No Banner to display

Article Marketing

article marketing & press release

L’UE valuta tassa sulle banche.

 

L’ipotesi di intro­durre nell’Unione europea una
tassa sulle banche per recupera­re gli aiuti dati al settore
finanzia­rio – sul modello della decisione annunciata
dall’amministrazio­ne Obama negli Stati Uniti – ap­proda sul tavolo
dell’Ecofin. A porre formalmente la questione è stato il ministro
dell’Economia svedese, Anders Borg, che ha scritto una lettera
all’attuale pre­sidente dell’Ecofin, Elena Salga­do, chiedendo di
inserire la pro­posta nel programma della pre­sidenza spagnola della UE.
«Una
tassa sui bilanci delle ban­che ha più logica di una tassa sul­le
transazioni finanziarie, perché i bilanci non possono essere
de­localizzati», ha detto Borg sotto­lineando come in Svezia
un’im­posta del genere già esiste dal 2009. «Inoltre – ha aggiunto l’ex
presidente dell’Ecofin – si tratta di un approccio che comporta molti
vantaggi, perché una tale tassa può aiutarci nei nostri sfor­zi di
consolidamento dei bilanci, oltre che dare legittimità alle mi­sure
prese per le banche agli oc­chi dell’opinione pubblica». Il mi­nistro svedese insiste perché il te­ma sia affrontato dall’Ecofin.
Finora
l’ipotesi di estendere il «modello Obama» alla UE (negli USA saranno
tassate le prime cin­quanta banche) ha incontrato più scetticismo che
entusiasmo. «Non è che sono prevenuto – ha detto lo stesso presidente
dell’Eu­rogruppo, il lussemburghese Je­an-Claude Juncker – ma una
tas­sa del genere è molto difficile da attuare in Europa, visto che la
ma­teria fiscale è di stretta compe­tenza degli Stati membri». «Il
pre­sidente Obama – ha detto Juncker – ha senza dubbio tutte le ragioni
di proporre le misure che ritiene più opportune. E io non ho alcu­na
idea preconcetta sull’ipotesi di una tassazione europea. Ma credo sia
molto difficile – ha ag­giunto – adottare un approccio comune tra i
vari Stati membri della UE su questa materia, non fosse altro per il
fatto che la sfera della fiscalità rientra nel campo delle competenze
nazionali». Juncker ha comunque spiegato che i sedici ministri della
zona eu­ro, che si riuniranno lunedì a
Bru­xelles, «avranno uno scambio di vedute su questo punto»,
analiz­zando la decisione presa negli USA.
Un «no» secco è invece
arrivato dal Regno Unito, col cancelliere dello Scacchiere, Alistair
Darling, che ha bocciato l’ipotesi di imi­tare la decisione annunciata
ne­gli USA e si è detto invece convin­to ad andare avanti con la
super­tassa sui bonus dei manager ban­cari, così come ha fatto anche la
Francia di Nicolas Sarkozy. Un approccio, quest’ultimo, che Lon­dra
e Parigi vorrebbero fosse este­so a tutta la UE, ma che incontra
l’opposizione di alcuni Stati, tra cui la Germania. L’idea di tassare i
bilanci delle banche è invece piaciuta al premier spagnolo e presidente
di turno della UE, Jo­sé Luis Zapatero, che potrebbe ora decidere di
dare un impulso importante alla proposta.
Tremonti pretende chiarezza sull’euroritenuta

Intanto
ieri il ministro italiano dell’Economia, Giulio Tremonti, ha minacciato
di porre il veto in Europa sulle questioni fiscali se Bruxelles non
farà chiarezza su come ha funzionato finora il si­stema
dell’euroritenuta. «L’Italia – ha spiegato il ministro – ha chie­sto
alla Commissione UE un re­soconto su quanto le spetta, per­ché non ci
sembra ci sia stato ri­conosciuto quanto dovuto dai Paesi che ci devono
l’euroritenu­ta». «Ho detto alla Commissione – ha aggiunto – «I want my
mo­ney back», voglio i miei soldi in­dietro. Perché non mi sembra ci
sia una simmetria tra l’ammon­tare dei capitali italiani in Austria o
in Lussemburgo e l’euroritenu­ta che questi due Paesi ci versa­no».
«Ora – ha concluso – aspet­tiamo i dati. E se non ci soddisfe­ranno non
escludo che potrem­mo ricorrere di nuovo al veto».
Foto : Jean-Claude Juncker

Leave A Comment

Your email address will not be published.

Article Marketing