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POLIZZE, DUBBI E RAPPORTI CON LE BANCHE…

Se si chiede di riscattare la propria polizza vita, spesso chi ha stipulato il contratto con la banca tenterà di dissuaderci, magari offrendoci un prestito in busta paga nel caso la motivazione fosse il bisogno di liquidità… Capita sovente che nel contraente si insinuino, dopo un certo tempo dalla firma, dei dubbi riguardo l’investimento fatto. E altrettanto spesso lo stesso contraente decide di ritirare la cifra investita per utilizzarla su un altro versante. Quando i dubbi dunque si fanno consistenti e ci si reca in banca per ritirare la polizza vita, si rischia di venire persuasi a mantenerla attiva da una girandola di dati e vantaggi proposti dall’istituto. Ciò che non bisogna fare, se si è convinti della propria scelta, è lasciarsi convincere a versare altri premi sulla polizza. E nemmeno lasciarsi convincere a richiedere un prestito con cessione del quinto dello stipendio se se si ha bisogno di liquidità… Se si sono già pagate cifre onerose, ciò non è un buon motivo per continuare a farlo. Anzi, forse è un ottimo motivo per fare il contrario. I soldi investiti non torneranno più indietro, perciò ciò che è stato fatto è da considerarsi ormai passato. Evitando di continuare a versare quattrini in una polizza vita che non convince più ci si tutela dallo sprecare i suddetti quattrini. C’è un caso, in particolare, in cui il dubbio instillato dalle banche raggiunge spesso l’obiettivo, ossia convincere a non rescindere la polizza. Ciò avviene quando il contraente viene dissuaso dal disinvestire la cifra con queste parole: “Rescindere la polizza vita non è così conveniente. I suoi rendimenti sono indubbiamente migliori di quelli che può offrire un titolo di Stato”. Spesso, conseguentemente a questa obiezione, il richiedente lascia tutto com’era, senza ritirare la cifra investita . Se si sceglie questa opzione per beneficiare dei rendimenti della gestione separata, però, bisogna sapere una cosa fondamentale: i soldi del cittadino che stipula il contratto sono investiti proprio in titoli di Stato, quegli stessi titoli che magari si pensava di acquistare dopo la rescissione della polizza. Inoltre, la compagnia trattiene una parte del loro rendimento, che non verrà riconosciuto all’assicurato. Avere un rendimento minimo del 4% non è un vantaggio tanto quanto appare di primo acchito, perché è sufficiente acquistare un BTP con vita residua di 4 anni per ottenere un rendimento che non ha nulla in meno rispetto a quello offerto dalla polizza vita. Oggi i tassi per titoli a scadenza non breve sono davvero competitivi. Conviene aspettare solo nel caso si intenda utilizzare l’assicurazione nei prossimi tre anni. Solo in quel caso il rendimento di un titolo di Stato sarebbe inferiore a quello della polizza.

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