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Catapano OPE,”LA NAVE SIAMO NOI”

E’ il momento che chi ha delle idee le tiri fiori,è importante rimboccarsi le maniche,perché in una situazione come quella attuale è necessario che tutte le parti in gioco ci mettono la faccia e ragionare a misura delle tante categorie dei troppi svantaggiati o se vogliamo socialmente diversi brevemente definiti Piccoli”.
Le politiche di liberalizzazione di mercato,le tenaglie agli evasori,le certezze di normative che regolano il mercato,tutte necessarie e se vogliamo indispensabili per un mercato sano di una società che si ritiene democraticamente liberale e no liberista,a parimeriti è importante parlare e per una volta gridare alla nascita di nuove iniziative e non allo sfascio della mancanza di posti.
E’ alta nel nostro paese la volontà a nuove iniziative e tanto lo provano i numerosi progetti di piccola imprenditoria presentati dalle diverse categorie giovani/donne/ecc.ecc.,nelle diverse forme di contribuzione pubblica che si pubblicizzano e non si concretizzano.
A far salire il tasso di occupazione è necessario stimolare un Italia più avventurosa,partendo da quelle categorie che fino ad oggi sono state escluse dalla logica della politica per la protezione di interessi particolari,sono loro la nuova economia pronti a correre maggior rischi,pronti alla sperimentazione,pronti a confrontarsi con una società sempre più curiosa di provare cose nuove.
Purtroppo in tutti questi anni niente è stato fatto per le categorie oggi cosiddette svantaggiate se non quello di tenerli chiusi in angoli della società,al servizio degli urlatori politici elettorali li svendono al miglior prezzo per finalità proprie.
Ho raccolto tante aspirazioni di giovani ,di ragazze,di socialmente diversi,di ex detenuti, non poter tradurre in operatività le loro attitudini.
Ridurre il debito pubblico anche usando il denaro delle famiglie,rientra nelle operazioni di somma urgenza che ogni comunità familiare deve rispettare senza spirito di arroganza critica che tende solo ad inquinare gli animi e non riservare spazi per il futuro,altrettanto è necessario produrre piani di crescita più aggressivi e rafforzare l’occupazione offrendo credibilità alle categorie fin d’ora escluse……


I governi non devono restare timidi quando si tratta di affrontare la potenzialità produttiva della base,creare e ripartire dalle potenziali forze di lavoro fino ad oggi rimaste escluse dal ragionamento economista di progetto .
Continuiamo ad arretrare nella classifica annuale della banca mondiale sulla facilità di far ripartire nuove iniziative ,infatti dal 68° al 77°,di contro gli indiani sono in tutto il mondo e formano reti imprenditoriale per ogni piccola iniziativa,nelle famiglie,nelle comunità,nelle strutture di detenzione,nelle tribù,dando così vita a imprese che esportano la loro madrepatria nel mondo.
Il futuro dell’economia occidentale è nell’esplorazione e riconoscimento dei propri talenti,attrarli entro i propri confini,e l’italia in questo scenario può di certo vantare la carta della competività.
Non dobbiamo soffocare sul nascere l’intraprendenza creativa delle categorie fin oggi escluse,non dobbiamo insegnare ad imparare ma a scoprire,non dobbiamo inculcare il sistema del nuovo capitalismo bancario di voler monetizzare a breve perché si preclude la strada a quelli dopo di noi.
Non servono eroi nelle attività istituzionali,non abbiamo bisogno di un clima di tensione,ne tanto di volta faccia di turno,non si può sopportare un proseguire del clima di avversità tra vicini di casa , non è socialmente democratico in un regime repubblicano che si continua ad esaltare attività che costituzionalmente sono diritti acquisiti come prevenzione,in pratica sono effettuati con armamenti polizieschi del tenore repressivo……….
Creare nuovi lavori in questo momento storico italiano con l’aiuto della saggezza del politico che ritorni a fare il suo mestiere,attraverso azioni di interventi concreti per regolarizzare le aree privilegiate,utilizzo delle forze lavoro ad oggi sottosfruttate con l’arroganza sottopagate,con azioni di intervento di sviluppo nelle aree del commercio,del turismo,dell’agricoltura e dell’artigianato con la consapevolezza che negli ultimi anni queste categorie ha sopportato un carico fiscale più grande,con sempre più difficoltà.ma resistiti a suon di sacrifici propri in un ambiente dove il credito bancario non ha partecipato,hanno invertito la tendenza e sono cresciuti senza aiuto,lasciati da soli nella giungla di una economia massimalista.
CREARE significa interventi per consolidare la ripresa e consentire a queste categorie di continuare a creare ricchezza e occupazione,evitando sofferenza alle iniziative senza credito e vessate dalle corporazione e da una burocrazia cieca.
INVENTARE significa avere coscienza della drammaticità del momento e di essere disposto ad ogni sacrificio se il fine è la salvezza del paese.
Il salvadanaio della nostra economia è nella conservazione di vecchi valori che in finanziaria sono antichi mestieri;allargare l’obiettivo delle liberazioni,sanificare la relazione tra pubblico e privato per consentire la nascita di un mercato misto anche della cosa pubblica,in corporazione con il privato che consente di utilizzare nel lavoro quelle braccia rimaste li a meditare rancore e malessere in assenza di ragionevole forme di recupero,il tutto in un crescente depauperazione di valore e di valuta.
Le opportunità ci sono,i candidati non mancano,la tempesta si può attraversare senza perdere la testa,ma tutti siamo chiamati a concorrere alla salvezza della nave e non consentire di depredare la cambusa e scaricare la zavorra.

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