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San Lorenzo sull’isola dei cassintegrati.

I dipendenti della Vinyls Italia da mesi occupano l’ex carcere dell’Asinara in attesa di qualche segnale dalla società, unica produttrice di PVC in Italia, dopo che gli stabilimenti di Porto Torres, Ravenna e Porto Marghera sono stati bloccati, a rischio chiusura. Già nel dicembre 2009 furono firmati degli accordi tra il Ministero del Lavoro e la società per riuscire gradualmente a riavviare tutti gli impianti. Ma a mesi e mesi di distanza, non si vede luce. Forse, l’unica luce che stasera rischiara l’Asinara sarà quella delle stelle di San Lorenzo, alle quali sicuramente i lavoratori affideranno la speranza di riavere il lavoro.

Il settore chimico, quello nel quale la società opera, è un settore fortemente in crisi seppure definito strategico più volte e già l’Eni si era offerta di “salvare” la Vinyls attraverso un piano industriale mirato ad un rilancio della società. Per ora nulla e i commissari straordinari che avevano definito l’impegno a riaprire gli impianti non sono stati rispettati, passano i mesi e sono a rischio anche gli stipendi della cassa integrazione nella quale i dipendenti sono piombati. All’inizio di questa crisi la società era esposta per 240 milioni di euro e sta passando in mano alle banche che potrebbero decidere di attuare un piano di tagli specie sul personale (400 su 900). Lavoratori che dopo aver affrontato quotidianamente un lavoro pieno di rischi per la salute e l’incolumità ora si vedono a rischio licenziamento, che forse per loro è il minore.

I dipendenti del comparto chimico sono, infatti, esposti a pericoli e malattie correlate come asma, dermatiti, epatopatie che richiedono una sorveglianza sanitaria frequente, attraverso il ruolo del medico competente, dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e i responsabili del servizio di prevenzione e protezione. Per loro, abituati ogni giorno a condizioni di lavoro stressanti, forse il soggiorno all’Asinara è accettabile come forma di protesta.

Le condizioni nelle quali si trovano ora gli stabilimenti sono di attesa, visto che a fine luglio è stato pubblicato un bando di gara internazionale per chi fosse interessato a rilevare la Vinyls e che durerà 45 giorni. La preferenza verrà data a chi rileverà l’intero ciclo del cloro, che l’azienda si impegna a mantenere mentre Legambiente ha parlato ai dipendenti e alle istituzioni di un possibile rilancio di una chimica del disinquinamento. Una scommessa sull’innovazione con prodotti biodegradabili e riciclabili che sarebbe una nuova promozione anche a livello internazionale. Quello che manca, ora è l’innesto di capitale e di interessi da parte di enti che possano garantire il riavvio degli stabilimenti ed, eventualmente, investimenti in una o l’altra direzione.
Si è fatta avanti negli ultimi giorni il gruppo croato Dioki, che però sarebbe interessato alla produzione sarda (dicloretano e ciclo del cloro di proprietà dell’Eni) ma solo una parte di quella di Marghera.

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