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“Restituire l’Onore ai prigionieri”. La presentazione di “Betty, sono Bruno” a Bolsena

Lorena Fiorini ha presentato il suo libro “Betty, sono Bruno” a Bolsena, in una sala gremita di persone e illustri personalità. Ecco i semplici ma toccanti appunti di un incontro che ha unito storia, cultura, emozione e memoria.
Alba Stella Paioletti Maffei apre e conduce la presentazione del libro accompagnata dalla professionalità, da una grazia che la contraddistingue, dal sorriso rasserenante. Valentina Bisti, che avrebbe dovuto condurre l’incontro, è inviata per il TG1 all’Isola del Giglio a occuparsi della ConCordia e dei danni che l’ambiente sta rischiando con il naufragio della nave. L’altra grande assente è Clemencia Cibelli Tagliani. I numerosi impegni per la partenza della sua radio prevista il 15 febbraio, Sound Bite Radio, non le permettono di essere presente. La presentazione si è svolta in una sala gremita con l’attenzione rivolta alla giornata della memoria. Parte da un’autrice, Lorena Fiorini, che la Paioletti immagina sulle rive di questo lago, con libri sotto il braccio e gli appunti a portata di mano. Il suo libro parla di microstoria nella grande storia, di sani principi che hanno accompagnato la ricostruzione.
Paolo Dottarelli, Sindaco di Bolsena. E’ un libro che trasmette valori, un libro da dedicare e da far leggere ai giovani, nelle scuole, un libro che trasmette emozioni forti, ci ricorda quanto abbiamo perso durante il percorso, rammenta la Patria, la famiglia. Fa capire e ci fa dare importanza a quanto abbiamo oggi. Aggiunge una frase che lo ha colpito e che considera emblematica “Lavorai con piacere, intessendo rapporti importanti e guadagnando bene. Questo mi ha consentito di crescere le figlie, farle studiare, avviarmi verso una maturità serena, senza scossoni, dedicandomi ai tre nipoti che sono la gioia della mia vecchiaia. Il Sindaco aggiunge: Bruno ha realizzato grandi conquiste partendo da un grande sacrificio. Legge: Era l’anno 1962. L’amico Fasoli mi offrì la sua cinquecento. Aveva percorso 30.000 chilometri, era bianca, l’acquistai per 230.000 lire. L’emozione per l’acquisto fu grande. Prima la bicicletta, poi la Lambretta, ora la macchina. Mi sentivo un signore vero.
Giacinta Monachello, Assessore alla Cultura Comune di Bolsena Ha scelto e letto brani rappresentativi del libro. Ha iniziato partendo dalla presentazione del Col. Antonino Zarcone, Capo Ufficio Storico dell’Esercito Italiano laddove ricorda di come la memorialistica delle guerre, prodiga di resoconti di combattimenti, ma, tanto in Italia che all’estero, ha sempre negletto il ricordo della prigionia…Nel mare magnum della letteratura di guerra quella relativa alla prigionia è sempre stata minima, in tutte le letterature del mondo…Ecco perché è rilevante questo libro. E’ la memoria di un prigioniero, preso non per sua “colpa”… e questa memoria, che ci giunge intatta attraverso settant’anni, getta luce su una parte delle vicende dei nostri prigionieri presi in Africa settentrionale e detenuti prima in Sud Africa e poi in Inghilterra… Ha proseguito la lettura con il suo stile, il sorriso benevolo, il cuore aperto. Donna attenta e sensibile agli eventi del secolo che abbiamo alle spalle, ha saputo dare un’impronta particolare di attenzione e partecipazione che ha finito per coinvolgere tutti i presenti.
Rocco Panunzi, Generale di Corpo d’armata, nominato amico d’Israele, in divisa, ha reso gli onori militari a Bruno Fiorini, alla sua storia, al suo essere soldato combattente prima prigioniero poi. Lorenzo Pietrini, il nipote di Bruno, ha tracciato il solco del nonno. E’ dagli ideali di Bruno che nasce Lorenzo, è dai suoi insegnamenti che si forma, cresce, sceglie la carriera militare. I nostri soldati hanno fatto cose giuste, per la pace, sono andati dove la Patria li ha inviati, hanno combattuto per la Patria. Dobbiamo restituire l’onore ai prigionieri, non è vero che il combattente italiano si arrende, hanno sempre combattuto con onore anche con mezzi non all’altezza della situazione, come risulta dagli atti di eroismo durante la ritirata di Caporetto. A volte, come nel caso di Bruno prigioniero, non hanno accettato neppure di collaborare preferendo il filo spinato alla libertà e quindi l’onore. E’ un libro incredibilmente emozionante. Bruno ha accettato con dignità quello che Dio ha destinato a lui. E’ andato in guerra. Nel libro non c’è accenno ideologico, Bruno si rifà all’art. 3 della Costituzione che recita Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Bruno pensa, come pensano dalle nostre parti, Gna che lo fo bene! Durante la prigionia, ha amato Betty, come lui tanti soldati italiani hanno trovato nell’amore la forza per andare avanti. Ritorna in Patria e da allora tutto quello che ha fatto lo ha fatto per la famiglia. C’è un costrutto che si chiama famiglia. Bruno ha creato Patria partendo da un ideale, da un costrutto. Essere semplicemente Patria come sono i nostri soldati, con un senso di umanità diffusa, di conforto, Patria, Italia, Dio.
