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Dal Food Design al Food Communication

Il cibo da bisogno primario si è trasformato in arte culinaria, tanto che le aziende alimentari, per essere competitive sul mercato, hanno dovuto differenziare la propria offerta e fare in modo di accattivarsi le preferenze dei consumatori. Per spingere i clienti a scegliere il proprio marchio, le aziende enogastronomiche possono avvalersi della comunicazione.

Dal connubio tra aziende alimentari e agenzie di comunicazione è nato il food design, un settore in forte crescita, nel quale il cibo non è visto come mero nutrimento, ma nemmeno come semplice prodotto. La parola design storicamente si rifà all’idea di progetto e nel food design il cibo diventa il perno attorno al quale ruota un processo fondamentale per una azienda: rendere popolare un prodotto, posizionarlo sul mercato e quindi aumentare il proprio guadagno.
Non basta più curare la qualità del prodotto per venderlo, bisogna progettarne – con la stessa attenzione – anche l’aspetto, il packaging e puntare su campagne pubblicitarie mirate al target che si vuole raggiungere.

“Che cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo” sospirava Giulietta dall’alto del più celebre balcone di tutti i tempi.

La storia del mondo, prima di essere scritta con parole, è una storia fatta di parole. Tuttavia non tutte nascono per durare in eterno. Alcune hanno una stagione gloriosa e poi non le ricorda più nessuno, altre – seppure passano – non scompaiono del tutto, ma cambiano, si rinnovano.
Le parole sono pietre, per dirla con Carlo Levi, e se lanciate in uno stagno formano cerchi concentrici che si allontanano progressivamente. Così il cibo da bisogno primario, si è trasformato in arte culinaria, l’arte ha ceduto al design e le aziende alimentari all’ideale del food design.

La comunicazione, parola di cui forse si abusa, intesa come scienza sociale più o meno recente, ha vissuto e continua a vivere di novità, cambiamenti, abbandoni, tradimenti, evoluzioni. Ecco quindi che la parola gastronomia, intesa come prodotto del rapporto tra cibo e cultura, si è progressivamente trasformata in enogastronomia, accogliendo – o meglio allargandosi – anche al settore enologico. In Vino Veritas, si sa, ma nemmeno il vino è riuscito a frenare il progresso.

Arginare le idee non è cosa facile e le parole vivono di vita propria. Diceva Roman Jakobson che per diffondere un messaggio è necessario un canale. I tempi, però, cambiano molto velocemente e oggi per diffondere un messaggio non basta un solo mezzo. Parole,giornali, immagini, televisioni, internet, web 2.0 si contaminano tra loro e la comunicazione diventa multimediale e di conseguenza integrata.

Quando la comunicazione allarga i propri orizzonti, allora perché accontentarsi e non chiedere di più?

Il futuro del food e del beverage è nella comunicazione integrata, il che significa che un’altra parola, ossia food design, è destinata a tramontare e a cedere il posto a una più nuova: Food Communication.

Morto il re. Viva il re!

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