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Invito al viaggio. Parte 1 | Ambienti Gallizio, Mauri, Merz, Superstudio

ll Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato inaugura il 16 dicembre, nella sede distaccata di Milano, la mostra INVITO AL VIAGGIO. PARTE 1 | PROPOSTE DALLA COLLEZIONE DEL MUSEO: AMBIENTI. Quattro le grandi installazioni/ambienti: Caverna dell’antimateria (1958-59) di Pinot Gallizio, Luna (1968) di Fabio Mauri, La spirale appare (1990) di Mario Merz e Supersuperficie (1971-72) di Superstudio. La mostra rappresenta la prima parte del più ampio progetto espositivo INVITO AL VIAGGIO, concepito sia come tema comune alle opere selezionate, sia come metafora dello spostamento spaziale e temporale del museo da Prato a Milano. Il Centro Pecci vuole essere una “vetrina” nazionale per l’arte contemporanea e le attività d’eccellenza prodotte in Toscana.

House living and business ha intervistato Stefano Pezzato, curatore dell’evento.
Ci parli del progetto INVITO AL VIAGGIO: come è nato?
Il Centro Pecci nel 2010 ha avviato i lavori per l’ampliamento della sede espositiva della casa madre, è previsto il raddoppiamento degli spazi per il rilancio di un’esperienza ormai ventennale. In concomitanza, il museo ha ottenuto in comodato d’uso gratuito uno spazio a Milano che è diventato sede distaccata, una sorta di vetrina del museo di Prato. Le due cose nascono insieme e viaggiano insieme, visto che stiamo parlando di viaggio (Ride). In primavera, in occasione del Salone del Mobile, abbiamo presentato in anteprima a Milano il lavoro inedito Dark Matter di Nio Architecten, autori del progetto di ampliamento della sede museale di Prato. Da allora abbiamo avuto un momento di stop e riapriamo a dicembre con un programma che durerà un anno, incentrato prevalentemente sulla collezione permanente. L’idea del viaggio deriva dunque dal fatto che il museo è in progress, si sta ampliando e spostando fisicamente su Milano per promuovere la sua attività e la nuova fase che va aprendosi. D’altra parte, una collezione non è mai qualcosa di statico, è perennemente in crescita, in evoluzione. Sono state allora scelte opere inerenti a questo tema, in particolare la prima tranche espositiva prevede quattro installazioni/ambienti…

…quattro installazioni, ce le spieghi…
Quattro installazioni, tre delle quali sono nuove acquisizioni: Caverna dell’antimateria di Pinot Gallizio, Luna di Fabio Mauri e Supersuperficie di Superstudio, mentre La spirale appare di Mario Merz è in nostro possesso dal ’90, in quanto si tratta di una grande porzione di una mostra che l’artista ha fatto proprio al Centro Pecci. Il progetto originale di Superstudio, il microambiente, in realtà non esiste più: restano però il video e i disegni che abbiamo acquisito l’anno scorso. Abbiamo inoltre proposto agli architetti di ricostruire quest’ambiente. L’invito al viaggio è anche una proposta per il pubblico: gli spettatori esplorano, in un viaggio sia mentale che fisico, perché oltre alla componente estetico-visiva, c’è proprio la componente fisica, l’entrare, l’immergersi in questi ambienti. La Caverna dell’antimateria di Pinot Gallizio, per esempio, è uno spazio lungo 10 metri, largo 3,80 e alto 2,20 interamente ricoperto di pittura, resinosa, odorosa, c’è un sonoro di fondo, insomma ci si ritrova in un luogo di pittura totale, che puoi anche calpestare. In Luna di Fabio Mauri, realizzata un anno prima dell’allunaggio, sembra di essere in un’astronave, si entra da un oblò in uno spazio tutto buio, sul pavimento c’è del perlinato di polistirolo dentro cui si affonda fino al ginocchio e lo spettatore modifica la superficie camminandoci dentro. Il paesaggio lunare viene simulato in un modo profondamente visionario perché nessuno era ancora stato sulla luna. L’opera di Mario Merz è un grande arco di spirale, l’opera originale entrava nello spazio del museo, incidendo sulla sua architettura. Ne sono rimasti venti metri, non è un vero e proprio ambiente ma gioca con l’idea di spazio ambientale, con il dualismo tra interno e esterno, si pone in rapporto con gli spazi del museo, solitamente spazi squadrati, razionali, inserendo elementi naturali, le fascine, sulla base della serie di Fibonacci che rappresenta lo sviluppo naturale –si tratta di una successione di numeri interi scoperta dal matematico Leonardo Fibonacci nel XIII secolo. L’intento era quello di trovare una legge che descrivesse la crescita di una popolazione di conigli.-.
Queste quattro opere delineano una panoramica originale dell’arte contemporanea dal ’58-59, data del lavoro di Pinot Gallizio, fino al ’90, data di quello di Mario Merz. La cosa che mi sta più a cuore è rileggere la storia dell’arte italiana contemporanea: di solito si parla sempre di Torino, Milano e Roma come i tre poli principali, escludendo tutto il resto. Prendiamo, invece, il caso di Superstudio, un gruppo di architetti radicali che si rifanno anche alle esperienze artistiche della Land Art o della Minimal Art, ebbene hanno esposto al MoMA –Museum of Modern Art– di New York il progetto che ora noi andiamo a presentare. Firenze è stata molto attiva ma tutto ciò viene dimenticato ed è questo che noi vogliamo ricordare e mettere in evidenza.
Leggi qui…
http://www.immobilia-re.eu/invito-al-viaggio-parte-1-ambienti-gallizio-mauri-merz-superstudio/

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