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GLI ARCHITETTI SUL PATTO PER IL FIUME SIMETO. «DAI PROGETTI AI FATTI, SINERGIE E LEGGI PER L’ECO-SVILUPPO DELL’AREA»

CATANIA – A pochi giorni dalla presentazione del “Patto di Fiume Simeto” che suggella la sinergia tra l’Ateneo catanese, i Comuni e le Associazioni della Valle Del Simeto, esprime soddisfazione il neo presidente della Fondazione degli Architetti di Catania, Paola Pennisi, ricordando il grande lavoro svolto poco più di un anno fa in occasione del “Simeto Landscape”, il workshop internazionale svoltosi a Catania, dedicato allo studio e alla riqualificazione di quest’area, dal quale sono emersi interessanti progetti e proposte con importanti risultati. «La riorganizzazione dei territori, prevedibile a seguito dell’abolizione delle Province e dell’istituzione delle tre città metropolitane – afferma il presidente Pennisi – impone un diverso modello di pianificazione del territorio, sia perché, in ipotesi, i comuni saranno liberi di consorziarsi secondo specifiche aree tematiche e interessi, sia perché i diversi modelli economici, imposti dai processi di globalizzazione, richiedono nuovi approcci anche dal punto di vista della gestione territoriale. La sostenibilità delle scelte e delle azioni, il recupero dei valori endogeni, che poi sono economici,  le politiche di incentivazione delle best-practices, rappresentano schemi virtuosi per uno sviluppo efficace, rapido, condiviso».
 
In questo senso – continua il presidente Pennisi – non può che apprezzarsi la formalizzazione del “Patto di Fiume Simeto” siglato pochi giorni fa dall’Università di Catania e alcuni comuni del comprensorio, anche perché ciò rafforza l’intuizione della nostra Fondazione e del nostro Ordine che, giusto poco più di un anno fa, ha dedicato a questo tema un Workshop internazionale di progettazione, il “Simeto Landscape”, estendendo l’area di studio e intervento all’intero bacino fluviale, da Bronte a Catania, approfondendo le relazioni tra le città ricomprese e il fiume, immaginando un modello di sviluppo sostenibile che appunto valorizzasse le risorse esistenti. Una sorta di progetto di riparazione del territorio».
 
La valenza e l’interesse del tema sono state certificate dall’interesse e dall’impegno da parte di alcune delle più importanti “firms” dell’architettura mondiale: da Mario Cucinella a OMA (R. Koolhaas), Benedetta Tagliabue, Hector Fernandez Elorza, Ralph Tam,  Luciano Pia, a Ove Arup & Partners, il più grande studio di progettazione  a livello mondiale, che con il suo team ha contribuito a rendere sistemiche le azioni e le previsioni progettuali e a misurarne gli effetti globali. «Attività – spiega Pennisi – che non si è conclusa negli otto giorni di lavoro svolto da oltre settanta persone tra professionisti e studenti, ma è proseguita per diversi mesi nella loro sede milanese. Non a caso lo studio Arup ha deciso poi di inserire quest’attività nel suo book internazionale dedicandovi anche la copertina. Un’iniziativa che è stata presentata e rappresentata a tutte le Amministrazioni coinvolte, anche quella regionale nella persona dell’assessore regionale all’Energia e ai Servizi di Pubblica utilità Acque e rifiuti Nicolò Marino».
«Quindi – conclude – non possiamo che sperare che queste azioni, la nostra, quella dell’Università e di altre istituzioni in altri ambiti, alla fine costituiscano il seme dal quale far nascere un nuovo approccio ai nostri territori, un nuovo (che poi tale non sarebbe) modo di operare nel rispetto delle caratteristiche socio-ambientali e paesaggistiche, che sono la nostra vera risorsa economica e, visto che sperare nulla costa, che finalmente i siciliani vengano dotati di una vera legge sul governo del territorio e non un una raccolta di numeri, tabelle, vincoli e impicci come ora in atto».
 

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