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Decreto Ministeriale Compensi Avvocati: incentivo del 25% con la conciliazione

Mediazione e conciliazione:
Il Consiglio di Stato si appresta a giorni ad approvare un Decreto Ministeriale con i nuovi criteri per il compenso dei professionisti elaborato dal Ministero della Giustizia.
Novità parcelle avvocati:
I compensi degli avvocati saranno liquidati per fasi con un incentivo del 25% se il procedimento si conclude con la conciliazione.
Al contrario, in caso di inammissibilità o di improcedibilità della domanda o, ancora, di dichiarazione di manifesta infondatezza nel merito la parcella sarà ridotta del 50%.
Parcelle e risultati del giudizio:
Si introduce quindi un collegamento tra la parcella e il risultato del giudizio, responsabilizzando anche gli avvocati ad evitare l’inizio di cause manifestamente infondate e premiando il ricorso alla conciliazione.
I 5 gradi di remunerazione compensi e parcelle degli avvocati:

  1. studio della controversia;
  2. introduzione del procedimento;
  3. fase istruttoria;
  4. fase decisoria;
  5. e fase esecutiva.

Il DM (Decreto ministeriale) contiene 42 articoli sulla liquidazione giudiziale delle prestazioni ai professionisti.

Decreto legislativo 28/2010
Chi ha bisogno della mediazione?

Tempo di riflessioni, e di bilanci. A più di due anni dall’entrata in vigore del Decreto Legislativo 28/2010, ma soprattutto a circa due mesi dall’introduzione del tentativo obbligatorio di conciliazione, la mediazione si confessa, e con essa i suoi protagonisti. E’ quanto avvenuto nel corso del convegno-dibattito “Mediazione: tra efficienza e competitività”, organizzato dal Dicastero della giustizia lo scorso 25 maggio presso l’Auditorium. <Alfano – sarà prioritario, con il contributo determinante degli avvocati, affrontare il problema della riduzione dell’arretrato civile>>. In questo commento del Guardasigilli c’è tutto il Convegno, teso appunto a delineare lo stato dell’arte dell’istituto.
La manifestazione, apertasi con i video messaggi del Vice Presidente del Parlamento Europeo Diana Wallis e del Vice Presidente della Commissione Europea Viviane Reding, si è trasformata in un’occasione eccezionale, riuscendo a riunire rappresentanti delle imprese, dell’avvocatura, degli organismi pubblici e privati, oltre ad illustri personalità dal Presidente emerito della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli, al Presidente dell’ANM, Luca Palamara, al Professor Ferruccio Auletta dell’Università Federico II di Napoli, al Presidente del CNF,Guido Alpa. Nel susseguirsi di tavole rotonde e sessioni sono emerse esperienze, domande, richieste. A rispondere, il Ministero, in persona del suo Ministro, Angelino Alfano, del Capo dell’Ufficio Legislativo, Augusta Iannini, del Direttore Generale della Giustizia Civile, Maria Teresa Saragnano, e del magistrato addetto all’ufficio dei funzionari del Dicastero,Giancarlo Triscari. E il Ministro le risposte che tanti attendevano le ha date: <>, ha tuonato, mettendo la parola fine ai dubbi e perplessità che da quel famoso tavolo programmatico di inizio maggio tra Alfano, CNF e i Presidenti di alcuni ordini degli avvocati, rimbalzavano di giornale in giornale. Agli avvocati, contrari all’obbligatorietà, il Ministro ha confermato la promessa dell’assistenza tecnica, altro cavallo di battaglia di questi mesi di protesta. Agli organismi, ha chiarito la centralità del tema della qualità, essenziale per il funzionamento dell’intera impalcatura: <>, come anche Augusta Iannini aveva ricordato nella prima tavola rotonda, sostendendo che <>. A tutti, poi, il Ministro ha illustrato i numeri, spaventosi, dell’arretrato giudiziario italiano e l’urgenza di invertire la rotta. E di numeri ha parlato anche Fabio Bartolomeo, responsabile dell’ufficio statistica del Ministero, rilevando quanto emerso nel primo mese di obbligatorietà. I dati hanno rivelato, ancora una volta, l’esistenza di un paradosso della giustizia italiana. Da un lato una percentuale ancora alta di mancata partecipazione, dall’altra il successo (il 71%!) della mediazione quando l’incontro ha effettivamente luogo. Un paradosso, si diceva, che giustifica il senso di una legge che obbliga le parti a sedersi al tavolo negoziale. Ma i dati mettono il luce anche l’importante effetto traino che l’obbligatorietà ha esercitato in questi mesi sulle mediazioni volontarie, rispondendo al fine ultimo di questo Decreto, ovvero addivenire ad incremento verticale delle mediazioni volontarie come spiegato dallo stesso Ministro, <>.
L’appuntamento ha poi permesso di delineare una prima mappa degli organismi iscritti al Registro presso il Ministero di giustizia, ad oggi oltre 350, composti da commercialisti, notai, laureati in giurisprudenza, ma soprattutto avvocati. Quegli stessi avvocati, etichettati come contrari alla mediazione, che poi a sorpresa risultano protagonisti della mediazione, come è poi naturale che sia. Del resto tanto nell’intervento di Alpa, che in quello di Fabio Florio, Coordinatore della Commissione di studio per la mediazione e conciliazione presso il CNF si ribadisce, al di la delle criticità connesse con l’introduzione dell’obbligatorietà, l’importanza dell’istituto della mediazione e la sua utilità per il nostro sistema giustizia. E della sua utilità ne è fermamente convinto anche Ivan Lo Bello, Presidente di Confindustria Sicilia, che ha invitato tutti i presenti ad abbandonare gli interessi corporativi di parte in nome dell’interesse superiore del Paese, che per rilanciare la sua produttività ha bisogno di una giustizia più rapida e meno costosa. Ha bisogno della mediazione, appunto.

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