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L’atto di nascita della Provincia di Roma può essere fatta risalire all’editto emanato da Gregorio XVI il 5 luglio 1831 che – nel ripartire lo Stato ecclesiastico in Delegazioni – stabiliva, oltre queste, la formazione di una circoscrizione territoriale ed amministrativa a se stante comprendente “i luoghi suburbani soggetti alla Capitale” con il nome di “Comarca di Roma”.
La nascita ufficiale venne però stabilita con il Decreto regio n. 5929 del 15 ottobre 1870 che estendeva alle “Province romane” la legge n. 2248 del 20 marzo del 1865 (sull’unificazione del Regno, in particolare sugli ordinamenti comunali e provinciali). La Provincia di Roma veniva divisa nei cinque circondari di Civitavecchia, Viterbo, Roma, Velletri e Frosinone per ricalcare l’assetto pontificio. Nasceva così la Provincia-Regione più estesa d’Italia. La scelta del governo italiano di includere l’intero territorio ex pontificio in un’unica Provincia, derivava soprattutto dalla mancanza di centri urbani che, oltre Roma, fossero in grado di produrre e attrarre risorse.
Gli organi dell’Istituzione erano il Consiglio Provinciale, composto da sessanta membri eletti negli oltre quaranta mandamenti in cui il territorio era ripartito e la Deputazione, formata da quattordici membri (dieci effettivi, quattro supplenti) eletti in seno al Consiglio. Il Prefetto era Presidente della Provincia e della Deputazione: l’Ente locale territoriale, infatti, era visto come un’articolazione periferica dello Stato. Tale contraddizione verrà meno nel periodo di Crispi con l’entrata in vigore del testo unico n. 5291 del 10 febbraio 1889 che stabilirà l’elezione da parte del Consiglio, tra i propri membri, del Presidente della Deputazione.Per quello che concerne le competenze, quella di maggior impegno, anche finanziario, era la viabilità: la Provincia doveva provvedere alla manutenzione ordinaria delle strade e alla costruzione di nuove. Il sistema viario provinciale conobbe un notevole incremento tra gli inizi del novecento e la Prima Guerra Mondiale. A queste competenze si aggiunsero quelle in materia di assistenza psichiatrica e all’infanzia, con la gestione del manicomio e del brefotrofio, insieme all’istruzione: spettava all’Ente locale territoriale provvedere all’acquisto dei materiali didattici e alla gestione degli immobili e già allora la Provincia fondava i propri istituti tecnici.
Durante gli anni della dittatura fascista, con la sospensione della vita politica democratica, dal 1923 al 1929 la Provincia fu retta da una “Regia commissione straordinaria” che assolse le funzione del Consiglio e della Deputazione. Fu proprio negli anni del Fascismo – nel gennaio del 1927 per l’esattezza – che la riforma delle circoscrizioni provinciali ridisegnò il territorio laziale che venne così ripartito nelle Province di Roma, Viterbo, Rieti e Frosinone (Littoria, poi Latina, nel 1934). Inoltre, il periodo post bellico, aveva notevolmente accresciuto le competenze della Provincia per quello che riguardava la sanità: in quegli anni, furono istituiti il Consorzio Provinciale Antitubercolare e quello Antimalarico e venne rafforzato l’Istituto Medico Provinciale. Iniziò anche l’assistenza ai portatori di handicap e, nel ’23, la ridefinizione delle competenze all’Infanzia portò all’aumento dei ricoveri nel brefotrofio di Roma e al suo ampliamento. Nell’ottobre del 1930 venne nominato il Rettorato provinciale di Roma, composto da un Preside (nominato con decreto reale) e da un vicepreside e otto rettori. Insieme alla sospensione dell’attività politica democratica, la Provincia subì anche, durante il periodo della guerra, un ingente taglio delle risorse economiche, non riuscendo a svolgere i compiti più semplici.
Con la fine della Guerra, il Rettorato venne meno e la Provincia tornò alla normale vita politica, ma bisognerà aspettare il 1952 per le prime elezione democratiche, quando il Consiglio Provinciale, composto da quarantacinque membri, eleggerà Giuseppe Sotgiu Presidente della Giunta.
Da quel lontano 1870 la Provincia di Roma è cambiata molto: è cambiato il ruolo dei Presidenti, il territorio, comprese le competenze e i poteri che le varie leggi e i testi unici promulgati hanno poi modificato. Dopo la crisi di identità che ha attraversato la Provincia di Roma – resa inevitabile nel momento della creazione della Regione Lazio nel 1974 che accentrò su di sé molte competenze restringendo, in parte, il ruolo dell’Ente territoriale locale – negli anni più recenti, grazie alla devoluzione della legge Bassanini, alle Province sono state trasferite molte deleghe, oltre quelle già esistenti, ed è stato dato un ruolo centrale soprattutto in materia di coordinamento e raccordo delle varie istanze che riguardano temi come la difesa dell’ambiente, la tutela e la valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche, la viabilità e i trasporti, l’istruzione e i servizi sociali, la formazione professionale, l’occupazione, l’organizzazione dello smaltimento dei rifiuti e il coordinamento di opere nel settore economico, commerciale e turistico.
Tags: pensione san pietro
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