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Una regola che vale da 500 anni: proteggere gli occhi dai raggi solari!

Non solo cultura e storia, la mostra che viene inaugurata il 24 luglio al Museo dell’Occhiale parla anche di salute e di buoni stili di vita. Già nel Seicento infatti, decenni prima delle scoperte di Newton sulla luce bianca e ben 120 anni prima che nel resto del mondo, gli ottici veneziani scoprirono intuitivamente la pericolosità dei raggi ultravioletti e, per rispondere alla crescente richiesta di proteggersi dai danni del sole, proprio a Venezia iniziò la produzione di vetri colorati a scopo protettivo.

Questi primissimi occhiali da sole, dalle dimensioni insolitamente grandi per l’epoca, venivano indossati dalle dame veneziane nei loro viaggi in gondola per proteggersi dal riverbero dei raggi solari e, allo stesso tempo, per evitare di abbronzarsi. La pelle candida infatti distingueva i membri della nobiltà dalle classi popolari, costrette a lavorare all’aria aperta e quindi caratterizzate da una carnagione più scura.

Sono trascorsi oltre 500 anni e l’insegnamento dei sudditi del doge resta valido. Oggi sappiamo con evidenza scientifica che l’esposizione solare provoca invecchiamento precoce e numerose patologie cutanee e oculari, le più importanti delle quali sono infiammazioni della cornea, cheratiti, cataratta e maculopatie. Eppure solo il 15% degli italiani tende a indossare sempre gli occhiali da sole. Ben il 30% non li indossa quasi mai o mai e il 18% solo raramente. Bambini e anziani sono le categorie più a rischio: solo l’11% dei giovanissimi e il 10% degli over 55 portano lenti da sole.

Il risultato è che le patologie oculari dovute all’azione dannosa dei raggi UV sono in aumento ed è fondamentale sensibilizzare maggiormente i cittadini sulla necessità di proteggere gli occhi dai raggi solari. La mostra di Pieve di Cadore è un’ottima occasione per unire l’utile al dilettevole: vedere pezzi unici di inestimabile valore storico e allo stesso tempo scoprire aspetti interessanti e spesso sconosciuti. Ad esempio che il colore più usato era il verde in varie tonalità: giallo-verde, verde-prato, verde-mare o verde-smeraldo. Questo vetro inconfondibile, era prodotto nelle fornaci di Murano ed è probabile che il suo utilizzo derivasse dall’esperienza e non da prove scientifiche. Sembra incredibile, ma quelle lenti garantivano una protezione totale, proprio come gli occhiali da sole di qualità dei giorni nostri.
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Dopo il successo dell’esposizione veneziana, presso la prestigiosa sede della Biblioteca Nazionale Marciana, arriva a Pieve di Cadore la mostra Occhiali da doge, che sarà visitabile al Museo dell’Occhiale dal 25 luglio al 28 settembre, nei consueti orari di apertura del Museo: tutti i giorni, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 17.00.

Già l’imperatore Nerone, come ci tramanda lo storico Plinio il Vecchio, era solito utilizzare uno smeraldo per proteggere gli occhi dalla luce solare durante i combattimenti nell’arena. Proprio il colore verde sarà sfruttato soprattutto dagli ottici veneziani, che in anticipo di quasi 120 anni sulla scoperta della dannosità dei raggi ultravioletti, avevano già realizzato degli occhiali da sole in grado di garantirne la protezione.

Nella Venezia del Settecento, dame nobili e capitani da Mar li utilizzavano per proteggersi dal riverbero della luce riflessa durante la navigazione in laguna o in mare aperto.

Per la prima volta al mondo sono in esposizione la maggior parte di questi eccezionali reperti, conservati da Musei e collezionisti privati, per ripercorrere da un lato la storia dell’evoluzione dell’occhiale e dall’altro quella delle lenti protettive per il sole.

La mostra è stata organizzata grazie alla collaborazione di diversi enti, tra cui, oltre al Museo dell’Occhiale e alla Biblioteca Nazionale Marciana, anche la Stazione Sperimentale del Vetro, e gode del sostegno di importanti sponsor, quali Anfao e Barberini.

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