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Via Curiel 8, al Centro Arti Visive di Pesaro

via curiel 8
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PESARO – Via Curiel 8 è uno spazio intimo, appena sfumato di tratti decisi e colori accennati e dalla mutevole evoluzione. È un luogo sospeso tra presente e passato, dove il ricordo diviene chiave di congiuntura con quell’hic et nuncche sempre più spesso perde per strada il senso profondo delle cose. Via Curiel 8 è aria compressa d’appartamento. Parentesi tra il ricordo della stanza di giochi e case di bambole e la quotidianità d’affetti e di storie presenti. Un interno di solitudini ritrovate, di amori finiti ma fulgidi di attese, spiragli di comprensione rinnovata.
Via Curiel 8 è il domicilio interiore in cui si ambienta il corto d’animazione delle illustratrici pesaresi Mara Cerri e Magda Guidi. Proiettato in loop sino al 15 gennaio presso il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, il lavoro finalmente torna in terra natia dopo aver ricevuto il premio della giuria al Festival Internazionale d’Animazione di Annecy in Francia, e il prestigioso primo premio per il corto al Torino Film Festival del 2011. Un canale preferenziale di immagini in movimento che si staccano dall’immobilità della pagina odor d’acrilico e diventano graffi sullo schermo. Sbavature che si sfilacciano in tagli di luce o di buio, inspessimento ed alleggerimento di sentimenti ed emozioni a partire da pochi tratti. Una narrazione di 10 minuti cui, come testimoniano i disegni appesi alle mura, ben 144 dei circa 4000 che compongono il corto, si lasciano intravedere buchi, spazi di ulteriore immaginaria evoluzione narrativa.

Il passaggio ciclico da presente a passato ed ancora presente, stabilisce un moto narrativo continuo in cui il punctum si rinnova sbalzando da un personaggio all’altro, punti di vista opposti ma che si incrociano irrimediabilmente. Non v’è traccia di dialogo né accenno alla parola monologata. I raccordi di sguardo, la sottigliezza dei particolari, conferiscono dialogo alle inquadrature e allora il silenzio diviene corsia preferenziale di trasferimento di pensiero ed emozione.
Nel bianco e freddo androne espositivo poligonale della Pescheria, le immagini intagliano spazi di colore e finestre su un’intima alterità. In fondo proprio nell’estraneamento quotidiano che viviamo fagocitati dal rumore dei giorni disconosciamo l’altro e lo dimentichiamo. Ci perdiamo in chincaglierie e lasciamo al buio il senso vero delle cose. Ma nel silenzio delle solitudini, lontano dal consueto parlare su se stessi, si ha la possibilità di far affiorare il ricordo, lo stesso che ricuce i fili della nostra anima e ci riporta all’essenza delle cose.

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