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Fidarsi di un GPS…? Per alcuni, un grande atto di fede.

Il mondo della macchine è un focolaio per la crescita degli stereotipi sugli uomini e le donne. Per esempio: le donne sono pessime alla guida, gli uomini sono aggressivi, le donne non hanno senso dell’orientamento, gli uomini non chiedono mai le indicazioni stradali, le donne hanno una consapevolezza dello spazio limitata, gli uomini potrebbero parcheggiare in una scatola di fiammiferi, gli uomini conoscono il funzionamento delle macchine, alle donne interessa solo il colore delle auto. Chi scrive questo articolo è una donna, quindi non preoccupatevi. Non desidero emulare Jeremy Clarkson. Tuttavia vorrei fare riferimento alla mia esperienza personale per sfatare alcuni di questi miti e magari rafforzarne altri. Nella nostra macchina, prima che acquistassimo un navigatore satellitare, quando dovevamo andare da qualche parte insieme, era sempre lui a guidare. E questo non perché sia più bravo o perché gli piaccia guidare più di me (io amo guidare), ma semplicemente perché io sono brava a leggere le mappe mentre lui…beh, fa schifo! Lui non segue le cartine stradali (sembrano quasi confonderlo), pensa di conoscere meglio lui la strada e alla fine ci perdiamo sempre o impieghiamo il doppio del tempo per raggiungere la nostra meta. Inoltre si rifiuta perentoriamente di chiedere indicazioni, come se fosse una chiara forma di fallimento o un comportamento poco virile. Devo però confessarvi che la mia abilità nel leggere le cartine stradali è tutta una questione di dipendenza. Non ho assolutamente senso dell’orientamento, al punto che se sto passeggiando per strada in una direzione e lungo il percorso faccio un salto in un negozio per fare degli acquisti, uscendo da quel negozio tornerò nella stessa direzione da cui sono arrivata, pensando di continuare lo stesso percorso di prima. Lui trova esilarante tutto ciò. Sono però bravissima a parcheggiare in retromarcia, e mi devo mordere la lingua mentre lui tenta disperatamente di incastrare l’auto in quel minuscolo spazio, per poi alla fine grugnire “Allora vuoi provarci tu!?”
Da quando abbiamo un navigatore satellitare, posso guidare senza dover tenere una mappa sul grembo e senza dover sopportare le intromissioni di mio marito. Ho piena fiducia in questo dispositivo. Trovo tuttavia un po’ strano il fatto che mio marito sembri sempre in competizione con questo navigatore all’avanguardia. Come infatti avviene con le cartine stradali o con le indicazioni fornite da una signora alla fermata dell’autobus, egli sembra nutrire dei dubbi sulla sua precisione. La scorsa settimana ho letto che secondo uno studio recente l’83 per cento degli automobilisti uomini cerca di indovinare le indicazioni del proprio GPS. Per il momento devo riconoscere la sua sconfitta su entrambi i fronti. Ci sono voluti due anni per fargli accettare il fatto che la mia interpretazione delle mappe stradali fosse più affidabile dei suoi tentativi di intuire la navigazione. Spero che entro Natale saremo veramente in grado di rilassarci in macchina e lasciare che sia il dispositivo GPS a guidarci. Chi lo sa, magari potremmo addirittura chiacchierare?

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