Tutti noi conosciamo la creatività artistica del compositore Johann Sebastian Bach, ma non tutti forse sanno che il musicista di Eisenach era anche un geniale insegnante.

In molte opere per tastiera di Bach, infatti si riscontra una perfetta simbiosi tra grande arte e intenti pedagogici. Questo avviene ad esempio in alcune opere di straordinaria importanza, come negli ormai celeberrimi due libri del “Clavicembalo ben temperato” che testimoniano il sostegno di Bach per il “temperamento equabile”, e nelle quattro parti del “Klavierubung” (Esercizi per tastiera). Altri tre volumi dedicati ai figli e alla moglie (e scritti apposta per loro) ricoprono un grande interesse didattico: si tratta dei tre “Klavierbuchlein” (Piccolo libro per tastiera).

L’interesse per l’insegnamento all’interno dell’ambito strettamente
familiare, fu causato dalle sempre più importanti cariche ricoperte dal
musicista che inevitabilmente lo allontanavano dal mondo (molto amato)
dell’istruzione. Per questo, e per il precoce talento musicale del suo
primogenito, Bach decise di limitare l’interesse per l’insegnamento
della musica entro la sfera familiare.

Il Klavierbuchlein ha lo scopo di fornire alcune indicazioni sulla diteggiatura e di suggerire modelli ed esercizi per la composizione musicale.

L’opera si apre con due tavole didattiche: la prima offre spiegazioni sulle chiavi, la seconda sugli abbellimenti. Dopodichè incontriamo finalmente la “Applicatio BWV 994”, una breve composizione diteggiata in maniera rivoluzionaria, soprattutto per l’innovazione sull’uso del pollice, che fino a quel momento era usato di rado sulla tastiera. Ma contemporaneamente vi troviamo anche la preferenza del Maestro per il vecchio modo di passare il terzo dito sopra il quarto!

Era infatti una prerogativa di Bach quella di combinare spregiudicatamente le conoscenze del passato con le innovazioni più audaci, sia in campo didattico, sia in campo compositivo.

Per comprendere meglio come il grande musicista impostasse il suo lavoro di insegnante, è di utilissima lettura la biografia bachiana di Nikolaus Forkel: “La vita, l’arte e le opere di Johann Sebastian Bach”, scritta nel 1802. Vi si legge per esempio la tecnica con la quale Bach suonava le diverse tastiere:

“Le cinque dita vengono curvate in modo che le loro punte formino una linea diritta, cosicchè le singole dita, quando sono sospese perpendicolarmente sopra i tasti, si trovano già nella posizione giusta e non hanno bisogno di essere ravvvicinate più o meno al tasto che devono premere [….] Dicono che Bach suonasse con un movimento delle dita minimo e lievissimo, quasi impercettibile; solo le ultime articolazioni si muovevano; la mano conservava la sua forma arrotondata anche nei passi più difficili; le dita si sollevavano pochissimo sopra i tasti e quelle non impegnate rimanevano in posizione di riposo”.

Fondamentale per Bach insegnante era far confrontare i propri allievi con altri autori:

“Prima di considerarli abbastanza maturi [….] ritenne indispensabile che il loro senso per la purezza dell’armonia, per l’ordine e per il logico nesso tra le singole parti si fosse acuito mediante lo studio delle invenzioni altrui, in tale misura da diventare quasi una consuetudine”.

Un Bach quindi geniale e premuroso verso i propri allievi, ma anche inflessibile, tanto che chi non possedeva il dono di “pensare in musica” riceveva il consiglio di non dedicarsi a quest’arte.

Gli insegnamenti di Bach sono validi per ogni epoca, e per tutti coloro che vogliono avvicinarsi allo studio della musica in maniera professionale i consigli sono i medesimi: studio approfondito, costante, interessato della teoria musicale e delle tecniche esecutive, ma anche e soprattutto confronto, ricerca dell’innovazione e dell’originalità. Insomma, eliminare ogni forma di presunzione (tipica di chi suona uno strumento) e intraprendere lo studio della musica con umiltà e metodo. I risultati arriveranno sicuramente!