è di 100 miliardi di
euro. Sull’ultimo gra­dino del podio il governo olan­dese (62 miliardi).
Guardando
invece alla dinamica delle erogazioni, prevalentemen­te sotto forma di
garanzia sia ne­gli Stati Uniti sia nell’Unione eu­ropea, emerge che
mentre in Eu­ropa il grosso degli aiuti è arri­vato nel corso del primo
trime­stre del 2009 (1.046 miliardi nel­l’anno, mentre nel 2008 solo
402 miliardi), negli Stati Uniti è av­venuto l’inverso: nel 2009 circa 430 miliardi contro i 1.405 del­l’anno precedente.
Più
da vicino il numero degli isti­tuti destinatari di interventi
go­vernativi negli Stati Uniti sono stati 839, di cui 726 per iniezioni
di capitale. Un numero netta­mente superiore rispetto a quel­lo
registrato in Europa (64 ban­che). Negli Stati Uniti, dopo il ca­so
Lehman Brothers, sono falli­te l’anno scorso 143 banche, mentre in
Europa ci sono state due liquidazioni ed una banca­rotta (le olandesi
St. George Pri­vate Finance, Dsb Bank e De In­donesische Overzeese
Bank- In­dover Bank).
Foto : RBS, sede di Londra

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