No Banner to display
Questo è un anno particolarmente duro e difficile per l’industria automobilistica, nessuna marca esclusa, perché l’auto sta rapidamente cambiando sotto l’imperativo della difesa della natura che richiede la messa a punto di nuove e più pulite tecnologie. In questo momento l’attenzione è concentrata sulla giapponese Toyota divenuta vittima del suo grande successo, del fatto di essere cresciuta troppo in fretta e di aver perso di vista il suo sviluppo. Mai le difficoltà di una casa automobilistica come quelle che la Toyota sta attraversando in questo momento sono giunte così a proposito per un concorrente come la Volkswagen, la quale non fa mistero della sua ferma volontà di detronizzare la casa giapponese e di toglierle prossimamente il primato di più grande gruppo automobilistico mondiale. L’attuale momento è naturalmente molto favorevole per un decisivo passo verso quest’ambizioso obiettivo, anche se la Volkswagen dovrà stare attenta a non compiere l’errore di sottovalutare la capacità di ripresa della Toyota. Soprattutto perché la Toyota è il produttore automobilistico più avanzato nello sviluppo della propulsione ibrida, al contrario dell’industria automobilistica tedesca, Volkswagen compresa, che negli ultimi dieci anni, convinta della superioritá del diesel, ha sempre trattenuto a stento un certo sorriso di compatimento nei confronti della tecnologia ibrida della Toyota.Nel frattempo a Monaco, Stoccarda e anche a Wolfsburg si è però capito di aver compiuto un errore, perché le grosse e potenti auto tedesche senza la tecnologia dell’ibrido non saranno mai all’altezza delle severe norme anti CO2 del futuro, in Europa e soprattutto negli Stati Uniti.Nel frattempo sono passati anche dieci anni, che non sono pochi, e in questi giorni a Stoccarda i manager della Porsche si sono resi conto per primi della gravità dell’errore commesso. È successo che la Porsche è appena riuscita a raggiungere in America un compromesso fino al 2015 per le sue auto, le quali superano di molto i nuovi limiti di consumo di carburante previsti dalla legge USA.È stato calcolato che a partire dal 2016 – a meno che la legge che entra in vigore in maggio non sia modificata, la qualcosa appare molto difficile – le vetture sportive Porsche per poter circolare negli USA dovranno pagare una penalità di 37.500 dollari per ogni auto. Una somma che chiaramente la casa Porsche di Stoccarda non potrà pagare. Per non aver problemi con le autorità americane la media di consumo dell’intera flotta delle autovetture Porsche dovrebbe scendere a 41,4 miglia per gallone, il che corrisponde a un consumo di 5,7 litri per 100 chilometri, che è poi all’incirca il consumo di una Golf della Volkswagen. Un consumo dal quale le potenti vetture di Stoccarda-Zuffenhausen sono drammaticamente lontane, tanto che per arrivare a una simile media, le auto sportive Porsche dovrebbero poter riuscire a ridurre il consumo ogni anno del dieci per cento fino al 2016, un’impresa tecnicamente impossibile. Negli USA anche le case automobilistiche Daimler e BMW pagano le loro penalità, ossia circa 200 milioni di dollari finora, secondo alcune stime.Una somma destinata ad aumentare radicalmente con i nuovi limiti di consumo, per cui Daimler, BMW e Porsche, che è ormai una marca del gruppo Volkswagen, hanno deciso di procedere in azione concertata nel tentativo di modificare la legge americana prima che entri in vigore.Sicuramente anche questo problema è alla base della decisione del cancelliere Angela Merkel di compiere prossimamente in un lungo viaggio negli USA, un’occasione per cercare di migliorare un rapporto tra i due Paesi che non è proprio dei migliori, da quando è arrivato il presidente americano Obama.La Porsche – e la cosa stessa vale anche per Daimler e BMW – non ha altra possibilità se non quella di accelerare la produzione di modelli ibridi, a cominciare dalla Cayenne che dovrebbe arrivare sul mercato a partire dal prossimo mese di maggio.Per le sportive Porsche si aggiunge però un’altra seria difficoltà, vale a dire il nesso previsto dalla legge americana tra consumo e passo dell’auto, cioè la distanza tra le ruote anteriori e posteriori. Più è lungo il passo, più la vettura può consumare secondo la legge americana, e viceversa.Per una vettura sportiva Porsche che ha un passo più o meno corto come quello di una Panda della Fiat una simile legge significa essere costretta a rinunciare al suo più importante mercato, in cui ha venduto 20.000 delle complessivamente 75.000 auto prodotte nel 2009.Per i produttori tedeschi di automobili, una normativa che stabilisce un nesso tra consumo e passo dell’auto ha chiaramente una coloritura politica e nulla di meglio potrebbe accadere se il tema fosse affrontato a quattro occhi da Merkel e Obama.Il cancelliere Merkel si è sempre mostrato molto sensibile agli interessi dell’industria automobilistica tedesca. Anche nei confronti delle richieste di Bruxelles non ha esitato a difendere l’assenza di un limite generico di velocità sulle autostrade tedesche, sostenendo che il traffico autostradale in Germania funziona meglio che in Svizzera o in Austria.Luciano Barile
Venerdì 19 febbraio, ore 18.30, per la Rassegna Un museo…
Può una passione trasformarsi in un lavoro? La risposta è…
Your email address will not be published.
Δ