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Recupero del credito e gestione insoluti: il caso delle imprese edili

In Italia, le imprese più a rischio per quanto riguarda gli insoluti sono le imprese edili. È quanto emerge da un’analisi effettuata dall’Osservatorio del Cribis D&B, società d’informazione creditizia e di supporto decisionale per le banche, che mette in luce quali sono i settori che fanno registrare il maggior livello di rischiosità in materia di insolvenze, problema che spesso richiede l’intervento di società specializzate in recupero del credito. Rispetto alle altre imprese italiane, quelle edili presentano una rischiosità maggiore: se, in media, è l’11,26% delle imprese italiane a rischiare di essere insolvente nei confronti dei propri fornitori per i 12 mesi successivi, guardando al solo settore edile questa percentuale sale fino al 13,99%. E se la percentuale media delle imprese italiane che presentano una rischiosità bassa è del 6,08%, in campo edile questa percentuale si abbassa di parecchi punti, raggiungendo solamente l’1,39%. Una rischiosità media l’ha registrata il 73,28% delle imprese edili, mentre il restante 11,34% avrebbe una rischiosità medio-bassa.

Nel calderone del settore edile, ci sono dei settori più in difficoltà di altri. In particolare, le imprese caratterizzate da una maggiore rischiosità potenziale sono quelle appartenenti ai settori dell’edilizia specializzata e della costruzione di edifici. Le percentuali più basse, per quanto riguarda il rischio di produrre insoluti, sono quelle che fanno riferimento alla categoria degli installatori, che risulta la più affidabile con una percentuale di rischio pari al 9,87% del totale.

Il rischio di insoluti, per quanto riguarda il settore edile, è aumentato di molto soprattutto negli ultimi cinque anni, e non è un caso che la crisi sia iniziata proprio nello stesso periodo. Nel 2008, infatti, la percentuale di rischio insoluti per le imprese edili era del 9,84, ossia di 4,15 punti percentuali inferiore rispetto al dato relativo alla fine del 2012. Ancora più ampio il divario tra il dato riferito alle imprese con bassa rischiosità nel 2008 (la percentuale era del 9,16%) e lo stesso dato del 2012 (più basso di 7,77 punti percentuali).

L’affidabilità delle imprese edili varia non solo da settore a settore, ma anche a seconda della provenienza geografica. In generale, si calcola che la percentuale di rischio insoluti sia maggiore nel sud e nelle isole, e minore al nord: la percentuale di imprese a basso rischio è infatti dello 0,49 al sud e dell’1,31 nelle isole, quindi minore – anche se non di molto – rispetto all’1,64% del nord-ovest e del 2,24% del nord-est. Nonostante ci siano differenze, si può comunque dire che la situazione non è soddisfacente in nessuna zona d’Italia.

In conclusione, la situazione per quanto riguarda gli insoluti non è delle più rosee se si guarda alle imprese italiane, e non a caso molte solo le aziende che decidono di rivolgersi a delle società specializzate in gestioni insoluti e recupero crediti per riuscire a riscuotere i pagamenti. E se si guarda alle percentuali di rischio insolvenze e in generale ai dati riguardanti gli insoluti, il settore edile sembra tra quelli che stanno accusando maggiormente il colpo della crisi.

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