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Corso SIUA per Educatore Cinofilo: Bologna, 19-20 maggio

Al via in nuovo corso per educatore cinofilo, che si terrà a Sasso Marconi (Bologna) presso Ca’ Vecchia nei giorni di sabato 19 e domenica 20 maggio.
È possibile effettuare le iscrizioni on line fin da subito sul sito di SIUA e scaricare il modulo informativo e di iscrizione nella pagina dedicata agli educatori cinofili.
La finalità del corso è quella di educare il cane ad avere un comportamento sano e costruttivo in qualsiasi tipo di ambiente, allo scopo di creare una relazione stabile e continuativa tra cane e padrone, che sia positiva in ogni situazione.
Non sempre il cane e in generale l’animale domestico ha la possibilità di vivere esclusivamente a contatto con l’ambiente naturale, come boschi, fiumi, prati e spiagge, dove poter correre liberamente ed essere in pieno legame con le sue radici selvagge.
Spesso, invece, il cane vive a stretto contatto con il padrone e condivide con gli umani la presenza in ambienti urbanizzati ed artificiali: strade, case e alcune volte anche luoghi pubblici, come hotel e ristoranti (ovviamente quelli che consentono l’accesso agli animali).
Questo aspetto ha un risvolto importante in primo luogo per la persona: senza citare casi di Pet Therapy, dove il rapporto con l’animale serve addirittura a coadiuvare la terapia di un disturbo psicofisico anche grave, sappiamo come per alcune persone, in particolare le persone sole e gli anziani, la vicinanza di una bestiola serve a sollevare il peso della solitudine e del senso di isolamento. Il cane infatti ama saltare in braccio, leccare, fare la festa e offre in questo modo al proprio padrone continui messaggi di conferma del proprio affetto fedele ed incondizionato, messaggi che ad una persona che vive uno stato di emarginazione servono ad aumentare il livello di autostima e di benessere.

“Pet Therapy”, temine coniato negli anni Cinquanta dallo psichiatra Boris Levinson, fa riferimento al valore terapeutico in ambito medico e psicologico del rapporto tra uomo e animale.
L’efficacia a livello curativo della relazione con l’animale risale fin dall’antichità, ma scopre oggi un rinnovato approccio alle discipline mediche, soprattutto in campo psicologico e riabilitativo, grazie alla Pet Therapy.
In particolare, la Pet Therapy viene utilizzata con i bambini anche a scopo didattico per agevolare i processi cognitivi e di apprendimento, soprattutto nei casi in cui è presente un ritardo psicomotorio o del linguaggio; con gli anziani assistiti in modo da sviluppare il contatto fisico e la voglia di porsi in relazione con l’ambiente; con alcune categorie di disabili e di psicotici per ristabilire un equilibrio tra la sfera del sé è l’altro da sé.
Il contatto con l’animale infatti stimola proprio quei bisogni “animali” dell’uomo e ne garantisce una risposta immediata e positiva, contribuendo a migliorare la qualità della vita della persona con disagio fisico o mentale: il bisogno di affezione, il bisogno di cura, il bisogno del contatto fisico, l’emotività e persino una sorta di legame empatico tra sé e l’altro.
La Pet Therapy è dunque una metodologia impiegata per migliorare il comportamento sociale dell’individuo partendo da fattori positivi quali il gioco e l’affettività, la comunicazione non verbale, la curiosità, le dimostrazioni affettive.
È stato osservato che le gestualità prodotte durante il contatto con l’animale, accarezzarlo, prenderlo in braccio, avvicinarselo al viso, alleviano il dolore dovuto alla non accettazione della condizione di disagio subita dal malato, soprattutto nel caso di bambini, coadiuvano la regolarizzazione del sistema cardio respiratorio, ammortizzano la percezione di ansia e stress favorendo sensazioni di rilassamento, gioia, nonché una sana presa di coscienza della propria corporeità.

Avere un cane è una scelta importante che condiziona la vita e certamente avere un cucciolo non è come avere un giocattolo, ma un essere vivente ed intelligente, con le proprie necessità e dei sentimenti molto simili ai nostri; addestrare il proprio cane significa dunque innanzi tutto rispettarlo, perché indirizzare in modo corretto i suoi istinti verso comportamenti costruttivi e in relazione positiva con l’uomo significa creare le condizioni ottimali per vivere in armonia con lui, senza che né l’uomo né l’animale subiscano l’altro ma anzi lo vivano come parte di sé.

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