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IL TEMPORARY MANAGEMENT E’ UN MESTIERE PER TUTTI I MANAGER?

Sono
passati oltre vent’anni da quando ho deciso, nel lontano 1989 con
il supporto dei miei soci, di lanciare l’attività di temporary
management in Italia. Siamo orgogliosi di aver dato origine ad un
nuovo settore nell’ambito del terziario innovativo. Un settore che
oggi dà lavoro a un certo numero di persone. Pensiamo di aver
contribuito a sviluppare la managerialità all’interno delle
aziende presenti in Italia siano esse italiane o straniere.

Molto si è
scritto e discusso sulla figura del manager a tempo, definita in vari
modi: interim manager, contract manager, manager a contratto, manager
interinale, manager in affitto, manager in leasing. Colorite e
divertenti sono le definizioni utilizzate. Forse quella più
affermata in Italia è temporary manager.

Utilizziamo
quindi questa definizione per cercare di definire il profilo di
questa ancora poco conosciuta figura professionale.

Si tratta di
una figura ben precisa, non di un manager che per necessità,
lavorando a tempo, a contratto, a progetto, viene definito temporary
manager. Se così fosse oggi, con i cambiamenti avvenuti negli ultimi
anni nelle imprese, tutti i manager sarebbero temporary, dato che
praticamente sono tutti a tempo determinato, anche se sono inquadrati
con contratti a tempo indeterminato.

I manager
oggi ruotano, cambiano velocemente, si spostano in Italia e
all’estero e soprattutto vengono allontanati o si allontanano dalle
aziende molto velocemente. Quindi, nella buona sostanza sono tutti a
tempo.

Per
delineare chi è il temporary manager dobbiamo definire che cosa
significa temporary management nell’accezione Contract Manager,
ovviamente, “Temporary management è un’attività volta ad
affrontare e a risolvere problemi aziendali complessi, urgenti e
difficili. E’ un’attività svolta da società specializzate che
mettono a disposizione delle aziende, per un periodo definitivo, un
team di manager professionisti.” L’ambito nel quale è nata
l’attività di temporary management in Italia è ovviamente la
Direzione Generale. E’ al massimo vertice aziendale che è
necessario l’intervento di più esperti per affrontare e risolvere
in tempi rapidi problemi complessi e urgenti. Ed è in questo ambito
che l’attività di temporary management ha il suo alveo naturale e
produce i risultati più eclatanti.

Negli
anni, con la diffusione del fenomeno temporary management, l’attività
si è allargata alle altre funzioni aziendali (Commerciale,
Produzione, Amministrazione, Risorse Umane, IT, R&D), a volte con
team interfunzionali e in logica di progetto. Certo è che più si
scende dai vertici aziendali e più diventa essenziale la competenza
specialistica del singolo manager e meno critici diventano i supporti
di altri manager specialistici.

A questo
punto passiamo a definire in dettaglio quali sono le caratteristiche
di un buon temporary manager, in questo caso di Direzione Generale.
Alcune di queste caratteristiche possono essere traslate anche verso
il manager funzionale specialistico.

Innanzi
tutto l’aver lavorato in “aziende scuola” che hanno avuto
successo negli anni. Aver lavorato in aziende grandi e complesse, ma
aver avuto anche significative esperienze in aziende padronali dove è
forte la presenza operativa dell’imprenditore. Aver lavorato per
periodi significativi nelle diverse aziende. Non aver fatto la
trottola in toccata e fuga da un’azienda ad un’altra. Possedere
una grande professionalità manageriale in almeno una delle aree
aziendali, meglio se più, ed avere una forte infarinatura nelle
altre aree. Avere una forte leadership caratterizzata dalla capacità
di motivare e coordinare altri manager in Italia e all’estero. Non
essere mai pago di quello che si sa e quindi avere un atteggiamento
di modestia di fronte ai problemi, unito ad una forte curiosità
verso il nuovo e mai sperimentato. Una curiosità che deve spingere
il manager verso l’approfondimento e la messa a punto di nuovi
modelli gestionali e organizzativi. Avere una fortissima capacità di
lavoro. Spesso ci dimentichiamo che i grandi risultati vengono anche
da un grande numero di ore dedicate all’attività lavorativa. Un
buon temporary manager inizia prestissimo alla mattina e finisce
tardi alla sera. La conoscenza delle lingue è essenziale. Come
minimo l’inglese, che deve essere perfetto, e in aggiunta il
francese, il tedesco, lo spagnolo o il russo e/o cinese. Ultima
caratteristica è l’abitudine a lavorare in team. Saper coinvolgere
le persone e motivarle verso il raggiungimento di grandi risultati in
situazioni difficili e sotto una pressione forte e continua. Da
ultimo non deve mancare assolutamente un grande rigore etico,
soprattutto in questi periodi di decadimento morale globalizzato.

Un
temporary manager deve guidare con l’esempio, ed avendo un
orizzonte temporale limitato, deve fin da subito conquistare la stima
dei nuovi collaboratori. Ultimissima caratteristica distintiva è
quella di saper formare i componenti del team manageriale di governo
dell’impresa in modo da creare le premesse organizzative per la
sostituzione del temporary manager alla fine dell’intervento.

Da
tutto ciò si deduce che la figura del temporary manager non è
banale e non è adatta a tutti. Solo pochi possono diventare
temporary manager in questa accezione e nella nostra società.

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