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Ortopedia, storia, consigli e prodotti sanitari

L’ortopedia è la disciplina medica che si occupa dello studio dell’apparato locomotore.
I medici ortopedici specialisti studiano i trattamenti e la diagnosi dei problemi del sistema muscolo-scheletrico, che comprende ossa, articolazioni, muscoli, nervi, legamenti, tendini. L’attuale ambito d’azione di questa disciplina comprende anche prevenzione e cura delle malformazioni congenite e acquisite dell’apparato locomotore, oltre che la diagnostica e la terapia di malattie che hanno localizzazione in tutti gli organi di sostegno e di movimento, come arti e colonna vertebrale.

Della disciplina ortopedica ne fa parte anche la chirurgia ortopedica, cioè il trattamento chirurgico delle relative patologie e affezioni.

Altri tipi di professionisti offrono invece opzioni non-chirurgiche per il trattamento e la cura dei problemi ortopedici, quali fisioterapia, podologia, la kinesiologia, la chiropratica e la terapia occupazionale.

Ippocrate fu il precursore dei primi dispositivi ortopedici, intorno al IV secolo a.C. Egli, secondo il princìpio di immobilizzazione dell’osso e dell’articolazione mise a punto una tavola di legno per ridurre le lussazioni e le fratture. Sempre grazie a lui si deve la tecnica, ancora attuale, per la riduzione della lussazione della spalla. L’ortopedia venne esercitata fino all’inizio del 1800 solamente da medici in istituti specializzati, ad esempio quello di Jean André Venel in Svizzera, di J. Mathieu Delpech a Montpellier o quello di Charles Pravaz a Parigi. Poco più avanti apparve la pratica della tenotomia per raddrizzare i piedi deformi, curare diverse posture viziose e per le scoliosi. Sempre nel 1800 il dottor Pravaz riuscì a ridurre le lussazioni d’anca tramite l’uso di carrelli e apparecchi di estensione.

Altri pionieri dell’ortopedia furono sicuramente il chirurgo britannico William Arbuthnot-Lane, che nel 1881 sviluppò la tecnica dell’osteosintesi, volta al trattamento delle fratture (e che consiste nel fissare sull’osso delle placche con viti per immobilizzarlo aspettando che lo stesso si risaldi) e Gluch, che nel 1890 mise a punto la prima protesi per ginocchio interna in avorio che funzionava con una cerniera.

Nell’ortopedia moderna le patologie vengono spesso curate tramite le ortesi. Per ortesi si intende un’apparecchiatura ortopedica, un dispositivo medico, un tutore, volto ad aiutare il paziente in una sua funzione. La definizione di ortesi è “dispositivo esterno utilizzato al fine di modificare le caratteristiche strutturali o funzionali dell’ apparato neuro-muscolo-scheletrico” ed è stata introdotta dall’Organizzazione Internazionale degli Standard. In commercio si possono trovare sia prodotti industriali (ortesi standardizzate), sia prodotti fabbricati su misura da officine ortopediche.

I collari cervicali, le cinture lombari steccate (o busti ortopedici-corsetti), le cavigliere, le ginocchiere, tutori per anca o per polso sono vari esempi di ortesi. Generalmente la loro funzione è quella di immobilizzare relativamente un’articolazione colpita da traumi, distorsioni dei legamenti (o anche artrosi), ma anche in fuzione di un post-operatorio chirurgico; altri impieghi sono quello di supporto alla riabilitazione funzionale e a scopo preventivo in casi di osteoporosi o cedimenti ossei.

Una prima classificazione delle ortesi è fatta in base alla zona del corpo su cui viene indossata (ortesi di tronco, di arto superiore e di arto inferiore). Riguardo quelle per arto inferiore si ha un’ulteriore divisione: le ortesi per il solo piede, come ad esempio i plantari, le ortesi fino alla tibio tarsica, fino al ginocchio e quelle che comprendono anche l’anca.

Oltre alle ortesi troviamo anche le protesi, ovvero componenti atte a sostituire (anche solo in parte) un segmento scheletrico del corpo umano restituendo immagine corporea e funzionalità dopo eventi come post-traumi o per cause congenite.

Queste si dividono in protesi esterne chiamate esoprotesi, e protesi interne, le endoprotesi.
Le esoprotesi sono dispositivi medici, fabbricati su misura da protesisti ortopedici tramite tecnologie artigianali e/o sistemi CAD/CAM e hanno principalmente il compito di sostituire sia la morfologia che la funzionalità di un arto amputato. Si suddividono in protesi di arto superiore e protesi di arto inferiore.

I dispositivi di queste due categorie in realtà posso avere funzioni ben diverse tra loro. Quelli per arti superiori devono rispondere soprattutto ai complessi meccanismi funzionali (oltre che estetici) dell’arto naturale integrando sempre più sistemi elettronici per svolgere operazioni e motricità; differentemente le protesi per arti inferiori hanno come scopo principale quello di permettere a un soggetto amputato la deambulazione. Numerosi studi di biomeccanica e cinematica del passo hanno permesso lo sviluppo e la costruzione di componenti articolari di altissimo livello sia per usi quotidiani che per usi sportivo-agonistici.

Le endoprotesi, sono invece componenti di impianto esclusivamente chirurgico che restituiscono funzionalità articolare. La chirurgia ortopedica utilizza vari tipi di endoprotesi, ognuna studiata per sostituire nel modo più efficiente le diverse componenti scheletriche come il ginocchio, l’anca, la colonna vertebrale. Ognuna di queste endoprotesi rispecchia il più possibile la morfologia e la funzionalità della parte che verrà sostituita.

Per farvi un idea di quanti e quali prodotti possano esistere in merito all’argomento trattato, vi consigliamo di visitare il sito www.sanitariailgiglio.com .

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