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CHI FA DA SE’ FA PER TRE: COSI’ LE AZIENDE POSSONO TROVARE CIO’ CHE SERVE PER SOPRAVVIVERE E RILANCIARSI USCENDO DA QUESTA CONTINGENZA ECONOMICA.

Assistiamo ogni giorno allo show con cui i politici di tutto il mondo promettono di trovare la quadratura del cerchio che porterà a rilanciare i consumi.

Non c’è democrazia che possa esimerci dall’affidarsi a loro almeno un giorno ogni tanto, nelle urne: ma per favore smettiamola di credergli subito dopo… E rimbocchiamoci le maniche!

Il sistema è corrotto in ogni parte del mondo, perché è nella natura dell’uomo che sia cosi. L’economia e la politica sono dominate oligarchicamente e reciprocamente si nutrono e si sostengono, è così che vince il più forte. Sin dalla notte dei tempi l’uomo ha guardato al più forte come al migliore e lo ha visto, sotto ogni religione e con diverse accezioni, come scelto da Dio. Questa visione della supremazia, questo giustificazionismo verso chi ha mostrato la capacità di prevalere ci ha preparati a sentirci divisi tra chi costruisce il proprio impero economico e chi ne è mattone.

Ma il mattone che decide di uscire dal muro e andarsene a costruire qualcosa per se stesso sa che lo aspettano sfide e battaglie: qualcuna da perdere e le più importanti da vincere assolutamente. Per questo non è né giusto né intelligente aspettarsi dalla politica un aiuto alle aziende. Se ascoltate bene gli annunci, le generiche promesse di aiuto diretto sono rivolte alle imprese solo con riferimento a pochi grandi gruppi industriali. Le fabbriche che beneficiano di appartenere al loro indotto, potranno in seconda battuta raccogliere le briciole di tanta benevolenza. Si: è proprio benevolenza. Ed è anche mal diretta o malriposta.

Infatti non si capisce per quale motivo chi ha tenuto giustamente per sé i proventi dei propri guadagni negli anni buoni debba essere sostenuto da denari pubblici nel momento in cui l’industria necessita di apporto di capitali. L’imprenditore esemplare attinge i capitali necessari al rilancio dal gruzzolo che, se vale qualcosa, ha messo da parte negli anni. Questa manfrina che ci viene proposta non è rappresentativa di sano capitalismo: è assistenzialismo! Lo abbiamo tanto odiato nei decenni in cui credevamo fosse un caso solo italiano ed ora ci tocca assistere allo stesso spettacolo replicato su uno scenario mondiale.

Questo noi lo diciamo dal punto di vista di un’azienda, noi che la pensiamo così, infatti, siamo impresa. Con la voglia di guidare uomini, donne, di organizzare mezzi di produzione e strumenti di analisi, per conoscere  e interpretare il mercato globale e le regole su  cui l’Europa ha scelto di governare la propria finanza e indirizzare l’economia del continente. Noi non siamo spaventati dall’attualità. Si può pianificare come uscirne  più forti e decidere di non lasciarsi travolgere mai o mai più da un elemento imprevisto, che esula dal  diretto controllo di ogni piccola o media azienda. Noi governiamo la nostra impresa con l’esperienza raccolta da anni di lavoro ed investimenti economici ed umani in questo paese, anni in cui abbiamo attraversato pioneristicamente diversi settori economici con la voglia di contare solo su noi stessi: non aspettiamo l’aiuto del governo, così come non ci serviamo di quello delle banche. Ma se ritenete di averne bisogno sappiamo dirvi se e come potreste arrivarci.

Noi ci serviamo di strategia d’impresa: la stessa che studiamo per i nostri clienti. Siamo pronti da ieri ad affrontare il domani: ci siamo presentati al mercato forti,  risoluti e capaci di valutare, studiare, organizzare, ristrutturare, unire o dividere secondo opportunità i capitali, le compagini sociali e quant’altro possiate immaginare. Sappiamo spiegare anche a chi resta sul mercato in modo titubante come fare altrettanto. Sappiamo vendere o comprare una società, avendola prima ben conosciuta e criticamente valutata. Chi desidera un socio attivo o passivo per la propria azienda può trovare in noi un valido aiuto. Trovare investitori non è per niente da tutti: ma se la vostra azienda vale o potrà valere domani, noi sappiamo dirvelo, sappiamo come portarla ad una condizione di appetibilità per il mercato affinchè possa essere venduta.

Attenzione però: non curiamo ustioni gravi con cerotti! Se la reale condizione delle vostra impresa non corrisponde all’immagine che voi stessi ne avete, da noi lo saprete. Non chiedeteci un parere se non siete disposti a sapere la verità su suo stato. Non cercateci se avete già lasciato trascorrere troppo tempo prima di decidere di intervenire. Non facciamo miracoli, non proponiamo palliativi, e soprattutto non regaliamo la nostra opera: la vendiamo!

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