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Formazione: l’Europa va a fuoco

formazione a fuoco

La Formazione sta a cuore, ovvero: Formazione e rivoluzione.
Cosa c’entrano questi due termini? Le reazioni alla Riforma Gelmini ci hanno ormai abituati da settimane, per non dire mesi, ad uno sguardo vigile sulla comunità non solo dei giovani studenti ma di tutti i protagonisti coinvolti. Parliamo di adolescenti, universitari, genitori, docenti, accademici, politici, organi istituzionali. Nati, non. Tutti.
La comunità del web è costantemente mobilitata e, fatto raro, ci troviamo in una situazione che non ha bisogno di sensibilizzazione ai contenuti o di informazione ai fatti: questa è una reazione spontanea ed anzi, si spende molto in termini dire e fare in proposito. Indice di una realtà che tocca vite presenti e destini (quali?) futuri, apprendere che tutto questo riguarda le generazioni di tutto un mondo ha un non so che di confortante e allo stesso tempo sfiduciante.La specie umana è votata al cambiamento ma, se si tratta di un cambiamento subìto, depotenzia gli intenti. Vedere questa fragilità collettiva rispecchiata in milioni di simili crea un senso di appartenenza e allo tempo incrementa un vuoto. Di senso, di spazio, di tempo.
Milano, Teatro La Scala. La prima de La Valchiria diventa occasione di scontro, registra una voce collettiva che urla a gran voce No! ai tagli alla cultura e invoca aiuto al presidente Napolitano. Feriti a seguire.
Londra, Camera dei Comuni. Il Parlamento appoggia il disegno di legge che prevede tasse universitarie triplicate (parliamo di un sistema universitario che rischia di diventare il più costoso al mondo con una media di circa 9.000 pound annuali, proprio là dove, un tempo, allo studente europeo e non per forza cittadino inglese veniva garantita un’assistenza egregia ed esemplare). Decine di migliaia di persone inveiscono contro i reali e contro un disegno che non è solo quello di legge ma soprattutto un bozzetto del loro futuro prossimo: giovani investiti di un onere sproporzionato, ovvero pagare le spese del costo di una crisi generalizzata che non è più un fatto monetario bensì culturale.
Che cos’è l’economia se non quotidiano che intreccia scelte di individui, dentro la storia?
In questo blog si parla di formazione (master, corsi di alta formazione, corsi di specializzazione), ovvero forme di studio avanzato, che stanno in cima al percorso individuale delle giovani leve. E così continuerò a fare, poiché la macchina formativa che sembra, in apparenza, spezzarsi deve relazionarsi ai cambiamenti resistendovi, per continuare a garantire l’adeguata forma educativa e culturale a tutti coloro che scelgono di perseguirla.
Il diritto allo studio (nella pratica: corsi gratuiti, borse di studio, ecc.) è parte di una catena di valori che va difesa tanto quanto la garanzia di una pensione e ogni contributo dovuto all’interno di una società di individui. E’ sì retorico ma la retorica aiuta a ricordare, in tempo di crisi, gli elementi semplici e vitali su cui troppo spesso si specula a caso.
Le manifestazioni dei caldi anni ’70 sono un lontano e sbiadito modello di riferimento: la speranza che si stiano gettando le basi per un nuovo futuro va al di là di credo e posizioni. Perché l’unica cosa che conta è mantenere integra la libertà di migliorarsi nella varietà e nella specificità dei propri caratteri. Un caldo augurio, se non ottimistico, di speranza, perché la formazione è, in fin dei conti, il cuore dell’evoluzione.

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