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Gioie e dolori della pulizia domestica e industriale

I prodotti per la pulizia della casa e della persona abbondano ormai, straripano sugli scaffali, vengono fuori da ogni angolo nelle nostre case. Ogni brava massaia si sente in dovere di pulire il pavimento almeno una volta al giorno.

Giusto stamattina, insieme a molte altre brave signore espertissime in faccende domestiche, mi sono recata nel surreale mondo della grande distribuzione, la fantomatica GDO, per fare scorte di svariati generi, alimentari e non. E quelli non, ahinoi, sono a volte proprio quelli che fanno lievitare il budget di ogni sana casalinga. Ma tra i no che si rispettano, un posto a parte, senza sensi di colpa o senza remore, è assegnato a Sua Maestà il Detersivo (da bagno, da piatti, da lavatrice, lavastoviglie, disincrostanti, detergenti, prodotti pulizia pavimenti, smacchianti, candeggianti, anneranti). Tutto ciò che si associa all’idea di pulizia è da noi massaie visto con giubilo e gioia. Ecco finalmente concretizzato il nostro sogno: detergere, sbiancare, disinfettare, scrostare. Eh sì perché sembra impossibile nel terzo millennio, ma avere qualche strana mistura, qualche liquido che, in men che non si dica, "pulisce" il nostro mondo è ancora il sogno ultimo della donna. Non già i master, le carriere allucinanti, i figli, gli amanti, un fisico asciutto e invidiabile e invece no! Il nostro sommerso Ego ci porta instancabilmente verso il reparto "detersivi". Datemi un detersivo e vi salverò il mondo! Ecco il nostro motto. Con un detergente in mano ci sentiamo più potenti..in grado di ripulire, grazie alle spazzatrici anche le macchie e le coscienze più sporche. Ah, se si potesse ripulire la mafia con un bel po’ di varecchina, noi saremmo pronte.

E quindi, dopo aver ben ben perlustrato tutti reparti con coscienziosa scrupolosità, con meticoloso puntiglio, dopo aver fatto un scorta detergenti disinfettanti che pulirebbe il grattacielo della Pirelli, mi rendo conto che mi sto guardando intorno con insoddisfazione, malcelata irritazione, le mie antenne sono allertate da qualcosa che non va e non dovrebbe esserci. E cioè dal fatto che, guarda che ti riguarda, mi accorgo che il pavimento dell’ipermercato non è proprio pulitissimo, anzi, non è pulito per nulla, al limite del sopportabile. Questa è un oltraggio al nostro spirito pulitore, l’unico spirito che ancora non soccomba alla pubblicità di oggi, che ci vorrebbe abbastanza aliene alla pulizia della casa, ormai quasi sempre appannaggio di persone mercenarie che non distinguono un anticalcare da un disinfettante quando non lasciate addirittura agli uomini, neo-redenti all’home-cleaning con lavasciuga, e piuttosto dedite all’abbellimento del nostro corpo o al suo rimpolpamento o sgrassamento. Ma la prospettiva della pulizia globale è troppo radicata per morire così di fronte all’individualismo sfrenato di un profumo o di una crema da viso. Il richiamo dei detergenti per la casa è troppo pregnante per mollare. E, pronta a dar battaglia con l’ufficio addetto alle relazioni col pubblico, mi avvio lancia in resta per denunciare lo squallore del pavimento.

Ma dopo pochi passi, eccole, le addette alle macchine pulizia industriale dei pavimenti più tecnologiche del momento, che ti passano davanti con uno sguardo concentrato e responsabile. Ecco che il pavimento torna di nuovo ad avere un aspetto più che accettabile e anche le valanghe di casalinghe in marcia possono ritrovare anche sotto i loro stessi piedi, tutto lo splendore che ricreeranno instancabilmente ogni giorno a casa loro. Le macchine per e pulizie dei pavimenti, giganteschi mostri che passano e ripassano, dando l’impressione di essere i primi clienti dell’ipermercato, dandoci una sensazione piacevole di lindore e di frescura, proprio quello che noi sogniamo per il nostro mondo personale e globale. E, invidiando leggermente l’armigero che cavalca quel bravo destriero, ci dirigiamo con cuore sereno alle casse.
Gli impiegati della reception per oggi, sono salvi. La nostra anima pure. Il nostro portafoglio un po’ meno.

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