Antonio Quattranni, Insegnante, pubblicista Cerco di insegnare la storia, da dove viene e che cosa è successo all’umanità, raccontare di quelli che non ci sono più, in particolare dei 150.000 prigionieri internati nei campi di concentramento della Scozia di area cattolica. Poche testimonianze, pochi hanno raccolto la memoria, questo libro ci dà materiale nuovo. Patria per Bruno è il suo casale, gli amici, è generoso con loro. In lui convergono umanità e Patria, un sentimento comune. Vorrei leggere insieme agli alunni il libro, voglio proporlo come libro di lettura per l’anno prossimo. Un libro che entra nella didattica, storia, italiano, inglese, terra, natura per condurci in un approfondimento culturale più ampio. Voglio trasmettere agli alunni l’insegnamento di imparare a partire dalle parole. In effetti nel libro si usano 2 termini come patriota (nel Risorgimento), partigiano (nell’ultima guerra), sinonimi con lo stesso obiettivo. Costruire la comunità con i valori, con gli obiettivi di far crescere la famiglia.
Mario Mazzantini, critico letteraio, poeta Si è rivolto alle numerose e attente persone presenti dicendo: Questo ci dà emozioni. Ha proseguito: Scrivo da sempre, cerco di interpretare le mie cose e studiare il lavoro degli altri. Dò giudizi riassuntivi. Per quanto riguarda il libro “Betty, sono Bruno” devo dire che: Prima di incontrare Lorena pensavo che ci volesse molto di più per diventare fratelli, mai disperare: merito o colpa del suo scrivere insolito, accurato nella ricerca, colto e semplice nell’attuazione dei fatti, sorprendente nei risultati, comprensibile subito nel suo manifesto senza sbavature. Il Prof. Mazzantini ha poi ricordato la vicenda della moglie Maria Teresa Wochicievich, che ha avuto la gioia di riabbracciare, a un anno dalla fine della guerra, padre e fratello considerati dispersi e miracolosamente ritornati in Patria.
Silvio Manglaviti, Ten. Col. Esperto geografo-storico dell’Esercito Il Libro “Betty, sono Bruno” non si può leggere senza l’atlante. Bruno è un viaggiatore, ci racconta il viaggio avventuroso della sua vita, un viaggio che ripercorre le antiche vie dei Templari e degli esploratori. Bruno parte sempre da solo, va al buio, lui sa che qualcosa accadrà e ovunque vada lascia energia positiva. Bruno ha il furore del viaggiatore, vive il viaggio metafora della vita, ma è anche lui stesso in viaggio con la vita. Silvio Manglaviti ha trovato legami incredibili con il Sud Africa, l’Inghilterra, la cattolica Scozia, Glenluce con il suo castello.
Anna Petrangeli, Commissario del Comitato di CRI di Orvieto e Terni Ringrazia Lorena Fiorini per l’opportunità di ricordare la Croce Rossa Italiana. Infermiere, volontarie, crocerossine, i volontari tutti impegnati in un lavoro gratuito sia nel tempo di guerra come in tempo di pace. Da allora a oggi il ruolo non è cambiato. Bisogna riconoscerne i valori, ricordare che la CRI è stata filo conduttore fra i soldati. A Ginevra, Sede della Croce Rossa Internazionale, l’archivio è composto da 60 milioni di schede, compilate con pazienza, tenacia e precisione, utili a ottenere, registrare e trasmettere ai familiari notizie dei dispersi. Ha letto il libro, che definisce straordinario, di Lorena Fiorini trovando insolite analogie con la storia del papà e rammarica il fatto di non aver più la possibilità di avere un documento analogo. Questo aspetto l’ha molto legata all’autrice e l’ha condotta alla riflessione che spesso le esperienze di tutti sono esperienze comuni e lo è una storia a ricordo di un uomo, un amore, un soldato, una carriera.
Riprende la parola il Generale Rocco Panunzi, ricorda la sua appartenenza ai Focolarini, dona tre grazie all’autrice, uno per il libro, uno per l’impegno, uno per aver condiviso il sentimento personale. Un grazie va alla Croce Rossa, alla presenza femminile, veramente indispensabile in momenti difficili, quando si è soli e ci si sente soli, quando una parola detta con amore può risollevare il morale a una persona. E nella Croce Rossa c’è amore.
Lorena Fiorini, psicologa della Comunicazione, scrittrice Per ultima interviene l’autrice, parla del suo amore per la memoria, nato con un racconto “Zuppa di pesce”, il ricordo doloroso, ma anche tenero, di un’amica che è andata via in modo improvviso e drammatico. Poi Vita in campagna diventato oggi Terra di Toscana, rivivere un secolo, com’era e com’è diventata la vita della campagna, con i ricordi, le ricette dei tempi che furono. Ogni suo scritto, anche se di fantasia, riconduce a memorie, a momenti di vita vissuta. I suoi ultimi libri di cucina, Il peperoncino e Il grande libro del pane la riportano alle tradizioni, alla cultura della tavola. La memoria ritorna a nonne, mamme, zie, alla suocera che l’ha accolta in questi luoghi donandole sapori davvero particolari. La memoria raccolta, cullata, coccolata in un libro di memorie, ma non di nostalgie, un libro che ha permesso un viaggio particolarissimo legandola per sempre al suo amato papà. Per andarlo a ritrovare, per non perdere la preziosità della sua vita, per ritrovare i valori e trasmetterli a figli e nipoti. Per invogliare le persone a scrivere la propria storia.
Lorena Fiorini
“Betty, sono Bruno” di Lorena Fiorini raccontato da Bruno Fiorini
Libro pubblicato da Maria Pacini Fazzi Editore
Audiolibro realizzato da Canale Tre – Verba Volant

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